I rischi di recessione stanno aumentando e i mercati prendono nota. Detto questo, le indiscrezioni incoraggianti giunte dal fronte della guerra commerciale hanno la meglio e nelle sale operative sono i rialzisti a prevalere. Stando a quanto riportato dall’agenzia Dow Jones i negoziatori di Cina e Stati Uniti hanno appianato le differenze e anche se un’intesa definitiva è lontana, si apre uno spiraglio di pace.
Questo fa bene ai mercati in un momento di massima incertezza. Sono sempre più numerosi, difatti, gli economisti che vedono un periodo di contrazione dell’attività economica nel corso dell’anno. Tra questi l’economista di ING Carsten Brzeski che vede un rischio significativo che la Germania finisca in una fase di recessione, ossia di due trimestri consecutivi di decrescita del PIL.
I timori sono accentuati dall’inattesa flessione della produzione industriale riportata a inizio settimana. Lo stesso Brzeski, tuttavia, ricorda che l’economia tedesca – sebbene dipendente dall’export e dagli affari con la Cina – rimane robusta e anche una recessione tecnica non dovrebbe preoccupare. L’importante – e vale anche per le altre grandi economie del mondo come quella cinese e americana – è evitare una frenata troppo brusca.
“I dati di oggi hanno incrementato il rischio di una recessione tecnica in Germania nella seconda metà del 2018“. Da un altro punto di vista, “i consumi di privati e pubblici sono tuttora in grado di controbilanciare le forze della recessione”, la quale anche se si dovesse manifestare non dovrebbe intaccare più di tanto il mercato del lavoro.
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Mercati azionari in rialzo ma con cautela nella seconda seduta della settimana. Le Borse sono da un lato favorite dai colloqui tra Usa e Cina sulla guerra commerciale ma dall’altro sono tesi per via delle prospettive economiche in deterioramento nella locomotiva europea (la Germania).
Le piazze principali guadagnano tra il mezzo e il punto percentuale pieno. I future sugli indici della Borsa Usa scambiano pure in progresso di circa lo 0,5% alle 10.30 ora italiana. I trader preferiscono non prendere troppi rischi, nonostante le dichiarazioni incoraggianti provenienti da Washington e Pechino.