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MENO BORSA, PIU’ BOT: COME CAMBIA L’INVESTITORE

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La Banca d’Italia fotografa la situazione degli investitori italiani nel primo trimestre 2002, e sull’ultimo supplemento sui conti finanziari al suo bollettino statistico rileva come stiano avendo la meglio i titoli di Stato a medio e lungo termine, a scapito di azioni e liquidità.

In particolare la consistenza di titoli a medio e lungo termine a fine marzo era pari a €534.394 milioni, in rialzo rispetto ai €506.536 a fine 2001.

Nelle sale operative i commenti raccolti da Wall Street Italia non sono sorpresi.

Gli operatori ammettono che esiste una forte crisi di fiducia, in tutte le direzioni: del risparmio verso i fondi, verso le banche e verso il mercato, ma anche del mercato nei confronti delle aziende e di queste nei confronti delle scelte di governo e della politica monetaria.

Oggi come oggi, così riconoscono gli operatori, mancano gli spunti che in passato provocarono i forti rialzi dei quali oggi conserviamo solo il ricordo. Nel 1985 la grande spinta venne dalla creazione dei fondi comuni di investimento; il 1998 fu segnato dalla discesa dei tassi; a seguire ci fu la grande bolla di Internet. Ora più nulla.

Nel 2001 gli attentati terroristici contro gli Usa hanno provocato la grande corsa alla liquidità. Ora gli italiani tornano a investire, ma sul più lungo termine.

Secondo quanto scrive Bankitalia, la liquidità rappresentata dai depositi bancari si è ridotta nel primo semestre 2002 di oltre il 6% a €390.293 milioni. Erano oltre €418.000 milioni a fine 2001.

Riusultano in lieve crescita gli altri depositi, tra i quali sono compresi i libretti postali, che segnano un +1,1%.

Particolare crescita per i Bot, +23,5% a €29.572 milioni.

BTp e CTz sono presenti nei portafogli delle famiglie per €135.024 milioni, con un incremento del 13% sul
trimestre precedente.

Per quanto riguarda la borsa nel primo trimestre di quest’anno i flussi sono stati negativi per €3.492 milioni.