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LISTINI USA: UNA SETTIMANA DI PASSIONE

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Sordi ai dati preliminari sul prodotto interno lordo, i listini americani chiudono una settimana di ribassi. Ecco un quadro di quanto avvenuto nei giorni passati e una possibile chiave di lettura per affrontare la settimana prossima.

I mercati azionari
Il fatto che la maggioranza delle aziende dello S&P500. abbia riportato utili superiori alle aspettative pare non essere bastato agli investitori che sembrano essersi uniformati al nuovo credo di Wall Street ‘show me the money’ (mostrami i soldi). A tenere banco e’ la dura realta’ dei numeri, senza badare troppo a quanto dichiarato dai grandi manager durante le conferenze che accompagnano la pubblicazione dei dati.

Fatto non secondario, il continuo attacco alle case di brokeraggio accusate di conflitti d’interessi che avrebbero portato a consigliare titoli in realta’ poco appetibili, ha contribuito a rendere meno credibili le aspettative degli analisti.

La settimana si e’ chiusa in ribasso per tutti e tre gli indici, in netto calo rispetto a quella precedente che nella giornata di giovedi’ 16 aprile aveva messo a segno una delle migliori sessioni dell’anno (vedi tabella sotto).





























INDICI SETTIMANA 12/4 SETTIMANA 19/4 SETTIMANA 26/4
Dow Jones Industrial Average 10.190,82 (-0,79%) 10.257,11 (+0,65%) 9.910,72 (-3,38%)
S&P 500 1.111,01 (-1,04%) 1.125,17 (+1,27%) 1.076,32 (-4,34%)
Nasdaq Composite Index 1.756,19 (-0,78%) 1.796,83 (+2,31%) 1.663,90 (-7,39%)
Fonte dei dati: Ufficio Analisi Wall Street
Italia

I dati sono relativi alle chiusure del venerdi’ mentre le variazioni percentuali sono relative alla performance settimanale.

I dati macroeconomici
Tra i dati usciti durante la settimana i piu’ significativi sono stati:

  • Ordini beni durevoli: il dato ha deluso le aspettative riportando un calo e confermando un’alternanza di risultati che impediscono il riconoscimento di un trend ben delineato.
  • Vendita di nuove case: il dato ha segnato un calo che potrebbe precludere ad un’inversione di uno dei pochi settori che ha trainato l’economia americana nel corso della recessione.
  • Costo del lavoro: il dato inferiore alle aspettative ha confermato l’assenza di pressioni inflazioniste nella crescita, fatto che rende meno probabili rialzi dei tassi d’interesse da parte della Fed a breve.
  • Vendita di case esistenti: il dato pur rivelandosi migliore delle attese conferma un rallentamento del settore edilizio.
  • Pil primo trimestre: il dato e’ stato migliore delle aspettative, tuttavia non sufficiente a riportare l’ottimismo sul mercato. L’eccellente performance potrebbe essere influenzata dal ciclo delle scorte e rivelarsi di breve durata. Va tuttavia rilevato come il deflatore e le spese al consumo facciano ben sperare.
  • Fiducia dei consumatori: il dato rilevato dall’Universita’ del Michigan ha segnato una battuta d’arresto rivelandosi inferiore alle aspettative.

Tra i dati attesi per la prossima settimana, andranno tenuti sotto controllo: il reddito personale, le vendite al consumo, l’indice dei direttori degli acquisti e gli ordini alle fabbriche.

I dati pubblicati confermano una graduale uscita dalla recessione ma una ripresa che per il momento non sembra repentina.

I titoli di Stato
I titoli di Stato, dopo i dati che suggeriscono una relativa calma sul fronte del pericolo di rialzi dei tassi da parte della Fed e la cattiva performance dei listini azionari, sono tornati ad essere ben comprati dagli investitori.

La scadenza a 5 anni che venerdi’ 19 aprile aveva un rendimento medio del 4,52% ha perso 15 punti base portandosi al 4,37% nel tardo pomeriggio di venerdi’ 26. La scadenza a 10 anni nello stesso periodo e’ passata da un rendimento del 5,20% al 5,06%. Ricordiamo che nelle obbligazioni prezzi e rendimenti sono inversamente correlati.

La valuta
Il dollaro americano si e’ indebolito nel corso della settimana. A trarne maggiore vantaggio e’ stato l’Euro che dopo un inizio difficile, dovuto al sorprendente risultato delle elezioni politiche francesi di domenica scorsa, si e’ apprezzato portandosi a $0,9015.

Il trend ascendente della moneta europea cominciato dal minimo di $0,8568 toccato il primo febbraio di quest’anno ha riportato l’euro a livelli di inizio anno. Le ragioni di fondo di un possibile indebolimento del biglietto verde erano state indicate su queste pagine in un precedente articolo e rimangono a nostro parere valide pur con le dovute cautele.

I commenti finali
La settimana appena conclusa segna nuovi minimi per i listini azionari americani. In presenza di una ripresa economica che oramai non si puo’ piu’ negare il potenziale ulteriore ribasso dal punto di vista fondamentale sembra limitato, tuttavia la violazione di importanti supporti tecnici sia sul Nasdaq che sul Dow non autorizza a facili previsioni di ripresa.

Gli investitori saranno costretti a navigare a vista ancora per un po’ di tempo, in attesa di un punto di svolta di cui tutti parlano ma che ancora nssuno vede con chiarezza. Gli scarsi volumi di contrattazione che hanno caratterizzato molte delle ultime sessioni sembrano confermare questa sensazione.

Francesco Leone e’ analista di Wall Street Italia