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MERCATI: ATTENZIONE AL MINIMO DI DICEMBRE

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Il Dow Jones Industrial Average si e’ avvicinato a 9.763, il livello minimo di dicembre, aumentando le probabilita’ di un terzo anno consecutivo in ribasso per il mercato USA.

La teoria secondo cui se nel primo trimestre dell’anno il mercato scende al di sotto dei minimi del dicembre precedente il calo e’ assicurato per l’intero anno, e’ risultata esatta sia nel 2000 che nel 2001.

Nel 2000 il minimo di dicembre e’ stato rotto di un solo punto il 4 gennaio quando il Dow ha raggiunto quota 10.997. Nel 2001 il Dow e’ sceso al di sotto del livello fatidico, raggiungendo quota 10.208 il 12 marzo. Entrambi gli anni si sono rivelati negativi per il mercato.

L’indicatore del minimo di dicembre, reso noto negli anni ’70 dal leggendario operatore di Wall Street Lucien Hooper, non ha sempre funzionato. Nel 1998, il livello piu’ basso raggiunto, in chiusura, dall’indice Dow Jones durante il dicembre precedente e’ stato rotto all’inizio di gennaio a quota 7.580, ma le 30 blue chip hanno comunque guadagnato per l’intero anno il 16% chiudendo a 9.201.

Jeffrey Saut, analista di Raymond James, continua pero’ a seguire questa teoria, supportata dalla considerazione che le maggiori societa’ sul mercato – sia secondo il Dow che lo S&P 500 – rimangono a valutazioni troppo elevate.

Altri operatori di mercato preferiscono tenere d’occhio l’indicatore di gennaio – secondo cui l’intero mese e di conseguenza l’intero anno dipende dall’andamento della prima settimana di gennaio – sebbene gli investitori istituzionali siano in grado di manipolare i prezzi per brevi periodi, soprattutto durante le contrattazioni ridotte delle festivita’.

Per ora, pero’, la prima meta’ di gennaio e’ stata pressoche’ piatta per gli indici americani, con solo il Nasdaq 100 in aumento del 3%.

Jeffrey Hirsch, editore del “Stock Trader’s Almanac”, ha ricordato che dal 1950 l’indicatore di gennaio non ha mantenuto le promesse in soli 3 anni, caratterizzati da elementi militari: la spesa per la guerra del Vietnam ha ritardato l’inizio del mercato orso del 1966; la previsione del ‘cessate il fuoco’ ha temporanemente fatto aumentare i prezzi azionari all’inizio del 1973 e il conflitto con Saddam Hussein ha trasformato il 1990 in un anno negativo.

Piu’ prevedibile, secondo Hirsch, e’ il ‘barometro di gennaio’, secondo cui il mercato segue l’andamento dell’S&P500 nel primo mese dell’anno, e che dal 1950 si e’ rivelato accurato il 92,3% delle volte.
Le uniche eccezioni: il 1996, 1968 e il 1982.

Saut, l’analista di Raymond James ricorda che ci sono eccezioni a ogni regola, ma nel dubbio, preferisce evitare i titoli azionari. Del resto prevede una ripresa economica piuttosto debole e ricorda che in cinque delle ultime sei recessioni si e’ verificata una ripresa a ‘W’ in cui a un periodo di miglioramento e’ seguito un nuovo calo.