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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (30/11/05)

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(WSI) – USA: gli ordini di beni durevoli di ottobre hanno evidenziato un andamento mensile superiore alle attese. Inferiore alle aspettative invece il dato al netto della componente trasporti. A spiegare il forte ridimensionamento dell’incremento mensile tra i due citati dati è stata la componente aerei ad uso civile. Di conseguenza per il trimestre in corso l’apporto della spesa per investimenti del settore privato potrebbe ancora essere rilevante. Le vendite di nuove case di ottobre ha fornito indicazioni contraddittorie rispetto al dato sulle vendite di case esistenti pubblicato ieri. Si è infatti registrato un incremento mensile del 13% su base destagionalizzata con un calo dei tempi di invenduto (da 4,7 a 4,3 mesi).

La fiducia dei consumatori Usa del mese di novembre ha segnato un recupero ben al di sopra delle attese. Determinante è stata la continuazione del calo dei prezzi energetici insieme al miglioramento della percezione delle condizioni del mercato del lavoro. La percentuale di coloro che hanno segnalato difficoltà nella ricerca di un nuovo lavoro è infatti calata al 23,2% da 25,3%, ritornando pertanto sui valori registrati nella fase antecedente al passaggio degli uragani.

Tale indicazione lascia immaginare per ora un dato sugli occupati non agricoli di novembre superiore alle 150.000 unità, così come già ampiamente atteso dagli analisti. I dati pubblicati ieri hanno evidenziato la possibilità di un andamento favorevole della crescita anche nel quarto trimestre, comportando un rialzo dei tassi di mercato. Pressoché invariati invece gli indici azionari.

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Europa: in occasione della presentazione del suo rapporto semestrale, l’OCSE ha abbassato le previsioni di crescita per l’intera area Euro per l’anno in corso, portandole al +1,4%, dall’1,2% precedentemente atteso. L’organizzazione internazionale si attende anche un recupero della crescita (+2,1% nel 2006 e +2,2% nel 2007), ripresa però che sarà molto graduale. Sotto tale ipotesi, l’OCSE ha espresso la necessità di un’estrema gradualità nel rialzo dei tassi ufficiali di interesse, indicando come periodo per l’inizio di una fase di rimozione dell’accomodamento monetario la fine del 2006.

Per quel che riguarda i singoli paesi, particolarmente preoccupante è il quadro italiano. Sul paese pesa, infatti, lo squilibrio dei conti pubblici, con un debito che il prossimo anno dovrebbe attestarsi al 110% del PIL. I dati diffusi ieri hanno evidenziato uno stallo nella crescita di M3, con un’accelerazione del credito al consumo privato e pubblico.

Oggi l’attenzione si focalizzerà sui dati relativi ai prezzi al consumo italiani e, soprattutto, sulla stima flash diffusa da Eurostat, relativa all’inflazione europea. Il dato di novembre dovrebbe evidenziare un tendenziale stabile al 2,5%.

Asia-Pacifico: dopo aver superato quota 15.000, oggi, l’indice Nikkei 225 ha cominciato a perdere terreno, per poi accelerare la calo nelle battute finali, chiudendo con un –0,37%, a conclusione di un mese che ha visto l’indice guadagnare ben il 9,3%, mettendo in fila ben sette mesi di rialzi.

Le alte valutazioni raggiunte in così breve tempo hanno, naturalmente, costituito un fattore importante nel rendere i 15.000 un livello di resistenza, alle quali si sono poi andate ad aggiungere prese di profitto di fine mese e, proprio nella parte finale, le dichiarazioni di Iwata, vicegovernatore della Banca del Giappone, il quale ha ribadito la propria fiducia nel ritorno dell’indice dei prezzi al consumo core ad una variazione tendenziale positiva già per la fine di quest’anno, con un’accelerazione nel primo trimestre 2006.

Commodity: in lieve calo le quotazioni petrolifere dietro la speculazione che le scorte di distillati potrebbero essere sufficienti a soddisfare l’elevata domanda invernale. Tuttavia l’attuale fase di calo dei prezzi dovrebbe fermarsi con l’arrivo dell’inverno. Il prezzo del greggio infatti potrebbe tornare a salire raggiungendo nuovamente i 60 $/b. Oggi sono attesi i dati sulle scorte di petrolio Usa. In particolare l’attenzione sarà rivolta alle scorte di distillati che il consensus di mercato stima in rialzo. Relativamente al mercato dei preziosi le quotazioni dell’oro sono scese sotto i 500 $/oncia.

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