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MERCATI DROGATI O RIALZI GIUSTIFICATI?

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Al di là del ribasso odierno è evidente che il mercato italiano al pari di quelli europei stia attraversando una fase di recupero a velocità sostenuta dopo i fatti dell’11 settembre. In molti però si interrogano in questi giorni sulla natura del recupero che sta proseguendo anche dopo aver chiuso il gap creato dopo lo shock degli attacchi terroristici. Se per alcuni il mercato sta scontando con il consueto anticipo una ripresa prevista dagli analisti per il secondo semestre del 2002, per altri le piazze azionarie sono “drogate” dal sostegno delle istituzioni bancarie che rischiano sul mercato principale e ancor più su quello dei derivati, la cui crescita è stata esponenziale negli ultimi mesi.

Partendo dalle posizioni critiche troviamo in trincea Donatella Principe, analista della Popolare di Vicenza: “E’ un mercato che non riesco a capire: niente va bene dal punto di vista dell’economia reale e sul fronte degli utili: Inoltre c’è tutto il rischio
politico determinato dalla situazione internazionale …. eppure il mercato corre come non faceva da 25 anni”.

”Secondo me la ragione la si trova come al solito nel mercato dei derivati. Quando ci sono movimenti violenti – aggiunge l’analista – le grosse istituzioni finanziarie rischiano di veder fallire le proprie strategie sui derivati, perché si sono allontanate troppo dagli strike price”.

“A questo punto si può drogare il mercato…e mai come in questo caso la cosa appare semplice per una grossa istituzione finanziaria visto che il mercato è in mano ai day trader e non ci sono grossi volumi, siamo su medie di scambi da metà
agosto”.

Vicino alla posizione di Principe, il responsabile della sala operativa di una delle principali Sim estere che operano in Italia: “Credo che i mercati di questi tempi siano assolutamente drogati e sostenuti ad arte. Sono drogati dal fatto che gli analisti non hanno ancora tagliato le stime per il 2002 e questo crea delle false aspettative che saranno spezzate quando arriveranno i profit warning nei primi mesi del 2002”.

“Il tutto – continua l’esperto che preferisce rimanere anonimo per politica aziendale – è amplificato dai volumi bassi e dalla forte speculazione che interessa i derivati come l’azionariato principale”.

Su una posizione più morbida Giorgio Caselli, trader di Sella Capital Market: “Il mercato è stato sostenuto nelle prime settimane dopo gli attentati, ma adesso non credo. Le oscillazioni e la forte volatilità dimostrano al contrario che non c’è controllo. Il recupero è anche giustificato dalle forti perdite di gran parte dei titoli che ora recuperano da livelli ingiustificati”.

Per Daniele Tolusso di Uniprof il recupero è assolutamente normale dopo che i titoli sono in discesa dal marzo del 2000. “E’ cambiato ad esempio il sentiment sui telefonici dopo un anno di massacri e il mercato scommette su una ripresa a metà del 2002. Ci sono molti prezzi che gridano vendetta e poi bisogna tener conto della forte spinta che è arrivata dalle mosse della Federal Reserve che si è mossa benissimo per assicurare un valido e forte sostegno”.

“Anche la guerra aiuterà la ripresa – aggiunge Tolusso – se è vero che un dollaro speso nel settore difesa si riflette sul PIL dell’anno a venire per un valore pari a $2,48”.

Per Pasquale Piccinocchi, responsabile della sala operativa di Banque Cortal – Gruppo Bnp Paribas il discorso è complicato e gli scenari possono essere diversi. “E’ difficile prevedere i risultati e gli scenari che si aprono dopo grandi cambiamenti come la caduta del muro di Berlino, la creazione dell’Unione Europea o la guerra del Kuwait nel 1992, cui possono essere paragonati i fatti di New York e Washington. Credo comunque che ora il livello di protezione sia elevato e che ci sia la consapevolezza che i tragici episodi dell’11 settembre difficilmente ricapiteranno e inoltre il mercato pensa di aver toccato il fondo”.

“Il sostegno è arrivato a livello statale e di banche centrali – aggiunge il responsabile – diffondendo il sentimento che tutto possa migliorare d’ora in poi. Di fatto non credo che il mercato sia drogato in questa fase”.