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MEDIA: E’ L’ORA DEL RIMBALZO?

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Nelle ultime settimane si è consumata la debacle dei mercati azionari internazionali: la revisione al ribasso degli utili aziendali per il 2001, accompagnata a prospettive deludenti per l’andamento dell’economia americana, ha scatenato una vera e propria bufera sui titoli TMT negli Stati Uniti, affossando non soltanto l’indice Nasdaq, ormai in ribasso di oltre il 60% dai massimi di un anno fa, ma anche gli indici tradizionalmente legati alla old economy, come il Dow Jones.

Il pessimismo del mercato, tuttavia, si è riflesso anche nel vecchio continente, dove le prospettive di un peggioramento della congiuntura, unite a una reazione lenta della Banca Centrale europea, ha messo sotto pressione le borse.

Anche qui, a guidare il ribasso, sono stati i settori TMT, acronimo utilizzato per indicare tecnologia, media e telecomunicazioni.

Ma l’interesse della stampa specializzata si è concentrata soprattutto sulle due T, trascurando nella maggior parte dei casi le sorti del settore media.

Eppure, l’andamento di questo settore in Europa nell’ultimo anno non lascia spazio a molti dubbi sulla gravità della situazione, e i dati non possono che confermarlo.

Queste le performance: -47.3% nell’ultimo anno, -10% nell’ultimo trimestre e –8.8% nell’ultimo mese.

Allungando l‘orizzonte temporale è possibile vedere come questo settore abbia sperimentato una fase di bolla speculativa e di successiva disillusione.

Dopo l’exploit, per il DJ Euro Stoxx Media che, a cavallo degli ultimi mesi del 1999 e i primi del 2000, ha fatto un balzo da 330 a oltre 800, è seguita una fase di tracollo che ha portato alla rottura di tutti i principali livelli tecnici; in particolare, la violazione anche del 76.4% di ritracciamento di Fibonacci dai massimi, neutralizzando completamente le aspirazione rialziste del settore.

L’ultimo movimento di ribasso, che decreta di fatto la fine della bolla speculativa, ha fornito negli ultimi giorni tuttavia interessanti spunti di riflessione dal punto di vista tecnico.

Innanzi tutto, le quotazioni si sono riportate su importanti livelli sia statici che dinamici: da un lato, infatti, si registra il test del limite inferiore del canale ribassista di medio termine, individuato da settembre 2000, e, dall’altro, il raggiungimento della sopra citata area 330-340, supporto statico la cui rottura a novembre 1999 aveva determinato l’avvio del trend rialzista.

Indicazioni positive per l’indice Media vengono anche dall’analisi degli oscillatori: il test dell’area di ipervenduto dell’RSI ha determinato nelle ultime tre sedute il rimbalzo a cui si assiste tuttora. Conforta inoltre l’incremento dei volumi, un indicatore significativo per determinare la solidità di un possibile recupero. Ebbene, i volumi hanno mostrato, in occasione del test sopra indicato, una fase di picco rispetto ai dati dell’ultimo mese.

Cosa ci dice quindi l’analisi tecnica sull’andamento di questo settore?

Le indicazioni provenienti dal trend di breve e medio termine sono differenti. La prolungata fase di ribasso pregiudica ancora il quadro tecnico di medio termine, come evidenziato dalla persistenza dei prezzi al di sotto delle medie mobili a 14 e 21 settimane e all’interno del canale ribassista sopra citato.

D’altro canto, la vicinanza del supporto statico in area 330-340 rende probabile una fase di rimbalzo nel breve periodo, con possibilità di apprezzamento in area 420 e possibile estensione a 450.

Questo lascia ben sperare, pertanto, per l’andamento dei principali titoli del settore. Per quanto riguarda l’Italia, in particolare, ci piace ricordare Mediaset.

Il titolo negli ultimi mesi ha sottoperformato l’indice DJ Euro Stoxx Media.

E’ lecito a questo punto chiedersi se questo andamento sia destinato a continuare o se l’undershooting a cui si è assistito non vada piuttosto ricondotto a ragioni emotive piuttosto che ad una reale debolezza in termini relativi.

I dati rilasciati nei giorni scorsi sembrano confermare la prima ipotesi.

La società ha infatti annunciato per il 2000 un incremento delle entrate pubblicitarie di circa il 15%, ben al di sopra della media del settore, stimata a circa il 9%, mentre per il nuovo anno la debolezza della congiuntura economica ha indotto a rivedere sensibilmente le stime per la società, ridotte al 6%. Stime leggermente migliori, comunque, di quelle dei principali competitors, indicate nell’ordine del 5-6%.

D’altro canto, sul titolo, nel breve periodo, potranno giocare un ruolo favorevole le voci di una possibile cessione della società in caso di vittoria di Berlusconi alle elezioni politiche di primavera e di una sua successiva nomina a Presidente del Consiglio.

Tali voci troveranno terreno fertile ogni giorno, da qui fino alle elezioni, di pari passo con il dibattito parlamentare, e politico più in generale, sullo spinoso tema del conflitto di interessi.

Del resto, se ne è parlato già alcuni mesi fa, non è una novità l’interessamento all’azienda italiana di importanti protagonisti europei del settore, come ad esempio il gruppo tedesco di Leo Kirch, con il quale Mediaset intrattiene già importanti relazioni.

Non ultimo, quanto successo nelle ultime sedute non fa che riaccendere i riflettori sul titolo: Mediaset ha infatti annunciato un incremento della partecipazione in Olivetti, lasciando intendere l’interesse per le telecomunicazioni, manifestato peraltro già con Albacom.

Anche il quadro tecnico del titolo conferma un’indicazione di trading buy: il test del supporto statico a 9.60, avvenuto nei giorni scorsi, e il conseguente incremento dei volumi in corrispondenza del raggiungimento di questo livello lascia aperta la strada per un rimbalzo almeno fino a 11.20, pur in una tendenza ribassista di medio termine.

Acquisti meno aggressivi andrebbero effettuati solo sopra questo livello per un’estensione a 14 euro. Da monitorare con attenzione la rottura di 9.60. Nel caso si verificasse questo evento sarebbe conveniente alleggerire le posizioni, dal momento che si aprirebbero gli spazi per un test di area 8-8.10.

*Questo intervento e’ stato scritto da un’analista finanziaria italiana che ha chiesto l’anonimato, ma che attualmente gode della fiducia di Wall Street Italia.