Società

Liquidità ridotta sul mercato dei cambi: i trader sono in allerta

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(WSI) – Abbiamo avuto un inizio di settimana relativamente tranquillo, con i cambi che sono rimasti più o meno sui livelli di venerdì mentre l’Aussie, dopo una caduta repentina in apertura domenica, ha recuperato terreno nonostante il parlamento sospeso.

Nel frattempo i dati sul PMI Euro zona di agosto sono usciti misti, impedendo all’euro di salire indisturbato sopra 1,2700. Il PMI servizi è uscito a 55,6 (buono) ma il PMI manifatturiero è uscito a 55 invece di 56,3. Anche se siamo ancora distanti da livelli di guardia, il deterioramento dell’attività manifatturiera in Europa ha ferito i “tori” perchè comunque la salute delle regioni periferiche dell’area euro pesa sul resto dei paesi membri.

Ma più che l’Europa, il focus oggi sarà sul Giappone. L’economista Milton Friedman una volta propose di far “piovere” soldi da un elicottero per spingere i consumatori a spendere per uscire dalla deflazione – ossia il declino debilitante nei prezzi e nelle retribuzioni che agisce come un’ancora sull’attività economica del paese.

Forse la BoJ non sta ancora ipotizzando “immissioni di liquidità dall’alto” in stile Friediano, ma la pressione sta salendo e più tempo rimaniamo attorno a questi livelli di UsdJpy (ora siamo addirittura sotto quota 85,00 e siamo quindi al minimo da 8 anni a questa parte) più la BoJ sarà influenzata ad agire.

La settimana scorsa, la deflazione ha comportato il declassamento al 3° posto nel ranking delle economie più grandi del mondo (ora al 2° posto c’è la Cina); i segnali di recupero stanno svanendo; e la riunione tanto acclamata tra il PM Kan ed il Governatore della BoJ Shirakawa si è risolto in nulla più che una telefonata di 15 minuti. Non molto incoraggiante, in un momento in cui il coraggio manca all’economia in senso lato.

Tornando dall’altro lato del Pacifico, vediamo che l’agosto 2010, per Wall Street, è stato pacifico quasi quanto un volo Milano-Beijing senza dormire, in classe economica, dopo aver bevuto 5 caffè espresso.

Sul mercato FX la liquidità è ridotta e le oscillazioni rimangono per lo più in range, ma lungi dal pensare che questo rifletta un qualsiasi momento di calma: agosto sull’azionario è stato pieno di deal, delusioni e oscillazioni. I timori di una recessione “double dip” tengono i trader in allerta, e l’effetto maggiore che questa settimana diventa rilevante è l’ingente flusso di capitali nei mercati obbligazionari.

Questa settimana sarà importante perché c’è l’asta di Treasuries USA: una componente diretta di offerta di dollari USA si può dire, che devono essere accolti dal mercato (la domanda). Il fatto è che la recente domanda di sicurezza con gli investitori che si sono tuffati nei bond rischiano di distorcere il pricing nelle prossime aste. Teniamo gli occhi sul “Bid- to-Cover”: il dollaro manifesterà le sorti di queste aste questa settimana.

Passando all’analisi tecnica, vediamo che l’Euro rimane sotto pressione. Ora siamo addirittura sotto 1,2645 (doppio minimo, poi infranto nella giornata di trading di ieri) e stamattina l’euro ancora non riesce a superare questo ostacolo. Se l’euro trovasse la forza di reagire e arrivare a 1,2660, si aprono le porte ad un nuovo 1,2680-1,2700.

La storia è simile con EurJpy con questo trend discendente pronunciato. Siamo arrivati in prossimità del supporto fondamentale a 107,20 (spike in discesa del 1995!). Per avere qualche speranza di risalita, l’EurJpy dovrebbe consolidare attorno a questi livelli e poi ripartire anche in fretta verso 107,80 che apre le porte ad un 108,20.

Solo la sterlina rimane più debole dell’euro (si, è una lotta tra deboli), perché siamo arrivati a 0,8200 e quindi siamo su una resistenza importante che, se infranto, lascia spazio allo 0,8225. Comunque, dopo tutti questi rialzi, un minimo di ritracciamento è anche legittimo, magari anche fino a0,8180. Le sterline appaiono tutte deboli in effetti, con il Cable che si dirige a 1,5380 avendo il supporto prossimo a 1,5250. La resistenza da rompere invece per pensare ai rialzi è il 1,5460.

Anche su GbpChf siamo su un buon supporto a 1,6045 che, se infranto, lascerebbe spazio fino al 1,6015. Invece la prima resistenza si trova a 1,6080. Tra i cambi forte c’è lo Yen, che però sta diventando troppo forte. Il supporto di UsdJpy si trova attualmente a 84,70 ma più tempo rimaniamo sotto 85,00, più aumenta il rischio di un intervento da parte della BoJ.

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