Società

MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (23/2/05)

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

USA: il dato sulla fiducia dei consumatori di febbraio ha registrato un incremento del valore generale rispetto al mese precedente a fronte ancora di un andamento dicotomico tra componente prospettica (in calo) e corrente (in rialzo raggiungendo il livello massimo dal settembre del 2001). Allo stesso tempo l’hard to get job index si è posizionato sui livelli minimi dal maggio del 2002. Aumentano pertanto le aspettative di un incremento di non farm pay rolls superiore alle 200.000 unità anche se, occorre precisare che già in diversi casi l’entità del miglioramento della percezione delle condizioni del mercato del lavoro non ha avuto come riflesso un incremento dei nuovi occupati di entità altrettanto forte.

La banca centrale del Sud Corea ha emesso un comunicato ufficiale in cui ha dichiarato che “non modificherà il portafoglio di valute nell’ambito delle proprie riserve a causa di fattori di mercato di breve termine”. Sulla stessa linea si è espresso anche il ministro delle finanze nipponiche. Sui mercato azionari ha pesato il forte rialzo del prezzo del greggio che ha causato perdite nell’ordine dell’1,5% circa per i tre principali indici.

In questo contesto segnaliamo la tenuta relativamente migliore del sottoindice dei semiconduttori di Filadelfia che ha chiuso con una perdita dello 0,45%. Oggi l’attenzione è interamente focalizzata sul Cpi, che, sebbene non rappresenti l’indi di riferimento sui prezzi adottato dalla Fed, potrà comunque impattare sulle aspettative future di conduzione della politica monetaria.

Europa: ieri l’Ifo, alla vigilia della pubblicazione dell’indice di febbraio in calendario per la giornata odierna, ha pubblicato il suo indice europeo trimestrale di fiducia economica. Il sondaggio, basato su un’intervista a 325 economisti internazionali, ha evidenziato un calo dell’indice all’85,6, toccando così il livello più basso dall’ultimo trimestre del 2003. A trainare il dato sarebbe stata la flessione delle condizioni correnti scese a 78,8, da 84,1.

Nerb ha detto di attendersi per il 2005 una crescita in area Euro all’1,5%, al di sotto dell’1,8% atteso per il 2004 e questo dovrebbe spingere le autorità monetarie a mantenere invariati i tassi di interesse. A tale dichiarazione si è aggiunta quella di Caruana, membro votante della Bce, che ha ribadito come la dinamica inflativa in area Euro rimanga sottocontrollo con un tasso di crescita dei prezzi al consumo che potrebbe tornare sotto il 2% nei prossimi mesi. Meno ottimista relativamente alla crescita, che Caruana ha definito “più incerta”.

Asia-Pacifico: in Giappone, un’ulteriore sorpresa negativa sulla situazione congiunturale è arrivata con il dato per gennaio dell’avanzo della bilancia delle partite visibili, avanzo contrattosi ben più delle attese a ¥200,8Mld, registrando una variazione tendenziale annua del –59,9%, soprattutto per via del calo delle esportazioni verso l’Europa, con l’avanzo calcolato su base destagionalizzata contrattosi a ¥854,5Mld, in calo del 9,6% sul mese.

Leggermente migliore delle attese la lettura per dicembre dell’indice di attività nel settore dei servizi, rimasto invariato rispetto al mese precedente, su base destagionalizzata, con il maggior freno al rialzo rappresentato dai servizi commerciali, all’ingrosso ed al dettaglio, che hanno presumibilmente patito l’effetto sulle attitudini di spesa dei consumatori nipponici del clima più mite della norma, mentre molti osservatori continuano a sperare che i recenti miglioramenti sul fronte occupazionale si traducano in rialzi dei salari e, di qui, in un aumento dei consumi interni.

Commodity: le basse temperature europee e statunitensi continuano a sostenere le quotazioni petrolifere salite del 6% superando i 51 $/b. Segnali incoraggianti giungono intanto dall’Opec, secondo cui al momento non è opportuno ridurre la produzione petrolifera del cartello. Il presidente dell’organizzazione dei paesi esportatori Ahmad Fahd al-Sabah ha inoltre precisato che occorrerà seguire attentamente il mercato.

Salgono di circa il 2% le quotazioni aurifere dopo il forte indebolimento del dollaro causato dalla notizia secondo cui la Banca di Corea avrebbe intenzione di aumentare gli investimenti in asset non denominati in dollari, ipotesi quest’ultima smentita dalla stessa banca centrale.

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C.Pace (Research Assistant)