E’ facile puntare il dito contro i ribassisti, che stanno complottando contro il mondo della finanza. Dopo il peggiore decennio della storia per i mercati, si sono meritati per lo meno il beneficio del dubbio.
Con le prime pagine che continuano ad essere riempite da titoli apocalittici e con lo stato d’animo delle classi sociali a tutti i livelli ancora sotto i tacchi, il vero indicatore ribassista che conta potrebbe essere il malcontento generale.
Alcuni ritengono invece che il periodo prolungato di prestazione sotto la media sia in realta’ persino costruttivo e come ci insegna quanto avvenuto in passato, ci attendono ritorni a doppia cifra nel prossimo futuro.
Tutto vero, se non fosse per la fragilita’ insita nei mercati globali e nelle dimensioni esagerate degli squilibri.
Da tempo ne parliamo su queste pagine: uno dei problemi e’ che le droghe iniettate dal governo mascherano i sintomi e i malanni del mercato, dopo anni di spese folli anzi che di cure a base di deflazione delle classi di asset e di ristrutturazione del debito.
Il mercato nelle ultime sedute e’ stato anche troppo docile, ma ci sono tutti i presupposti che fanno pensare che siamo nell’occhio di un ciclone finanziario.