Le nuove tensioni commerciali sull’asse Usa-Cina pesano sugli scambi delle Borse asiatiche ed europee, che scambiano in calo. Anche il mercato valutario è in attesa di vedere quali saranno gli ultimi sviluppi sul fronte della guerra dei dazi. La sterlina è invece stabile dopo il no del parlamento britannico alla mozione di sfiducia contro Theresa May. Poco variato anche l’euro. La Brexit rimane un’incognita: il governo britannico ha tre giorni lavorativi di tempo per rivedere il testo dell’accordo con l’UE sulla Brexit oppure ottenere qualche promessa o concessione da Bruxelles in modo da incassare l’approvazione del parlamento.
È partita invece bene, con risultati in generale sopra le attese, la stagione delle trimestrali delle grandi società quotate Usa. Oggi l’appuntamento è con i conti fiscali di Morgan Stanley e di Netflix, su cui gli analisti credono. Ripiega il petrolio. A Piazza Affari fari puntati soprattutto sulle banche, dopo le richieste della Bce e la crisi di Banca Carige e MPS, ma anche su FCA, Enel e Tim.
Il Liveblog è terminato
In una giornata di mercato in cui pesano le novità negative sul fronte della guerra commerciale, si aggiunge anche la trimestrale inaspettatamente fiacca di Morgan Stanley. La banca ha chiuso l’ultimo quarto del 2018 con un utile per azione di 80 centesimi, meno degli 89 centesimi previsti in media dagli analisti di Wall Street sentiti da Refinitiv.
I ricavi sono scesi del 10% a quota 8 miliardi e 550 milioni di dollari a fronte di attese per 9 miliardi e 300 milioni. Le divisioni di trading e wealth management hanno entrambe fatto peggio delle previsioni. Nel preborsa i titoli lasciano sul campo più del 4%.
Le rinnovate tensioni commerciali deprimono il sentiment degli investitori a Wall Street. Il timore è che la legge possa compromettere i colloqui tra le due potenze economiche mondiali proprio prima della visita in America del vice premier cinese Liu He a Washington prevista questo mese.
Nei primi scambi il Dow Jones segna una flessione dello 0,4%, mentre l’indice S&P 500 cala di 8 punti, allo 0,33% e il Nasdaq Composite di 22 punti allo 0,32%. Le leggi introdotte in Usa vietano la vendita di chip statunitensi a Huawei e ad altre aziende cinesi che violano le sanzioni statunitensi o le leggi sul controllo dell’export.
Si segnala inoltre il tonfo di Morgan Stanley, il cui titolo scende del 5% subito dopo che la banca ha reso noto i conti trimestrali. Netflix scende dello 0,5% in attesa della pubblicazione dei conti alla chiusura di Wall Street.
Le principali Borse europee chiudono in generale calo. Il listino paneuropeo EuroStoxx 50 cede lo 0,26% sul crollo di SocGen (-5,66%) dopo il profit warning. Soffre anche BNP Paribas (-3,85%). Acquisti su Ab Inbev (+1,29%), Inditex (+1,21%) e Unilever (+1,13%).
Piazza Affari chiude sui livelli della vigilia una seduta priva di grandi spunti dopo il caos per la Brexit e le perdite subite dai bancari in seguito alle richieste fatte dalla Bce con la direttiva sugli accantonamenti da destinare ai crediti deteriorati.
Il Ftse Mib termina lievemente in calo a -0,04%. In luce Campari (+4,14) sui dati del consumo delle bevande alcoliche Usa. Bene anche TIM (+2,06%) mentre è in corso il Cda. In ordine sparso le banche. Mediaset cede il 3,26% dopo downgrade da BofA.
Questo è il quadro in avvio di seduta:
Indice Eurostoxx -0,6%
DAX -0,8%
CAC 40 -0,7%
FTSE 100 -0,5%
IBEX -0,6%
FTSE MIB -0,6%
Il contesto difficile e i tanti rischi e incertezze globali si fanno sentire sui mercati azionari e i listini azionari scambiano in rosso. È un risk-off relativamente generalizzato che risparmia soltanto qualche titolo protagonista di storie societarie positive. Sul Forex, richiesto lo yen, valuta rifugio per eccellenza, mentre sono pesanti dollaro australiano, neozelandese e canadese. Sull’obbligazionario alto l’interesse per i Treasuries.