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MA PERCHE’ FAZIO FRENA?

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Al summit dei ministri del Tesoro e dei banchieri centrali dei paesi maggiormente industrializzati (meglio conosciuto come G7) il presidente della Banca centrale europea, Wim Duisenberg, ha finalmente mutato linea.

E’ vero, ha sostenuto, che in una situazione di incertezza, come quella attuale, un ribasso dei tassi di interesse non è in grado di generare un’apprezzabile modifica immediata delle decisioni di investimento, ma siamo in fase di bassa congiuntura e ciò, se si prescinde dal rialzo momentaneo del prezzo del petrolio, connesso alla questione Iraq, comporta per il 2003 un andamento dei prezzi medi europei attorno al 2 per cento con tendenza alla diminuzione.

Dunque, vi sono i presupposti per il ribasso del tasso di interesse che, secondo la linea della Bce, si collega all’oscillazione dei prezzi e alla connessa dinamica economica. Qualsiasi cosa accada, ha spiegato Duisenberg, con una nota di saggezza, la diminuzione dei tassi non è certo dannosa al presente, mentre può aiutare a sostenere la ripresa che ci si augura possa avere luogo nella seconda metà del 2003.

L’unico appunto che si può avanzare a questo ragionamento è che Duisenberg avrebbe potuto farlo già in gennaio, anziché aspettare che il quadro tedesco si aggravasse e che il Fondo monetario abbassasse per il 2003 le già modeste previsioni di crescita del Pil dei paesi industrializzati. Ora alle parole dovrebbero seguire i fatti.

Tutti i ministri europei si sono espressi a favore di questa decisione: sia quelli dell’area euro, sia il cancelliere dello scacchiere inglese Gordon Brown, che da tempo auspica un rilancio europeo, di cui ha bisogno pure l’economia britannica. Non si capisce invece la posizione del governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, contrario a questa linea. La sua motivazione è che in una fase di incertezza il ribasso di tassi può non mutare i comportamenti degli investitori. Vale a dire proprio l’argomento che ora Duisenberg scarta, portando nuove considerazioni che Fazio però non prende in esame.

Essere fuori dal coro è lecito, ma si dovrebbe spiegare bene il perché. E ciò riguarda specialmente chi è stato abituato, per lungo tempo, all’ipse dixit.

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