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McDonald’s: ora al fast food si troverà pasta Barilla

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ROMA (WSI) – Per i puristi del cibo made in Italy McDonald’s e Barilla rappresentano il diavolo e l’acquasanta, eppure hanno appena deciso di lavorare assieme. Gli emiliani forniranno alla multinazionale del fast food la loro celebre pasta e così nel tempio della ristorazione veloce si potranno ordinare piatti preparati con le pennette Barilla. Per avere subito le dimensioni del business basta dire che da qui alla fine del 2013 le previsioni di vendita delle insalate di pasta toccano quota 2 milioni. E se tutto filerà liscio l’intenzione dell’inedita abbinata italo-americana è di estendere l’accordo al resto d’Europa, cominciando dai Paesi legati alla dieta mediterranea come Francia, Spagna e Portogallo. La strana alleanza tra uno dei marchi più prestigiosi del cibo italiano e l’icona della ristorazione yankee è un evento che va ben al di là dei pur importanti aspetti commerciali. Si tratta di due mondi che entrano in contatto: la qualità e la velocità, la tradizione e la modernità.

Dietro questa scelta che è destinata sicuramente a far discutere il made in Italy «aristocratico» si intravedono le rispettive strategie dei due gruppi, gli emiliani di Parma che vogliono crescere internazionalizzandosi sempre di più e gli americani di Chicago che vogliono italianizzarsi, aprirsi alla straordinaria cultura culinaria del Paese che li ospita. Spiega Roberto Masi, amministratore delegato di Mc Donald’s Italia: «In passato siamo stati descritti come la quintessenza della standardizzazione internazionale, adesso vogliamo invece avvicinarci ai gusti, ai sapori e alle abitudini italiane. Lo facciamo in molti dei Paesi in cui siamo presenti ma in Italia ci crediamo di più perché abbiamo la fortuna di poter dialogare con l’eccellenza dell’industria agro-alimentare». Prima di Barilla altri esperimenti erano stati varati utilizzando il Parmigiano reggiano, lo speck, la mozzarella e il formaggio Asiago. E più in generale tutta la politica degli acquisti è rivolta a valorizzare il territorio.

I Mc-ristoranti in Italia sono 464, ci lavorano 17 mila addetti di cui il 40% full time e il resto a tempo parziale. Dopo l’annuncio, che lo stesso Masi aveva dato nei mesi scorsi, di 3 mila assunzioni part time di giovani, il gruppo ha messo su una sorta di carro di Tespi delle assunzioni. A Parma e a Monfalcone hanno fatto la coda in mille per proporsi e numeri simili si aspettano per le prossime puntate siciliane, a Messina e Gela. Dai consumatori italiani la McDonald’s ricava circa un miliardo di euro l’anno e continua nonostante la crisi a crescere attorno al 5%. Nel fatturato della multinazionale americana siamo il decimo Paese al mondo e il quarto in Europa. Le nuove insalate di pasta Barilla saranno messe in vendita a 5 euro e come detto a fine 2013 dovrebbero portare, da sole, a ricavi per 10 milioni di euro. In base alle simulazioni formulate dagli uomini di Masi il nuovo piatto dovrebbe interessare i consumatori che non amano l’hamburger e in particolare il target femminile adulto che mette piede assai raramente da McDonald’s.

Visto dal versante di Parma l’accordo con gli americani è un altro tassello nella coraggiosa strategia di crescita che dovrebbe portare il gruppo a raddoppiare il fatturato entro il 2020, passando da 3 a 6 miliardi di euro. Una sfida titanica per di più lanciata nel pieno della Grande Crisi quando tutto intorno si parla di chiusure, licenziamenti e cassa integrazione. L’arrivo a Parma del nuovo amministratore delegato Claudio Colzani, un ex manager Unilever, sta dando nuovo impulso alla strategia commerciale. «Per noi l’intesa serve ad aprire un nuovo canale di vendita e a diffondere un’alimentazione più sana e più equilibrata. Forniamo già la ristorazione tradizionale ma vogliamo adeguarci al cambiamento degli stili di vita e di conseguenza testare anche altre strade» dichiara Colzani. È chiaro che a Parma guardano con speranza alle potenzialità dell’accordo di oggi visti i 7 mila punti vendita McDonald’s aperti in Europa e i 30 mila nel mondo. Ma per raddoppiare il fatturato si è pronti ovviamente ad entrare in nuovi mercati come Asia e Brasile e a sperimentare anche soluzioni di e-commerce. L’attenzione agli States però resta e sarà ribadito dalla scelta di aprire in ottobre a New York un ristorante di qualità a marchio Academia Barilla.

Se è sempre più evidente che i fratelli della pasta (Guido, Luca e Paolo) puntano a trasformare un’azienda concentrata sul mercato domestico in una global company presente in oltre 100 Paesi del mondo, fino a oggi nessuno avrebbe pensato che questa strategia sarebbe passata da un accordo con l’impero del fast food. Che in molti giudicheranno spregiudicato. Ma la sensazione è che dovremo fare l’abitudine a un gruppo più grintoso, come testimoniano anche le esplicite prese di posizioni di Guido Barilla a favore di una rivisitazione del modello associativo della Confindustria.

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Il Corriere della Sera – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

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