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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (06/5/05)

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USA:l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha tagliato il rating sul debito di General Motors e Ford portandolo al livello di junk bond con, in entrambi i casi, outlook negativo. I titoli delle due società hanno perso circa il 5% in borsa.
Le motivazioni risiedono da un lato nella continua perdita di quote di mercato a beneficio soprattutto dei concorrenti nipponici e dall’altro nel sempre più forte peso dei costi inerenti la spesa sanitaria e previdenziale. GM presenta al momento un ammontare di debito a lungo termine pari a circa 290Mld$ a fronte dei circa 160Mld$ di Ford.

Ieri il dato sulla produttività del settore non agricolo del primo trimestre ha evidenziato un incremento tendenziale annuo del 2,5% dal 2,8% precedente, con un rialzo del costo del lavoro unitario passato dall’1,5 al 2,5%. In quest’ultimo caso, la media mobile a 4 trimestri dell’indice tendenziale si mantiene comunque al di sotto della media dagli inizi degli anni ’90. Per poter comprendere la portata effettiva del ridimensionamento del trend crescente in termini di produttività, occorrerà soprattutto monitorare tutti gli indicatori in grado di offrire una percezione più chiara inerente il pricing power delle aziende Usa.

Oggi l’attenzione è concentrata sui dati sul mercato del lavoro di aprile. In termini di non farm pay rolls, la stima mediana è pari alla media registrata nei primi tre mesi del 2005 (170.000 unità). Nessun analista (eccetto uno) all’interno del pool di Bloomberg stima un valore al di sotto delle 150.000 unità. Eppure, le recenti pubblicazioni delle sottocomponenti occupazionali dell’indice Ism servizi e manifatturiero inducono ad una maggiore prudenza sull’entità della variazione dei non farm pay rolls.

Europa:anche la Corte dei Conti ha espresso le sue preoccupazione circa l’andamento dei conti pubblici italiani.

In un discorso pronunciato ieri davanti alla commissione bilancio della Camera, il presidente Staderini ha dichiarato che, al netto di una tantum e del ciclo economico, l’indebitamento del settore statale è stato in media del 4,3% del Pil nei quattro anni compresi tra il 2001 ed il 2004. Secondo la Corte dei Conti, sarà difficile per l’Italia chiudere il 2005 con un rapporto deficit/Pil inferiore al 3,5% e per questo l’esecutivo dovrebbe riconsiderare la proposta di procedere verso ulteriori tagli delle imposte.

Pochi i dati macro in calendario nella giornata odierna ad eccezione degli ordinativi industriali tedeschi per il mese di marzo. L’ipotesi più plausibile è che il dato rimanga pressoché invariato rispetto alla lettura di febbraio, dopo i sensibili cali registrati nei primi due mesi dell’anno.

Asia-Pacifico:in rialzo le borse asiatiche dietro l’ottimismo della crescita degli utili delle principali società automobilistiche, soprattutto dopo l’abbassamento del rating a junk bond di Ford e General Motors.
Il Nikkei, chiuso nei giorni scorsi per festività nazionali, ha riaperto la seduta con un guadagno dell’1,73%, sostenuto dal buon andamento di Toyota ed Honda. Tra le altre borse asiatiche l’indice Taiex a Taiwan ha guadagnato lo 0,68% ed il Korea Composite a +1,24%.

Sul fronte politico il presidente statunitense Bush e quello cinese Jintao hanno espresso preoccupazione a proposito della Corea del Nord e si sono impegnati a sostenere la ripresa dei negoziati allo scopo di bloccare il programma nordcoreano di sviluppo di armi atomiche.

Intanto continuano le pressioni statunitensi affinché la Cina renda più flessibile il cambio. Il funzionario del Tesoro statunitense nel corso della riunione dell’Asian Development Bank, ha dichiarato che è necessario che la Cina renda più flessibile il cambio proprio ora che gli squilibri macroeconomici del paese stanno crescendo danneggiando la regione.

Commodity:sale il prezzo del greggio dietro la speculazione che l’Opec e gli altri produttori potrebbero trovarsi in difficoltà di fronte all’aumento della domanda della seconda parte dell’anno quando le raffinerie aumenteranno l’output del petrolio da riscaldamento prima dell’inverno.

Relativamente alle altre commodity scendono gli industriali con il sottoindice del Crb in calo dello 0,55%, mentre salgono anche se di poco i preziosi (+0,34%) in attesa dei dati sul mercato del lavoro statunitense di oggi.

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C.Pace (Economista)