Società

LO SPAURACCHIO DELL’INFLAZIONE PERCEPITA

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Oggi punge e pizzica per davvero, ma alla fine del 2006, quando il fronte dei prezzi era ancora del tutto tranquillo, l’inflazione era già gonfia delle nostre paure. Lo rivela uno studio sulle percezioni d’inflazione dei consumatori italiani, vale a dire le opinioni delle persone sulla dinamica dei prezzi, realizzato da tre studiosi della Banca d’Italia e appena pubblicato nella collana “Temi di discussione”.


I risultati di un sondaggio condotto nel dicembre 2006 su un campione di mille persone mostrano infatti che mentre l’Istat registrava una velocità media dei prezzi di circa il 2% la maggioranza degli intervistati riteneva che l’inflazione fosse intorno al 18%: per l’esattezza riteneva che viaggiasse al 17,7% mentre l’incremento tendenziale dei prezzi al consumo si collocava all’1,9%;insomma, per moltissimi era già in atto un incubo del genere anni ’70.

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Ma perché? Cosa spiega questa tendenza a esagerare dei consumatori intervistati? Le opinioni individuali, rimarcano i ricercatori Bankitalia, variano in funzione del sesso (le donne in media hanno una percezione dell’inflazione doppia di quella degli uomini) dell’istruzione e del tenore di vita .


E avanzano un’ipotesi: spesso si attribuisce all’inflazione una perdita di potere d’acquisto che magari è stata determinata da altre cause, come il fatto che negli scorsi anni la crescita dei redditi nominali è stata relativamente modesta e comunque molto diversificata fra le varie categorie di lavoratori.


La morale che si può trarre da questo test condotto in epoca non sospetta è che occorre stare attenti a non attribuire all’inflazione colpe non sue. E a non ingigantirne i rischi oltre i confini del razionale.