Società

Mercati, accanimento terapeutico sull’euro e altre assurdita’

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Il contenuto di questo scritto, pubblicato in origine sul blog di Andrea Mazzalai Icebergfinanza, esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – Secondo il Guardian in un post riportato da Mike Shedlock, sembra che tra i file di Wikileaks vi siano interessanti riferimenti alle condizioni del sistema finanziario mondiale in alcune comunicazioni riservate che riguardano la Banca d’Inghilterra e il suo governatore Mervyn King nelle quali ancora marzo 2008 si evidenziava come questa non fosse una crisi di liquidita’ ma di insolvenza alla faccia di tutti gli inutili stress test sin qui eseguiti. E badate bene che si tratta di marzo 2008 ben prima del collasso Lehman Brothers, cio’ a testimoniare se mai ve ne fosse stato bisogno che questa crisi non avrà termine sino a quando buona parte del sistema finanziario mondiale non sara’ completamente ricapitalizzata o in buona parte nazionalizzata.

E’ affascinante osservare l’accanimento terapeutico in atto nell’area euro, dove sono evidenti le insolvenze di stati e banche esaltati dalla follia immobiliare. Ma quello che sorprende e’ il masochismo europeo che non fa passare giorno senza favorire l’interesse dei paesi anglosassoni come America e Inghilterra che tramite le loro banche e i loro hedge fund stanno scomettendo sulla fine dell’euro. Sia ben chiaro si tratta di una scommessa a cui partecipano anche le grandi banche europee e probabilmente la stessa Germania almeno negli atteggiamenti politici che contano, ma si tratta pur sempre di una scommessa tra zombie, gli zombie di un sistema destinato a collassare prima o poi, perché la scommessa non e’ tanto il se ma quando cio’ avverrà.

Le città fantasma spagnole di cui parla il New York Times non sono altro che il risultato di una follia di massa dove in dieci anni le quotazioni sono volate del 500% e il PIL per almeno il 60/70% era costruito sul nulla immobiliare. Quello che e’ strano e’ che se ne parli ora, proprio della Spagna di cui immaginiamo tutto e di più, ma giusto per distogliere l’attenzione dalla Cina, dall’Australia, dal Canada, dall’ Inghilterra e via dicendo.

Se – come dicono la storia e le mie ricerche empiriche – passeranno almeno un’altra decina di anni per assistere ad una ricomposizione delle follie immobiliari mondiali ognuna con le sue dinamiche e i suoi tempi, scordatevi la fine di questa crisi perche’ il sistema finanziario ha attivi con sottostante immobiliare per oltre la meta’ del suo patrimonio presunto.

Se poi diamo un’occhiata anche agli ultimi dati usciti dalla Banca Internazionale dei Regolamenti allora possiamo comprendere che il resto e’ in buona parte debito sovrano spesso periferico nella maggioranza dei casi in pancia alle banche di coloro che credono di rappresentare le formichine d’ Europa o Inglesi la cui Bank of England nel recente Financial Stability Report evidenzia il rischio di una fobia pericolosa verso il debito sovrano che farebbe esplodere i tassi e l’ inflazione come avvenne nel 1994.

Non c’e’ peggior sordo e cieco di colui che non comprende che questa e’ una devastante debt deflation, deflazione da debiti e che l’inflazione e’ solo una fobia per i paesi occidentali devastati da disoccupazione e sovrapproduzione. Certo ora Goldman Sachs vede i rendimenti sui Treasury decennali al 5%, si’ come il petrolio a 200 dollari al barile! Ecco allora che pur tra mille problemi appare decisamente masochista o interessato il continuo riferimento alla situazione italiana al di la della patetica vicenda politica che ha molto probabilmente il sistema finanziario meno violentato da questa orgia del debito.

Aggiungetevi il primato mondiale nel risparmio privato, oltre il 50% del debito in mani italiane, unico paese al mondo ad aver ridotto proporzionalmente il rapporto debito/Pil durante la crisi e che ognuno ne tragga le conclusioni che meglio gli si addicono.

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