Dopo Brexit e Trump i mercati temono che Olanda e Francia possano essere i prossimi choc anti europei. Domani si tengono le elezioni nel paese nordico, dove un’eventuale vittoria di Geert Wilders potrebbe creare un precedente pericoloso nell’Unione Europea: la vittoria di un partito contrario all’euro, al libero scambio e alle politiche di accoglienza dei rifugiati. I Btp e i Bonos spagnoli sono venduti a piene mani e registrano rendimenti che non si vedevano da due anni. A proposito di risvolti politici in Europa, sul mercato valutario occhio alla sterlina in calo ai minimi di otto settimane dopo che il parlamento britannico ha dato il via libera al processo di Brexit.
Oltre al voto in Olanda, gli altri due appuntamenti clou di domani riguardano l’atteso rialzo dei tassi della Fed di domani e la scadenza del provvedimento per innalzare il tetto del debito Usa, che rischia di aprire la madre di tutte le battaglie politiche sul debito Usa. Sul fronte prettamente operativo, l’analista di ETF Securities James Butterfill avverte che gli investitori sono “cullati in un falso senso di sicurezza“, ma la situazione è critica e per l’azionario proprio problematica, dal momento che i valori di Borsa sono più sopravvalutati anche rispetto al 1929, anno in cui l’azionario Usa ha fatto a ottobre un crash clamoroso e l’economia è poi sprofondata nella fase di Grande Depressione.
L’head of research del broker, sostiene che gli investitori siano troppo compiacenti e che lo siano diventati per via delle promesse di Donald Trump sui piani di alleggerimento fiscale e maxi investimenti, che sono ancora ben lontani dal concretizzarsi. In questo contesto, si fa sempre più probabile l’eventualità di assistere a una pioggia di vendite. La riprova che i mercati siano senza paura la offrono l’andamento dell’indice CBOE della volatilità (VIX) ai minimi storici e i mercati azionari come S&P 500 e Dow Jones ai massimi record. Il piano controverso del presidente Trump prevede l’iniezione di mille miliardi di dollari per alimentare l’economia tramite una riduzione del carico fiscale sulle imprese, progetti di infrastruttura, una de-regulation nel settore bancario e il rimpatrio di patrimoni parcheggiati in conti offshore.
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Tensione sui mercati obbligazionari, con il Btp decennale italiano che ha oltrepassato il rendimento del 2,4%. I tassi a dieci anni italiani sono ai massimi da luglio 2015, quelli spagnoli sono ai livelli più alti da novembre 2015, mentre i rendimenti dei Bund decennali, ritenuti un bene rifugio nel panorama del reddito fisso europeo, scambiano allo 0,5%, livello che non raggiungevano da 14 mesi.
È l’effetto contemporaneo delle incertezze per le elezioni in Olanda e in Francia e i timori di un irrigidimento monetario in Eurozona. Lo Spread tra Btp e Bund a 10 anni ha aperto in area 189 punti base.
Sul valutario l’euro pure è penalizzato dalle incertezze politiche in Europa, mentre il dollaro Usa di contro viene favorito dall’avvicinarsi dell’appuntamento con il rialzo dei tassi della Fed, il terzo in poco più di dieci anni di tempo.
La pioggia di vendite che si sta abbattendo sulla sterlina aiuta la Borsa inglese, che risulta essere l’unica capace di guadagnare terreno quest’oggi tra le principali piazze finanziarie d’Europa.
Dopo che il parlamento britannico ha approvato il testo sulla Brexit, dando di fatto il via libera al governo per ricorrere all’articolo 50 e avviare l’iter di due anni di trattative con l’Ue per stabilire quali saranno i nuovi patti tra i due blocchi europei, la sterlin è sotato pressione.
Dopo che il parlamento britannico ha approvato il testo sulla Brexit, dando di fatto il via libera al governo per ricorrere all’articolo 50 e avviare l’iter di due anni di trattative con l’Ue per negoziare i nuovi patti tra i due blocchi europei, la sterlina è sotato pressione.
In rialzo in una seduta complicata per il mercato azionario europeo UniCredit (+0,1%) grazie a Barclays che migliora la raccomandazione da underweight a equalweight. Piazza Affari cede lo 0,2%.
In rialzo in una seduta complicata per il mercato azionario europeo UniCredit (+0,1%) grazie a Barclays che migliora la raccomandazione da underweight a equalweight. Piazza Affari cede lo 0,2% a 19.667.
I mercati dei bond europei sono sotto stress per via dell’avvicinarsi delle elezioni in Olanda e in Francia. Nonostante la polemica con la Turchia, che si pensava potesse favorire un partito contrario alle politiche di accoglienza dei migranti come quello di Geert Wilders, i consensi del movimento anti europeo sono scesi negli ultimi giorni quando mancano 24 ore al voto in Olanda. Al momento si assicurerebbe il 14% (Partito delle Libertà, PVV).
Il partito del premier in carica Mark Rutte (VVD) è in testa con il 17% dei favori, ma l’esito delle elezioni è quanto mai incerto, anche per via della presenza di numerosi piccoli partiti (che creeranno dispersione dei voti) e dell’ancora grande numero di elettori indecisi. Anche se Wilders dovesse arrivare in testa, difficilmente riuscirebbe a trovare un accordo con un altro partito per formare una coalizione di governo.
Sul fronte macro, l’indice ZEW del sentiment economico in Germania è salito da 10,4 a 12,8 punti a febbraio. Le attese erano tuttavia per un risultato ancora migliore, pari a 13,1. In seguito alla pubblicazione dei dati l’euro fa sempre fatica oggi sul dollaro, e quota $1,0637. Il tasso di cambio si muove in trading range dopo aver provato a rafforzarsi in seguito all’atteggiamento più da falco della Bce.
In Usa si preannuncia un avvio all’insegna della debolezza per le Borse alla vigilia dello scontato rialzo dei tassi della Fed, che potrebbe tuttavia creare smottamenti nel mercato del credito e finanziario in generale.
Evaporano i guadagni del petrolio, che sui mercati energetici scambiano in rosso dopo che l’Opec ha alzato le stime sulla domanda globale della materia prima a 1,26 milioni di barili al giorno. Malgrado i tagli alla produzione, l’offerta è cresciuta a gennaio.
Restando all’interno dell’universo delle materie prime, l’oro guadagna terreno. I prezzi rimangono ben impostati mentre gli investitori aspettano le novità su Federal Reserve, elezioni in Olanda e tetto del debito Usa.
I segnali di una crescita dell’inflazione e il buono stato di forma del mercato del lavoro negli Stati Uniti dovrebbero convincere la Fed ad alzare i tassi per la seconda volta in soli tre mesi di tempo: non succedeva dal 2006. La banca centrale americana renderà nota la sua decisione alle 14 ora locale italiane di domani e la conferenza stampa si terrà mezz’ora più tardi.
Restando all’interno dell’universo delle materie prime, l’oro guadagna terreno. I prezzi rimangono ben impostati mentre gli investitori aspettano le novità su Federal Reserve, elezioni in Olanda e tetto del debito Usa.
I segnali di una crescita dell’inflazione e il buono stato di forma del mercato del lavoro negli Stati Uniti dovrebbero convincere la Fed ad alzare i tassi per la seconda volta in soli tre mesi di tempo: non succedeva dal 2006. La banca centrale americana renderà nota la sua decisione alle 14 ora locale (le 20 italiane) di domani e la conferenza stampa si terrà mezz’ora più tardi.
Si intensificano le vendite sul petrolio che ora perde circa un punto percentuale sia sul fronte del contratto sul Brent sia per quanto riguarda il future sul WTI americano.
I numeri che arrivano da fronte dell’inflazione Usa sono solidi, pur senza grandissime sorprese. I prezzi alla produzione sono saliti dello 0,3% in febbraio su base mensile, un rialzo più accentuato delle previsioni che erano ferme al +0,1%, ma una variazione positiva meno intensa rispetto al mese precedente (+0,6%).
Sempre in febbraio i prezzi alla produzione sono cresciuti del 2,2% su base annuale, sopra le stime che erano per un incremento dell’1,9% e sopra i livelli registrati a gennaio (+1,6%). Per i prezzi alla produzione si tratta del tasso di rialzi più sostenuto degli ultimi cinque anni. Già prima della pubblicazione di questi dati, che offrono la conferma di un’inflazione in salita, il rialzo dei tassi della Federal Reserve veniva ormai dato per scontato al 100% dai mercati finanziari.
Per la prima volta dalle elezioni presidenziali Usa, quando il listino delle small cap ha pagato l’essere giudicato sopravvalutato dai mercati, gli speculatori hanno deciso di scommettere al ribasso sull’indice azionario Russell 2000 (dopo il record delle posizioni nette lunghe a inizi dicembre). L’analista Andrew Lapthorne di Société Générale osserva che, relativamente a un dietrofront tutto sommato non troppo allarmante per l’indice S&P 500 rispetto ai record segnati in precedenza, il trend dell’indice Russell 2000 deve preoccupare.
Sull’indice delle small cap pesano i timori di una bassa redditività e dell’esposizione ad attivi rischiosi. “L’atteggiamento è cambiato quasi nel corso di una notte – fa notare l’analista – on l’indice balzato del 20% nelle settimane successive l’elezione di Donald Trump, sulla scia della spinta arrivata dalla combinazione tra le aspettative bullish sulla Trumpeconomics e le operazioni di short covering”.
Per la prima volta dalle elezioni presidenziali Usa, quando il listino delle small cap ha pagato l’essere giudicato sopravvalutato dai mercati, gli speculatori hanno deciso di scommettere al ribasso sull’indice azionario Russell 2000 (dopo il record delle posizioni nette lunghe a inizi dicembre). L’analista Andrew Lapthorne di Société Générale osserva che, relativamente a un dietrofront tutto sommato non troppo allarmante per l’indice S&P 500 rispetto ai record segnati in precedenza, il trend dell’indice Russell 2000 deve preoccupare.
Sull’indice delle small cap pesano i timori di una bassa redditività e dell’esposizione ad attivi rischiosi. “L’atteggiamento è cambiato quasi nel corso di una notte – fa notare l’analista – on l’indice balzato del 20% nelle settimane successive l’elezione di Donald Trump, sulla scia della spinta arrivata dalla combinazione tra le aspettative bullish sulla Trumpeconomics e le operazioni di short covering”.
In seguito alla pubblicazione del report mensile dell’Opec sui livelli di domanda e offerta, i prezzi del petrolio sono scesi ai minimi plurimensili. In particolare preoccupa il gran balzo della produzione in Arabia Saudita.
Come previsto Wall Street ha aperto in ribasso. Pesano i cali del settore petrolifero (Chevron -1,1%) e di colossi come Caterpillar, Goldman Sachs, Dow Chemical, General Electric.
Si estendono i cali degli ultimi mesi (-11,64% in tre mesi) per il comparto petrolifero.
Sul valutario si rafforza invece il dollaro, aiutato dalla debolezza della sterlina e dall’imminente stretta monetaria della Federal Reserve.
Intanto a Piazza Affari il listino Ftse MIB ha bucato quota 19.500 punti. L’indice delle blue chip cede lo 0,8% circa.
L’indice di riferimento europeo Stoxx Europe 600 è in calo di mezzo punto percentuale, e come per la Borsa di Milano, a pesare sono i ribassi di petroliferi e bancari in particolari.
La tempesta di neve che si è abbattuta sulla costa orientale americana sta influenzando gli scambi di Borsa per via delle difficoltà di spostamento e del blocco dei trasporti a New York. Diversi voli in tutto il paese sono stati cancellati a causa del maltempo. Anche l’incontro tra la Cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente Usa Donald Trump è stato rimandato per le stesse ragioni.
La tempesta di neve che si è abbattuta sulla costa orientale americana sta influenzando gli scambi di Borsa per via delle difficoltà di spostamento e del blocco dei trasporti a New York. Diversi voli in tutto il paese sono stati cancellati a causa del maltempo. Anche l’incontro tra la Cancelliera tedesca Merkel e il presidente Usa Trump è stato rimandato per le stesse ragioni.
La cancellazione di oltre 6 mila voli diretti o provenienti dagli Stati Uniti sta avendo un impatto negativo sul settore aereo americano. L’indice settoriale dell’S&P 500 cede circa il 2% al momento. I titoli più venduti sono quelli delle compagnie aeree United Continental, Southwest Airlines e Delta.
Anche se le perdite si stanno riducendo sul finale di seduta, le Borse europee scambiano ancora in territorio negativo.
Intanto a Piazza Affari il listino Ftse MIB ha bucato temporaneamente quota 19.500 punti prima di risalire la china. L’indice delle blue chip cede lo 0,8% circa a 19.555 punti.
La cancellazione di oltre 6 mila voli diretti o provenienti dagli Stati Uniti sta avendo un impatto negativo sul settore aereo americano. L’indice settoriale dell’S&P 500 cede circa il 2% al momento. I titoli più venduti sono quelli delle compagnie aeree United Continental, Southwest Airlines e Delta.
Alert “tecnico” dal mercato del credito ad alto rendimento. Per la prima volta dalle elezioni Usa il fondo comune sui bond aziendali high yield è sceso sotto la media mobile a 200 giorni.
Sui mercati azionari americani, il calo dell’S&P 500 è il più pesante dal 20 gennaio.
Dopo essere calati sui minimi di tre mesi, i prezzi del petrolio provano a rimbalzare sulla scia della spiegazione dell’Arabia Saudita all’incremento inaspettato della produzione di barili . Le autorità del Regno del Golfo hanno spiegato che l’aumento ha solo fini domestici.
Citando una fonte a conoscenza delle politiche saudite, Bloomberg scrive che il paese membro dell’Opec non ha alzato l’offerta verso il mercato del petrolio internazionale il mese scorso. È vero che i volumi delle scorte di greggio presso le raffinerie e terminali petroliferi sauditi sono aumentate in febbraio ma al contempo sono balzate anche le consegne alla Cina nello stesso mese.
La Borsa di Parigi paga la formalizzazione dell’inchiesta su Fillon, che è stato rinviato a giudizio per lo scandalo del Penelopegate. Fillon è accusato di appropriazione indebita nell’ambito dell’indagine sui presunti impieghi fittizi concessi a moglie e figli in Parlamento.
Qui sotto sono riportate le chance di vittoria dei candidati alle elezioni presidenziali. Il leader del partito Repubblicano, che era dato per favorito prima dello scoppio dello scandalo, non ha più molte speranze di passare il primo turno. C’è ancora una chance su tre di vittoria della candidata anti europeista Marine Le Pen.
La Borsa di Parigi scivola ai minimi di seduta, pagando la formalizzazione dell’inchiesta su Fillon, che è stato rinviato a giudizio per lo scandalo del Penelopegate. Fillon è accusato di appropriazione indebita nell’ambito dell’indagine sui presunti impieghi fittizi concessi a moglie e figli in Parlamento.
Qui sotto sono riportate le chance di vittoria dei candidati alle elezioni presidenziali. Il leader del partito Repubblicano, che era dato per favorito prima dello scoppio dello scandalo, non ha più molte speranze di passare il primo turno. C’è ancora una chance su tre di vittoria della candidata anti europeista Marine Le Pen.
La Borsa di Parigi scivola ai minimi di seduta, pagando la formalizzazione dell’inchiesta su Fillon, che è stato rinviato a giudizio per lo scandalo del Penelopegate. Fillon è accusato di appropriazione indebita nell’ambito dell’indagine sui presunti impieghi fittizi concessi a moglie e figli in Parlamento.
Qui sotto sono riportate le chance di vittoria dei candidati alle elezioni presidenziali. Il leader del partito Repubblicano, che era dato per favorito prima dello scoppio dello scandalo, non ha più molte speranze di passare il primo turno. C’è tuttora una chance su tre di vittoria della candidata anti europeista Marine Le Pen.
Dalla prova in chiusura dei principali listini azionari europei, si vede chiaramente coma la Borsa di Parigi sia stata la peggiore di tutte, con l’indice CAC 40 che ha chiuso sui minimi di seduta.
Piazza Affari ha fatto altrettanto male, perdendo lo 0,84% a 19.542 punti. L’indice di riferimento d’Europa Euro Stoxx 600 ha perso un terzo di punto percentuale circa (-0,33% a 373,42 punti).
In chiusura dei mercati europei lo spread tra Btp e Bund a 10 anni è a quota 191 punti base e il rendimento del Btp italiano al 2,36%.
A Milano si segnala il calo dei titoli bancari, di Eni, di Leonardo, di Saipem, di UnipolSai, di CNH Industrial e di Yoox. In controtendenza invece Azimut, Campari, Brembo, FCA e Recordati.
Sul fronte valutario, sterlina pesante mentre il tasso di cambio tra euro e dollaro si attesta a quota $1,0640, Sui mercati energetici il prezzo del petrolio Wti cede oltre il 2% a 47,3 dollari al barile.
Europa: partenza in sordina per le Borse.
