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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (16/2/05)

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USA: migliore delle attese il dato core delle vendite al dettaglio in Usa nel mese di dicembre. Particolarmente positivo è stato l’incremento mensile di alcuni settori come quello dell’abbigliamento (+1,8%) e dei beni sportivi (+0,6%), insieme al settore direttamente collegato all’andamento del prezzo del greggio (gasoline stations +1,8%). Il dato evidenzia in parte come a gennaio vi sia stato un effetto trascinamento del buon andamento delle vendite natalizie che nel mese di dicembre era stato concentrato soprattutto nell’ultima settimana del mese, dopo un prima parte del mese al di sotto delle attese. L’atteso TIC report, che monitora l’andamento dei flussi di capitali finanziari verso gli Usa, ha evidenziato a dicembre acquisti netti pari a 61Mld$ da 89,3. Il dato è risultato lievemente al di sopra delle attese.

Particolarmente forte è stato il ridimensionamento degli acquisti netti di Treasuries, soprattutto da parte dei c.d. officials tra cui si annoverano le banche centrali. Nell’ambito di queste ultime figurano anche i Caribbean Banking Centers collegati soprattutto agli hedge funds che negli ultimi due mesi hanno disinvestito Treasuries complessivamente per 29Mld$. Tali posizioni sono spesso molto erratiche e legate a posizionamenti speculativi. Pertanto, al netto di questo dato, il ridimensionamento degli afflussi di capitali finanziari risulta meno accentuato rispetto a quanto evidenziato dal dato complessivo.
USA: produzione industriale a/a e tasso util. impianti

Inoltre gli acquisti netti del settore private sono risultati a dicembre superiori alla media del 2004 (72,6 vs. 56,64 Mld$). Oggi è atteso il discorso di Greenspan al Senato. Il capo della Fed potrebbe rimanere aperta la possibilità di un cambiamento dell’atteggiamento graduale laddove i dati macro lo richiedessero. In tal modo verrebbe data voce a quella parte del board che preme per un atteggiamento più aggressivo della Fed sui tassi. Al momento continuiamo a ritenere che in concreto non dovrebbe essere modificato l’approccio graduale.

Europa: sotto le attese il dato sul Pil italiano che secondo la lettura preliminare a dicembre è sceso dello 0,3% t/t da +0,4% con una crescita tendenziale dell’1% dall’1,4%, registrando la peggiore contrazione trimestrale dal quarto trimestre 1998. Il dato confermerebbe il calo registrato dalla produzione industriale di dicembre che ha evidenziato una forte flessione del settore manifatturiero, e l’indebolimento della fiducia dei consumatori. Se confermato, il 2004 si chiuderebbe con una crescita media dell’1,1%, sotto il target dell’1,2%.

Sul dato dovrebbe aver influito in particolare il deterioramento dei conti con l’estero conseguente al rafforzamento dell’euro che ha penalizzato le esportazioni. La contrazione registrata dal Pil tedesco ed italiano getta ombre sulla crescita europea che, per l’ultimo trimestre del 2004, potrebbe essere anche inferiore allo 0,2% riportato dalle stime preliminari.

Intanto, la Commissione Europea ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita dell’area euro per il primo e per il secondo trimestre 2005 in una forchetta compresa tra +0,2% e +0,6% per entrambe, da una stima precedente compresa tra lo 0,3%-0,7%. Notizie incoraggianti arrivano invece dallo Zew che a gennaio è salito a 35,9 da 26,9, con un miglioramento anche della componente relativa alla situazione corrente (-58,7 da –21,2).

Asia-Pacifico: in lieve rialzo, stamani, molte delle maggiori borse della regione, ad eccezione del Nikkei 225, in calo dello 0,28%. Ha sorpreso in la revisione della variazione del prodotto interno lordo reale del Giappone nel terzo trimestre del 2004 (a –0,3%, da +0,1%), con la stima preliminare per il quarto trimestre a suggerire un ulteriore calo dello 0,1%, portando a tre i trimestri consecutivi di contrazione e consentendo, almeno da un punto di vista tecnico, di parlare di recessione per l’economia dell’arcipelago, la quarta recessione in un decennio.

Alle cattive notizie riguardanti il declino delle esportazioni nette ed il mancato arresto del calo delle spese private per consumi, si contrappongono i buoni dati riguardanti la formazione di capitale fisso, con le imprese che continuano ad investire e con diversi economisti che continuano a dichiararsi moderatamente ottimisti sull’andamento futuro dell’economia nipponica.

L’effetto immediato della sorpresa negativa sembra essersi rivelato più sul valore esterno dello Yen, scambiato stamattina intorno a 105 contro Dollaro, che sull’azionario, dove invece hanno ben performato i titoli tecnologici, anche sull’onda della buona trimestrale della statunitense Applied Materials.

Commodity: restano pressoché invariate le quotazioni petrolifere dopo che il ministro dell’energia dell’Algeria ha dichiarato che la quota produttiva Opec potrebbe rimanere invariata nella riunione del prossimo mese. Secondo il ministro in alcuni paesi come Canada e Russia è necessario migliorare il livello dell’offerta al fine di assicurare la stabilità dei prezzi ed inoltre è possibile che nei prossimi mesi si registri un aumento della domanda.

Oggi sono attesi i dati sulle scorte petrolifere statunitensi attese in miglioramento. In particolare l’attenzione sarà focalizzata sulle scorte di distillati scese di 3 Mln di barili la scorsa settimana.

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C.Pace (Research Assistant)