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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (03/3/05)

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USA: il discorso di Greenspan, arrivato a sole due settimane dalla recente audizione, pur ribadendo l’opinione secondo cui l’economia presenta un buon tasso di crescita, ha concentrato gran parte delle dichiarazioni sul tema del deficit di bilancio e sulla riforma del sistema previdenziale. Il deficit è stato definito non più sostenibile. Secondo il capo della Fed occorrerebbe pertanto ripristinare la c.d. pay-go rule, secondo cui ogni incremento di spesa o taglio delle imposte deve essere pareggiato con tagli in altre voci di bilancio. Si tratta di una norma che a partire dal 2002 è stata sospesa.

Il capo della Fed ha anche aggiunto che il rientro del deficit di bilancio richiede un’attenta valutazione sia sul fronte della spessa che delle tasse, sebbene su quest’ultimo punto occorra una particolare attenzione visti i potenziali effetti negativi sulla crescita. In ogni caso Greenspan ha dichiarato che i tagli fiscali hanno minore peso al momento nel sostegno alla crescita, pur essendo stati di notevole supporto nel recente passato. L’unico taglio alle imposte che il capo della Fed è sembrato continuare ad approvare è stato quello inerente i dividendi. Sul tema della riforma previdenziale Greenspan ha ribadito il suo pieno appoggio, in particolare all’ipotesi di introduzione di conti personali di risparmio.

In sintesi: il capo della Fed sembra approvare la citata riforma senza più ritenere necessari i tagli fiscali che al momento finirebbero per pesare unicamente sul deficit di bilancio. Con riferimento invece al deficit di partite correnti, la Fed ha pubblicato uno studio in cui viene evidenziato come il conseguente deprezzamento del dollaro avrebbe effetti positivi sulla crescita senza provocare crisi finanziarie. Dello stesso avviso era sembrato anche Greenspan alla fine dello scorso anno. La Fed, pertanto, appare meno preoccupata dal deficit di partite correnti (tollerando in sostanza un ulteriore deprezzamento del Dollaro) e maggiormente attenta al deficit di bilancio. Oggi l’attenzione è focalizzata soprattutto sull’importante sottocomponente occupazionale dell’ISM servizi.

Europa: ieri il dato sul Pil del quarto trimestre 2004 è stato confermato all’1,6% a/a, portando la crescita dell’area Euro all’1,8% a/a aggiustata per i giorni lavorativi e del 2% grezza.

Tra i paesi, Germania ed Italia hanno evidenziato i dati più deboli con contrazioni nell’intimo trimestre dello 0,2% t/t e dello 0.3% rispettivamente. Secondo la Commissione Europea, che ieri ha leggermente alzato il range di crescita atteso per il secondo e per il terzo trimestre 2005 portandolo allo 0,3-0,7%, dallo 0,2%-0,6% precedente, il 2005 dovrebbe concludersi con lo stesso tasso di crescita del 2004. Malgrado la Francia sia risultata tra i paesi più virtuosi dell’area, il 2004 si è concluso con un deficit/Pil al 3,7%, dal 3,6% atteso ed un indebitamento al 65,6%, dal 63,9% del 2003. Il governo francese si è comunque impegnato a riportare il rapporto al di sotto del 3% già nell’anno in corso.

Oggi l’attenzione si focalizzerà sulla Bce. La riunione dovrebbe concludersi con un nulla di fatto ma interessante sarà la conferenza stampa di Trichet. Il capo della Bce potrebbe far riferimento in modo più deciso ad un deterioramento della crescita rispetto alle attese, soprattutto se fosse confermato quanto riportato dall’agenzia di stampa Mnsi, secondo cui la stima centrale della Bce sulla crescita per il 2005 sarebbe stata abbassata all’1,6%, dall’1,9% precedente.

Asia-Pacifico: in rialzo, stamani, le maggiori borse della regione, con le eccezioni di Taipei (-0,37%) e Wellington (-0,12%). A Tokio, l’indice Nikkei, con un rialzo dello 0,36%, ha portato a sei le sedute positive consecutive, più lunga sequenza in rialzo da quattro anni a questa parte, sostenuto dal flusso di acquisti sui titoli legati all’energia, a seguito dei forti rialzi dei prezzi di petrolio e benzine.

In Giappone, in un periodo scarno di dati macroeconomici, l’attenzione di operatori e media si sta posando sulla questione della dinamica futura dei tassi a lungo termine, nel timore che un rialzo dei tassi di interesse, anche dopo la domanda minore sperimentata nell’ultima asta per il governativo decennale, possa finire per interrompere il progresso nelle condizioni di Corporate Japan ed acuire i severi problemi di finanza pubblica.

Commodity: sale oltre i 53$/b il prezzo del petrolio dopo che i dati sulle scorte settimanali statunitensi hanno evidenziato un calo dei distillati (-1,8 Mln di barili da – 0,7 Mln). Le rigide temperature hanno continuato ad alimentare i timori che l’offerta di petrolio da riscaldamento non riuscirà a soddisfare la domanda, particolarmente elevata in questo periodo. Salgono invece le scorte di petrolio (2,4 Mln di barili da +0,6 Mln) e quelle di benzine (+1 Mln da +1,8 Mln), sebbene quest’ultime siano risultate leggermente inferiori alle attese.

Le principali fonderie di zinco cinese, dopo il black out che aveva interrotto gran parte della loro attività, tornano a produrre generando un lieve calo delle quotazioni del metallo. I prezzi dello zinco restano comunque su livelli elevati, da inizio anno la crescita è stata infatti del 18%.

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C.Pace (Economista)