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Materie prime, il quadro tecnico su petrolio e oro

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Nel corso dell’ultima settimana le materie prime sono aumentate del 2%, secondo l’indice Bloomberg Commodity, un risultato generale al cui interno, tuttavia, si osservano dinamiche assai differenti.

Il settore energetico, con un aumento del 4,2% è stato il più performante, con il petrolio che ha aggiornato i massimi del 2021, hanno commentato gli analisti di Mps Capital Services: “il petrolio ha continuato a beneficiare delle attese per il rafforzamento della domanda a partire dall’estate, con l’OPEC+ che ha optato per prendere tempo prima di decidere cosa fare dopo luglio”.

Si è andato a ridurre, invece, il prezzo dell’oro “penalizzato dalle prese di profitto dopo i recenti guadagni”. Nel complesso, i metalli preziosi hanno ceduto lo 0,6% nel corso della scorsa settimana.

Secondo i dati della Commodity Futures Trading Commission, gli speculatori hanno aumentato le posizioni nette lunghe su petrolio e oro riducendo invece quelle analoghe sul rame, al minimo da luglio.

“I mercati azionari continuano a consolidare intorno ai massimi storici, mentre le indicazioni più interessanti continuano a venire dalle materie prime, in particolare da quelle industriali, a conferma di una propensione al rischio che resta tra gli investitori”, ha commentato Edoardo Fusco Femiano, market analyst di eToro.
“Nel complesso”, ha aggiunto, “tapering ed inflazione restano le parole chiave in questa fase di mercato ma i rendimenti dei titoli di stato restano estremamente bassi, favorendo la pressione rialzista sugli asset più rischiosi, materie prime e mercato azionario in primis. L’inflazione resta un elemento di preoccupazione, in particolare con l’arrivo della stagione estiva, ma non vi sono ancora indicazioni che un rialzo dei prezzi a questi livelli possa rapidamente iniziare ad erodere valore sui mercati azionari”.

Materie prime: l’analisi tecnica su oro e petrolio

Secondo gli analisti di Mps Capital Services il calo dell’oro sperimentato la settimana scorsa si è interrotto prima di arrivare a testare il livello di supporto più importante a quota 1835, “dove passava la trendline ribassista rotta al rialzo (quella che collegava il massimo storico con quello del 2021) e quella rialzista di breve periodo iniziata a marzo (linea tratteggiata rossa grafico giornaliero).

“Per un discorso di pendenze opposte tra le due trendline, da questa settimana i valori divergeranno. La trendline rialzista di breve tenderà ad allinearsi con il supporto dinamico 1867, mentre la vecchia ribassista si avvicinerà verso 1830”, ha proseguito Mps Capital Services, “una correzione ulteriore fino a quest’ultimo valore, in assenza di un deciso ritorno al di sotto del supporto statico 1819, sarebbe comunque da considerare come fisiologica all’interno del trend rialzista)”.
Secondo l’analisi di eToro, invece, “solo una discesa sotto i 1.800 dollari evidenzierebbe” per l’oro, “un significativo indebolimento del rimbalzo venutosi a sviluppare nelle ultime settimane”.

Per quanto riguarda il Brent, salito al massimo del 2019 durante la scorsa settimana, è stata superata la resistenza statica collocata a 71,75: “un segnale che tecnicamente aprirebbe lo spazio per una salita verso 75, a meno che non ci sia un rapido ritorno al di sotto della chiusura di questo venerdì”, ha affermato Mps Capital Services. “In tal caso potrebbe essersi trattato di una «falsa rottura rialzista» che potrebbe essere seguita da rapide prese di profitto”.

Sul WTI eToro afferma, invece, che “il supporto principale resta in area 64 dollari ma solo una discesa sotto area 60 indebolirebbe significativamente il quadro l’attuale quadro tecnico rialzista”.