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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (10/3/05)

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USA: il beige book ha segnalato una fase di espansione economica in tutti i 12 distretti con dinamica dei prezzi relativamente contenuta, malgrado in alcune aree alcune aziende abbiano segnalato una maggiore facilità di trasmissione degli incrementi dei costi di produzione sui prezzi finali. Confermato anche il miglioramento sul fronte occupazionale. La Fed, dal canto suo, sembra confermare ancora l’intenzione di mantenere l’approccio graduale di politica monetaria, secondo le dichiarazioni fornite ieri da Moskow, membro votante del Fomc.

Nel frattempo sui mercati finanziari si è assistito a movimenti piuttosto bruschi sia sul mercato obbligazionario (tassi in rialzo) che su quello valutario (indebolimento del Dollaro). In entrambi i casi i mover sono stati i seguenti: l’elevato prezzo del greggio in prossimità della soglia dei 55$/b con i rinnovati timori sul fronte prezzi (malgrado le dichiarazioni rassicuranti della Fed) e dall’altro le affermazioni di primo ministro nipponico Koizumi che, nell’ambito di un dibattito parlamentare, ha lasciato intendere la volontà di diversificare le proprie riserve valutarie. Ricordiamo che il Giappone è il primo detentore di riserve valutarie oltre che il primo sottoscrittore mondiale estero di Treasuries Usa su base mondiale.

Vi sono state successivamente parziali rettifiche apportate all’interpretazione di tali dichiarazioni da parte di fonti ufficiali del ministero delle finanze del Paese, per lasciare intendere che l’intenzione di diversificazione non è imminente. Anche negli Usa, Quarles, Treasury Assistant Secretary per gli affari internazionali, si è affrettato a ribadire che la domanda di Treasuries rimane forte. Sul fronte corporate segnaliamo che oggi è attesa l’aggiornamento delle stime trimestrali da parte di Intel, da cui è attesa una revisione al ribasso.

Europa: migliore delle attese la produzione industriale tedesca e francese per il mese di gennaio. I dati, entrambi in rialzo su base tendenziale, hanno risentito positivamente del buon andamento della produzione di beni capitali e di consumo mentre molto deboli sono risultati il settore energetico e delle costruzioni. Sulle prospettive di crescita tedesche ieri l’istituto di ricerca Ifw ha abbassato le sue stime per il 2005, portandole allo 0,6%, dallo 0,8% precedente, con la spesa per consumi delle famiglie che dovrebbe rimanere molto debole per l’intero anno (+0,1% a/a).

Il dato disaggregato sulla crescita italiana del quarto trimestre 2004, inizialmente in calendario per oggi, sarà diffuso il 24 marzo p.v. Domani sarà disponibile il dato definitivo sulla crescita reale grezza per l’intero 2004, attesa all’1,2%. Infine, relativamente alle aree emergenti, ieri la Turchia ha tagliato i tassi di interesse di 100 bps, a seguito del sensibile rallentamento dell’inflazione.

Asia-Pacifico: in calo, stamani, i maggiori indici azionari della regione, sulla scia del calo delle borse nordamericane il giorno prima. Sull’azionario nipponico ha sorpreso negativamente il dato core per il mese di gennaio degli ordinativi di macchinari industriali in Giappone, cioè il dato degli ordinativi privati ad esclusione di quelli relativi alla cantieristica navale ed ai servizi di pubblica utilità, in calo del 2,2% rispetto al mese precedente, su base destagionalizzata, portando la variazione tendenziale annua a 4,8% e facendo temere sulla capacità degli investimenti in beni capitali di continuare a contribuire in modo sostanziale alla domanda interna, con le imprese manifatturiere, in particolare quelle dell’elettronica, che starebbero cominciando a rinviare gli investmenti, in attesa di avere un quadro più chiaro del sentiero di crescita del paese, rischiando così di contribuire a comprometterlo.

Già il dato del capital spending per l’ultimo trimestre del 2004 aveva mostrato la crescita più bassa in un anno, inducendo diversi osservatori ad attendersi per lunedì prossimo una revisione al ribasso del PIL reale del periodo. I prezzi alle importazioni in febbraio sono risultati in accelerazione, segnando un +7,6% a/a, mentre i prezzi pagati dalle aziende per l’acquisto di beni ed energia nello stesso mese sono aumentati dell’1,3% a/a, più delle attese, in una situazione in cui, con il perdurare della deflazione, le aziende rischiano di non riuscire a passare i più alti costi sui consumatori finali, con conseguente contrazione degli utili.

Così come ampiamente atteso, in Corea del Sud, la banca centrale ha lasciato invariato il tasso di interesse di riferimento al 3,25%, mentre in Cina l’avanzo commerciale in febbraio è risultato pari all’equivalente di $4,6Mld, in calo rispetto al mese precedente.

Commodity: migliori delle attese i dati sulle scorte petrolifere statunitensi che nella settimana conclusasi il 4 marzo hanno registrato un incremento di 3,2 Mln di barili. Le scorte di benzine sono scese di 0,2 Mln di barili, sebbene restino sopra la media di periodo, mentre quelle di distillati sono scese di 0,8 Mln contro un’attesa di –1,775 Mln di barili.

I dati non hanno generato grossi movimenti sui prezzi del greggio che dopo un leggero calo hanno chiuso in prossimità dei 55 $/b.

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C.Pace (Economista)