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MERCATI: ANCORA UN +25% PER AMMAZZARE L’ORSO

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*Maurizio Milano e’ il responsabile dell’Analisi Tecnica Gruppo Banca Sella. Questo documento e’ stato preparato da Gruppo Banca Sella ed e’ rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori qualificati, così come definiti nell’art. 31 del Regolamento Consob n° 11522 del 1° luglio 1998 e successive modifiche ed integrazioni. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

(WSI) – I mercati azionari archiviano la sesta settimana consecutiva di sostenuti rialzi. Dai minimi del 6-9 marzo, i recuperi messi a segno dai principali indici azionari mondiali sono stati superiori al 30%, con picchi per alcuni indici – come l’italiano S&PMib – attorno al +50%. Il calo della volatilità implicita, ridiscesa sui livelli di fine settembre 2008, precedenti al crash di ottobre-novembre, conferma il sentiment positivo del mercato. Va sottolineato, oltre al calo del Vix (volatilità S&P500) sotto il supporto critico in area 35-37 (a fine ottobre aveva toccato un massimo storico a 89,53), sia l’assestamento in atto da inizio aprile del Vix stesso al di sotto del Vxn (volatilità Nasdaq). Ciò conferma il rasserenamento del settore finanziario – le cui difficoltà sono all’origine della crisi in atto – condizione essenziale per un recupero stabile anche del resto del listino.

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I rialzi da record dei settori che erano stati più penalizzati, come l’auto ed il bancario (negli Usa rispettivamente +118% e +126% dai minimi) confermano il miglioramento del quadro tecnico, almeno in ottica tattica.
Dopo rialzi così forti, sembra probabile l’inizio di una fase di consolidamento/riaccumulazione, che le prese di beneficio in apertura di ottava lasciano intravedere. Anche se è prematuro affermare che i minimi di inizio marzo sono stati “il” minimo del bear market, il rally in corso sembra comunque non avere ancora espresso pienamente tutte le proprie potenzialità. Terminata la pausa di assestamento in corso, gli acquisti dovrebbero poi riprendere, verso i livelli di fine settembre 2008, cioè un 25-30% al di sopra dei livelli correnti. Solo il superamento di tali livelli chiave di resistenza consentirà poi di dire che l’orso è davvero morto.

Al momento l’ottimismo in ottica tattica si inserisce infatti in un quadro tecnico ancora fragile ed incerto in ottica strategica. A breve, per le prossime settimane, c’è ancora spazio di salita, ma al raggiungimento degli obiettivi sarà quindi opportuno tener conto del quadro tecnico più ampio e prendere beneficio degli utili realizzati. Finché gli indici continuano a sviluppare massimi e minimi crescenti, il rimbalzo continuerà comunque ad auto-alimentarsi: prezzi via via crescenti “costringono” i gestori, anche quelli più prudenti o scettici, a ridurre la sottoesposizione rispetto al benchmark di riferimento ed a comprare.

Fino a quando? Non è possibile indicare un limite di tempo, ma è ragionevole pensare che i livelli di fine settembre rappresenteranno un muro difficilmente superabile dal mercato per molti mesi a venire. Se però da quei livelli le prese di beneficio non riporteranno gli indici al di sotto dei prezzi raggiunti nell’ultima ottava – corrispondenti alla prima “gamba” del rally – potremo poi affermare che i minimi di inizio marzo sono davvero da considerarsi come “il” minimo del mercato azionario.

Per le prossime sedute, al fine di mantenere un’impostazione tonica, gli indici azionari devono mantenersi sopra i seguenti supporti: 1600 (estensioni 1550) per il Nasdaq Composite; 7750 (estensioni 7500) per il Dow Jones Industrial; 840 (estensioni 800/15) per l’S&P500; 2200/50 per il DJEurostoxx50; 17000/200 per l’S&PMib. Gli obiettivi della seconda “gamba” del rally, nelle settimane a venire, sono individuabili a: 1900, 9650/800, 935/45, 2500-2625 e 21000, rispettivamente.

Se il rally azionario proseguirà nelle prossime settimane, è probabile che sarà accompagnato da prese di beneficio sul comparto obbligazionario. Sul decennale, sia in Europa che negli Usa, esauritasi la fase di consolidamento in atto sull’azionario potremmo poi assistere ad un calo dei corsi obbligazionari di un 2-3% dai livelli correnti, e tale flusso in uscita potrebbe alimentare il rimbalzo azionario. Correzioni più marcate sono però improbabili, visto il supporto ai corsi fornito dalle politiche di quantitative easing perseguite dalle principali Banche centrali.

A livello valutario, per le prossime settimane il dollaro dovrebbe rimanere in una situazione laterale/moderatamente positiva, con possibili movimenti, contro euro, verso la parte bassa dell’intervallo 1,2700 – 1,3400. Contro yen, l’apprezzamento del dollaro in atto da circa 3 mesi incontra una prima resistenza a 101,50 e quindi una forte resistenza in area 103,75-104.

Sul fronte petrolio/commodities, è probabile che la fase di stabilizzazione/moderata positività in essere da fine dicembre – che interrompe una forte discesa iniziata dai picchi di metà luglio 2008 – prosegua anche per le prossime settimane. Apprezzamenti marcati del petrolio (prezzo corrente crude: 48; forte resistenza a 55) e delle altre materie prime (prezzo corrente indice CRB: 225; resistenza 246) scatterebbero solo nel caso riprenda il rally dell’azionario. Uno storno dell’azionario potrebbe invece portare a prese di beneficio, che non dovrebbero comunque essere marcate. Per l’oro (prezzo corrente oro spot 877), uno storno dell’azionario potrebbe consentire un rimbalzo verso 930/40, ma un segnale di maggiori apprezzamenti si avrebbe solo sopra 960/67 (poco probabile); al di sotto di 860 continuerebbe la correzione in atto, con obiettivo 845 ed estensioni verso il supporto critico ad 800.

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