Società

Ma ‘Wall Street Italia’ lavora per il crollo dell’euro?

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Riceviamo questa email, che volentieri pubblichiamo. Poiche’ ne sono arrivate molte altre simili, la questione evidentemente esiste. La risposta del direttore Luca Ciarrocca, sotto.

Illustre Direttore,

leggo sempre con curiosità gli articoli “free” che quotidianamente appaiono sul sito. Non dubito delle capacità professionali e delle competenze tecniche della redazione e degli articolisti. Devo tuttavia confessare che un dubbio spesso mi assale: visti i disastri finanziari che hanno squassato gli USA, vista la stagnazione presente negli USA, vista la difficoltà degli USA a reimporsi stabilmente come potenza fiorente, visto che larga parte del debito pubblico USA è in mano ai cinesi, non sarà che un disastro europeo farebbe tanto comodo agli USA?

Quel dubbio mi spinge a concludere che il vostro autorevole giornale spera, con i suoi annunci catastrofisti, di catalizzare quell’evento. Ci rimarrete malissimo perché all’Europa l’euro serve e l’euro, alla fine, rimarrà in piedi.

Con l’euro trionfante, il dollaro, e tutta l’economia americana, verranno costretti in quella dimensione che già esiste ma che gli USA fanno finta di non vedere o che gli USA vedono con terrore. Ma il dominio USA, fatto solo di efficienza e tecnologia, è finito mentre la cultura millenaria dell’Europa si appresta a riprendersi quel ruolo che gli USA, stoltamente, si sono sino ad oggi dimenticati di tenere nella giusta considerazione.

Peccato, credo molto nella supremazia dell’occidente ma devo riconoscere che gli americani, a cui l’Europa deve molto, alla fine non si sono dimostrati all’altezza della situazione. Probabilmente pagano la mancanza di profonde radici o quanto meno della dimensione delle radici culturali che hanno fatto dell’Europa “caput mundi”.

Un cordiale saluto

Marcello Scalzo, professore universitario, Universita’ di Roma

Risponde Luca Ciarrocca:

gentile professor Scalzo,

pur condividendo in linea di massima la sua email, basata sulla constatazione che all’origine della crisi finanziaria attuale sono colpe attribuibili al sistema capitalistico degli Stati Uniti (non condivido affatto invece l’arrogante idea sulla supremazia culturale dell’Europa ma richiederebbe troppo tempo confutarla adeguatamente) devo respingere con forza e anche sdegno la sua affermazione relativa all’ipotesi di una trama “made in Usa” che avrebbe come obiettivo il crollo dell’euro, a tutto vantaggio di Washington e del dollaro; peggio ancora trovo irricevibile la frase “Wall Street Italia spera, con i suoi annunci catastrofisti, di catalizzare quell’evento”.

Mi perdoni, ma e’ molto banale stabilire un nesso logico tra il nome della nostra testata e l’America, come se chiamarsi Wall Street Italia debba per forza sottintendere che il nostro sito e’ anti-europeo o peggio ancora anti-italiano. Qui siamo tutti italiani doc e alla nostra Patria ci teniamo moltissimo, vorremmo anzi che l’Italia fosse capace di vincere le avversita’ superando questo drammatico momento.

La verita’ e’ che da quasi 13 anni WSI racconta le vicende dell’economia, della finanza e della politica globali piu’ di ogni altra testata, non avremmo oltre 480.000 visitatori unici al mese e 9,3 milioni di pagine viste/mese se il sito non fosse percepito e utilizzato come “neutrale”, serio, affidabile per la distanza che pone tra se’, i mercati finanziari e la geo-politica.

Francamente, non e’ colpa nostra se i vecchi partiti in Italia e le lobby della burocrazia europea che decidono i destini di centinaia di milioni di persone mancano totalmente di visione, carisma e carattere: sono mediocri funzionari al cui cospetto i leader del passato come Helmut Kohl e François Mitterrand erano davvero giganti. La vicenda euro e i destini dell’Europa sono stati gestiti malissimo, soprattutto per l’assenza di sistemi correttivi e per l’incapacita’ dei 17 paesi membri Ue di prendere atto dei molti, gravi e macroscopici errori di struttura. L’Europa adesso e’ ingessata, poco competitiva, lenta, piena di debiti, di vecchi e di disoccupati; in una parola, non funziona. Chiunque abbia un barlume di cultura sa che questa fase storica e’ (e rimarra’) nei libri come una delle peggiori e piu’ oscure degli ultimi decenni. Personaggi di bassa caratura politica come Angela Merkel – un’amministratrice di condominio – non dovrebbero avere la dignita’ di condizionare i destini di un intero continente. No comment sui politici italiani, che non meritano nemmeno di essere menzionati, neppure in negativo.

Se su WSI lei professore legge articoli di tono realista e non ottimista (“catastrofisti”? ma e’ come imporre al metereologo di parlare di “sole splendente” e “bel tempo” quando grandina e arriva un uragano…) e’ perche’ noi qui abbiamo psicologia, professionalita’ e muscoli per essere in controtendenza rispetto alla massiccia opera di propaganda e alle tesi pre-confezionate di giornali e TV controllati dai “poteri forti” politici e industriali: cio’ anzi e’ per noi motivo di grande orgoglio e conferma la nostra indipendenza e liberta’ di giudizio.

WSI scriveva gia’ anni fa (e con largo anticipo) articoli sui pericoli di quella bomba ad orologeria che sono i debiti pubblici dei PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna) quando nessuno in Italia utilizzava questo acronimo e molto prima che s’arrivasse alle perdite apocalittiche di trilioni di euro e ai disastri del presente. La verita’ – di nuovo – e’ che accusare il termometro se segnala febbre alta, oppure l’orologio se segna l’ora esatta, sembra un futile e vano esercizio da parte di chi ha un basso QI.

Non pratichiamo scienza economica, ci mancherebbe (!) nessuno di noi in redazione ha studiato fisica quantistica, econometria, matematica finanziaria ne’ ha cattedre universitarie di sorta: siamo solo umili lavoratori dell’informazione. Nessuno e’ perfetto e noi, uno staff piccolo e, diciamolo pure, affaticato per lo stralavoro, compiamo errori quasi tutti i giorni. Tutta la redazione pero’ – questo il messaggio – ritiene che competenza, passione, motivazione e soprattutto la non-contiguita’ con la politica e il potere facciano di questo sito un bellissimo strumento, affidabile proprio perche’ neutro, autentico perche’ libero, e quindi non manipolabile (ah: e non abbiamo mai ricevuto un solo euro di contributi pubblici). Parliamo ai nostri e per i nostri lettori: andiamo avanti e cresciamo esclusivamente grazie a voi. Per questo non cerchiamo di “catalizzare” alcun evento ma descriviamo i fatti, come meglio possiamo. E chi ha orecchie per intendere, intenda.

grazie per la sua email
con stima,

Luca Ciarrocca
direttore
Wall Street Italia

PS: guardi il video qui sotto (un po’ rudimentale…) datato 4 maggio 2007 e dica lei: non ha forse la sensazione che vi si parli di qualcosa che sta per accadere, qualcosa che poi e’ davvero accaduto, sui mercati globali, e ha condizionato e ci condizionera’ per anni a venire? Il video, molto prima che chiunque lo facesse, descriveva 5 anni fa la crisi dei mutui subprime negli Stati Uniti e lanciava l’allarme per la tenuta dell’intero capitalismo mondiale. E’ una critica al sistema finanziario Usa, che secondo noi andrebbe radicalmente riformato.