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MARKET TIMING: NON FIDATEVI DEGLI INSIDER

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Adesso che il mercato azionario e’ tornato a crescere, aspettatevi che gli insider invertano la rotta e inizino ad acquistare azioni delle proprie aziende.

Diversamente da quanto si pensi, quanto a capacità di market timing (cioe’ comprare e vendere al momento giusto) gli insider, nei fatti, non sono migliori di altri investitori.

Secondo la societa’ di ricerca Thomson Financial, dal 1990 l’attivita’ degli insider ha inseguito la direzione delle borse. Quando i prezzi crescono, gli insider tendono ad aumentare gli acquisti, per fare marcia indietro nel momento i cui i prezzi scendono.

Alcuni analisti ritengono che gli acquisti degli insider siano una buona indicazione sull’atteggiamento dei manager rispetto alle proprie società, se non addirittura nei confronti del mercato in generale. Questo perché tra gli insider gli acquisti sono in genere meno comuni delle vendite: per ogni azione che un insider acquista, infatti, due o piu’ vengono vendute.

E’ opinione diffusa a Wall Street che un aumento degli acquisti di azioni della propria azienda da parte degli insider indichi che i manager ritengono che i titoli siano sottovalutati.

Cosi’, quando i dati mostrano una crescita degli acquisti da parte degli insider, per molti investitori la parola d’ordine diventa “comprare”. Viceversa, un balzo in avanti delle vendite significa che e’ arrivato il momento di alleggerire il proprio portafoglio.

Ma in realta’, anche se gli insider conoscono certamente meglio di altri la situazione delle proprie aziende, nella maggior parte dei casi questa esperienza non si rivela molto utile quando e’ il momento di comprare e vendere azioni.

In primo luogo perche’ gli insider sono limitati nell’attivita’ di compravendita delle azioni delle proprie aziende. Un manager non puo’, ad esempio, comprare o vendere immediatamente prima dei risultati trimestrali o di un importante annuncio da parte della propria societa’. I recenti scandali aziendali, in cui molti alti dirigenti hanno realizzato milioni di dollari per aver venduto “al momento giusto”, fanno comprendere la necessita’ di tale restrizioni.

In futuro, sia le vendite che gli acquisti da parte degli insider potrebbero diventare molto meno importanti di quanto lo siano oggi, in quanto, al fine di evitare nuovi scandali, le autorita’ regolatrici hanno iniziato ad osservare molto piu’ da vicino l’attivita’ degli insider.

Ma non e’ finita qui. Superato un periodo di tempo “casuale”, il movimento del singolo titolo finisce spesso per tracciare la direzione presa dal mercato in generale. La vecchia espressione “l’alta marea solleva tutte le navi” calza a pennello.

In altre parole, se il mercato azionario cresce le possibilita’ che anche il singolo titolo possa crescere sono piuttosto buone. Dopo tutto, che cos’e’ l’azionario se non un mercato di tanti singoli titoli?

Anche le vendite degli insider, nonostante possano indicare cambiamenti nel sentiment (un numero maggiore di vendite indica un sentiment ‘bearish’, un numero minore ‘bullish’), non sempre sono buoni indicatori per gli investitori. A questo proposito e’ importante sottolineare la necessita’ degli insider di diversificare. Negli ultimi anni, un numero crescente di compensi ai dirigenti ha preso la forma di azioni e opzioni. E quando si esercitano le opzioni, ad esempio, si tende a vendere parte dei titoli per non rimanere troppo concentrati su un solo strumento in portafoglio.