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Manovra: i mercati bocciano Tremonti & Berlusconi. Il CDS Italia si impenna ai massimi

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Luca Ciarrocca e’ il direttore e fondatore di Wall Street Italia.

(WSI) – Altro che +5.4% di Piazza Affari. Il prezzo dei CDS (credit default swaps) sul debito sovrano dell’Italia, sulle borse elettroniche e’ salito +70% in due settimane, ed e’ in crescita anche dopo l’annuncio della manovra del governo italiano presentata dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dal ministro dell’economia Giulio Tremonti.

Cio’ equivale ad una sonora bocciatura dei mercati finanziari in merito all’efficacia della manovra. Altrimenti il rischio percepito relativo al nostro paese avrebbe dovuto calare, e non crescere.

L’incauta dichiarazione del premier Berlusconi “oggi l’Europa ha sconfitto gli attacchi della speculazione”, pur in un contesto di buon senso ove si applichi la regola che “ignorantia legis non excusat” ha, se possibile, risvegliato il can che dormiva e fatto venire strane idee ai piu’ aggressivi speculatori di tutto il mondo. “Non puo’ avere detto quel che ha detto sulla speculazione sconfitta”, e’ stato il mantra nelle sale trading di Manhattan, ancora aperte per il business quotidiano mentre in Italia era gia’ sera.

Tremonti lo ha spiegato in modo molto chiaro in conferenza stampa: “Senza un intervento rapido, salta tutto: mi sono mosso su una linea molto delicata. Dopo quel che è accaduto in Grecia, dovevamo dare un segnale ai mercati. Lo faccio per il bene di tutti. Il mio rigore non ha altre ragioni se non la stabilità finanziaria del Paese e il suo futuro”.

Intervento rapido. Segnale ai mercati. Grecia. Salta tutto. Ecco le parole chiave della manovra spiegate dal ministro dell’Economia. Ma di fatto il risultato e’ che un Paese del G8 ha appena approvato un raffazzonato e confuso esercizio contabile valido per i prossimi due anni (fino al 2012) congegnato da un ministro del Tesoro che, per farlo approvare, ha dovuto minacciare le proprie dimissioni – e’ il ragionamento dei grandi investitori istituzionali bancari – allo scopo di raschiare il barile dei conti italiani e racimolare 24 miliardi di euro. Scopo ultimo: continuare a galleggiare nella tempesta di questi mesi dando un chiaro “segnale ai mercati”.

Bene, solo che il governo non ha varato alcun intervento strutturale di taglio serio della spesa pubblica; non ha disegnato alcuna modifica non-episodica del bilancio dello stato o di stimolo della crescita e degli investimenti; ha partorito insomma una “manovra” priva di una visione coraggiosa con un serio futuro per il paese.

Ecco: se in questo contesto globale Silvio Berlusconi (che pronuncia Google… Gogol, come lo scrittore russo) ha aggiunto poi davanti alle TV “oggi l’Europa ha sconfitto gli attacchi della speculazione”…. allora e’ comprensibile che i vasti mercati finanziari internazionali, composti da migliaia di soggetti e sopratutto dalle trading room che comprano e vendono derivati dell’intero sistema bancario globale e degli stati emittenti bond sovrani, e’ comprensibile che costoro si accaniscano, forse, per mettere il nostro povero amato Paese nel loro mirino di speculatori, giocando al ribasso contro Roma.

La borsa di Milano e i suoi rimbalzi drogati come il +5.4% di giovedi’, non contano nulla nell’ottica globale. La speculazione muove ogni giorno trilioni di dollari (ed euro) in tempo reale ed ha ormai assunto uno speciale ruolo compreso tra il “livellatore” e il “vigilante”.

Pur facendo la tara a tutti gli eccessi, gravi manchevolezze e perfino le truffe viste negli ultimi due anni a Wall Street, la speculazione oggi fa il lavoro di 10 opposizioni, 30 PD, 50 sindacati e 100 uffici studi cosiddetti indipendenti; perche’ ormai queste sono entita’, in Italia, inciuciate col sistema di potere e mai veramente al servizio di noi cittadini. La speculazione invece e’ al servizio di se’ stessa e premia e punisce dove vede punti di forza o punti di debolezza.

Ma bando alle ciance e veniamo ai numeri. Il CDS (credit default swap) a 5 anni della Repubblica Italiana quotato stasera sugli schermi elettronici ha un prezzo di 213 punti base, un differenziale di appena 7 punti rispetto al CDS della Spagna che quota 220 (mai l’Italia si era avvicinata cosi’ tanto ai cugini iberici, anche se ambedue i paesi fanno parte dello stesso “Club Med”, detto anche dei PIIGS – Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna – seppure in Italia quasi nessuno al potere ha l’onesta’ intellettuale di ammetterlo).

Il prezzo dei CDS sul debito sovrano dell’Italia aveva raggiunto il massimo storico a quota 232 il 6 maggio scorso (il giorno del “flash crash” di Wall Street, quando il Dow Jones in 20 minuti crollo’ circa 1000 punti, cioe’ -9,2%).

Da quel momento il derivato e’ sceso in verticale, il che aveva fatto pensare che il “rischio-Italia” cominciava ad essere percepito dai mercati con meno allarmismo e piu’ benevolenza. Non e’ durata a lungo. La discesa del CDS e’ proseguita per poco meno di una settimana, fino al 12 maggio 2010, giorno che costituisce il minimo di periodo e il punto di ribaltamento dello scenario, seguito da un forte aumento della sfiducia nell’Italia e contestualmente del prezzo del CDS.

La preoccupante impennata del credit default swap Italia avrebbe dovuto in teoria fermarsi proprio in coincidenza con l’annuncio della manovra da parte del governo.

In teoria, se il mercato avesse potuto trovare, nel provvedimento di Tremonti, tutto quello che di fatto non c’e’ – trasparenza, equita’ sociale, efficacia, solidita’ strutturale, impegno sostanziale nella riduzione degli enormi sprechi dello stato, misure per incentivare crescita e lavoro – invece nisba, la manovra imposta da Tremonti a un riluttante Berlusconi timoroso solo di perdere consenso, non ha nulla di tutto cio’.

E per questo non e’ piaciuta ai mercati finanziari (proprio quelli per i quali il ministro dell’Economia l’aveva pensata). Cosi’ il CDS Italia ha continuato a salire e da un minimo di quota 125, in appena due settimane, il derivato e’ schizzato +70% fino ad arrivare al livello attuale a quota 213.

Cio’ significa che ai prezzi di stasera, per assicurare $10 milioni di debito pubblico italiano contro un eventuale default del nostro paese, gli investitori istituzionali globali sono disposti a pagare ogni anno $213000. Il CDS infatti e’ un titolo che funge da assicurazione, una “copertura”, un paracadute. Ma in finanza e’ anche uno strumento sofisticato tra i tanti per guadagnare speculando, con buy o sell, a seconda del sentiment e del sottostante (che poi e’ la nazione Italia, cioe’ tutti noi) oltre che un termometro molto accurato sullo stato di salute generale del paese.

Volete un paragone concreto, per chiudere? Ecco: se e’ vero che il CDS della Grecia e’ a quota 707 (quindi il rischio percepito dai mercati per Atene e’ triplo rispetto a quello percepito per l’Italia) il CDS del Brasile e’ a quota 135 ed altri CDS a casaccio che vediamo sullo schermo del pc sono: Francia 71, Austria 69, Stati Uniti 38, Germania 42, Finlandia 29. Diciamo la verita’: non vi fa rabbia continuare a sopportare che il nostro fantastico paese continui ad essere associato al “Club Med” delle nazioni europee a rischio, anche se sul Mediterraneo in effetti le nostre coste si bagnano?

Documento: il pdf integrale della manovra