Editoriali

E’ emergenza sociale: resta solo il risparmio. Il monito di Visco

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Quello che riporto nelle righe successive è uno stralcio della relazione di Ignazio Visco, ormai ex governatore della Banca d’Italia, in occasione della giornata mondiale del risparmio, il 31 ottobre scorso. Trovo illuminanti le sue parole. Nelle poche righe introduttive Visco sottolinea aspetti indispensabili per il futuro di persone e famiglie del Paese straordinario che è l’Italia. Poche righe che condensano tutto (per favorire la lettura ho messo in grassetto i capoversi indispensabili da leggere) il suo pensiero, i suoi principi, la sua ansia.

Non aggiungo altro se non come, tra le righe, emerga tutto il disagio di un uomo che comprende tutto il disastro che la mancanza di attenzione all’accumulazione, di attenzione alla crecita, di corretta allocazione del risparmio, rischi di generare nel Paese. Tutti i MUST di Visco in realtà rappresentano le aeree di carenza, le aree di attenzione, le aree da sviluppare per affrontare bisogni ineludibili.

Non viviamo in un Mondo facile.

Visco ne è consapevole. Non può andare oltre, non può dire di più. Ma chi deve capire capisca, chi vole far proprie le sue parole lo faccia, soparattutto chi deve e può agire agisca.

“Dalla relazione di Ignazio Visco in occasione della giornata del risparmio”

“Il risparmio, e la sua controparte naturale, l’investimento, sono fattori chiave per lo sviluppo equilibrato di un Paese.

A livello individuale, il risparmio consente di trasferire risorse nel tempo, “mettere da parte il reddito” per far fronte a bisogni futuri, come l’acquisto di una casa, l’istruzione dei figli e l’iscrizione a un fondo pensione, per essere meno vulnerabili nei momenti difficili e per guardare avanti con fiducia.

L’acquisizione di adeguate competenze finanziarie è una forma di investimento nel capitale umano in grado di aumentare il benessere e le opportunità delle persone; ciò è tanto più importante alla luce dei grandi e rapidi cambiamenti avvenuti nell’innovazione finanziaria negli ultimi 30 anni, nonché della crescente digitalizzazione dei mercati.

Allo stesso tempo, costituisce la prima necessaria linea di difesa per i risparmiatori, chiamati sempre piĂą spesso a fare scelte complesse e talvolta a confrontarsi con prodotti ad alto rischio.

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Il risparmio è però anche, e forse soprattutto, un bene pubblico che può generare benefici per la collettività attraverso il trasferimento di risorse “nello spazio” dalle famiglie agli imprenditori e alle imprese. Se ben utilizzati, danno un contributo cruciale alla crescita economica di un Paese finanziando investimenti produttivi in capitale fisico, umano e tecnologico.

Ciò crea la base economica ancor più che quella giuridica per la sua tutela da parte del settore pubblico.

Questa tutela richiede, innanzitutto, un’adeguata regolamentazione e supervisione del sistema finanziario nel suo complesso, poiché esso svolge un ruolo chiave nel riunire la generazione e l’utilizzo del risparmio e nel trasferire fondi da un luogo all’altro e dall’oggi al domani, garantendo che raggiungano coloro che dovrebbero riceverli eliminando i vincoli di liquidità.

Tuttavia, la tutela del risparmio va oltre la regolamentazione. Gli sforzi devono essere finalizzate a creare condizioni economiche e finanziarie tali da consentire un utilizzo più efficiente delle risorse, contribuendo così sia allo sviluppo economico del Paese sia al benessere dei singoli risparmiatori.

La tutela del risparmio mira ad incrementare il capitale accumulato alimentando un circolo virtuoso in cui il successivo rafforzamento dell’attività economica porta ad una maggiore occupazione e reddito che a sua volta rende possibili ulteriori risparmi, nonché maggiori consumi.

Ignazio Visco

 

Che dire di piĂą?

Oggi chi gestisce il risparmio dovrebbe vivere la missione di chi sa che non sta gestendo somme di denaro, ma vite nel presente e nel futuro.

Le azioni sottolineate da Visco, rappresentano la linea di demarcazione tra vite felici, o per lo meno finanzairiamente assistite, e vite infelici, fatte di anni di sopravvivenza e stenti.

E’ questa la differenza tra un mondo di competenze legato all’indissolubile esigenza di accantonare e di farlo con le giuste modalità ed un mondo concentrato su un consumismo compulsivo fatto da “Black Friday” d’ogni genere ed occasioni, fatto di Bitcoin e Daytrader. E’ un mondo che si disinteressa totalmente del valore finale  da costruire spostando l’attenzione sui costi, che, in caso di valori costruiti, rappresentano l’unica garanzia a far si che i piani di investimento vengano alimentati. I costi sono espressione del valore di chi esprime competenza., E’ così in ogni professione. Nella consulenza finanziaria, invece, rappresenta una forma di distrazione, da ciò che conta davvero.

 

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