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MA A QUARANTAMILA SUONA L’ ALLARME

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(WSI) –
La linea del Piave non è ancora stata superata ma il mercato tiene gli occhi aperti. Il ribasso nel corso dell’ultima settimana c’è stato. Le Borse europee hanno lasciato sul terreno in media oltre il 5% mentre quelle statunitensi si sono posizionate di poco sotto il 3% tornando sui livelli lasciati il febbraio, appena prima del crollo della Borsa cinese che perse il 9% in un solo giorno.

I primi supporti psicologici sono comunque stati violati verso il basso è questo ha messo in allarme molti investitori che dietro le più recenti flessioni dei prezzi vedono aumentare le probabilità di un nuovo crollo, questa volta meno recuperabile. «A oggi — spiega Andrea Novaro dell’ufficio studi di Websim.it — i listini hanno già corretto di circa il 2/3% dai massimi di periodo. Le indicazioni di cedimento segnalano che la pausa potrebbe estendersi ancora per ancora qualche punto (4/5%), condizionando la parte centrale del mese di giugno. Sull’S&P/Mib la correzione si è innescata in anticipo rispetto agli altri listini e troverà un primo riferimento importante tra 41.100 e 40.800 punti. In caso di rimbalzo si potrebbero toccare i 43.000 punti».

Gli scenari possibili sono due. Uno prudente che vede ormai esaurita la correzione e stima un rimbalzo non violento che dovrebbe far recuperare ai i principali indici il 2% rispetto alla chiusura di venerdì scorso. A quel punto il mercato inizierebbe una fase di consolidamento di almeno due mesi, cui dovrebbe seguire una nuova fase di rialzo.

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Lo scenario più pessimistico proietta invece una nuova estensione del ribasso di circa il 5%, con clima compromesso sino a fine anno. «Per l’indice delle blue chip di Piazza Affari — spiega Giorgio Sogliano dell’ufficio studi analisi tecnica del Gruppo Banca Sella — tutto ciò si tradurrebbe in una discesa sino a 39.300-39.000 punti rispetto ai 41.700 attuali. Si tratta però di uno scenario a cui per il momento diamo poca probabilità. Più credibile una situazione in cui l’S&P Mib rimbalza oltre i 42.500 punti per poi stabilizzarsi per qualche mese tra questo livello e 43.500 punti».

Tra i pessimisti puri si schiera invece Lorenzo Marconi dell’Advisory Desk di Banca Ponti. «Ci sembra che il mercato stia sottostimando gli eccessi delle Borse asiatiche. La Cina da inizio anno è cresciuta del 100%. I massimi dell’anno sono molto probabilmente alle spalle più vicino invece l’obiettivo di 39 mila punti».

Il messaggio è chiaro. Meglio stare alla finestra in attesa che il mercato abbia trovato un livello di equilibrio che probabilmente sarà inferiore a quelli attuali. A quel punto le storie più interessanti saranno probabilmente quello con un profilo più difensivo. «Tra i titoli che segnaliamo graficamente — continua Novaro — Eni che ha raggiunto nuovi massimi assoluti la scorsa settimana e che si può comprare a 26/25,8 euro con un target a 29 euro. Ci piace anche Fiat. In questo caso consigliamo di approfittare delle flessioni verso 20/19 euro per obiettivi verso 24/24,5 euro». I titoli dell’energia sono nella lista dei preferiti anche di Banca Sella che segnala Saipem e Tenaris. «La forza relativa mostrata nelle ultime sedute — spiega Sogliano — unitamente all’elevato prezzo del petrolio fa pensare a questi titoli come un approdo sicuro in attesa di tempi migliori».

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