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Ligresti junior in Svizzera, da lì non si muove

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ROMA (WSI) – Dal nome del paesino si potrebbero ricavare facili battute. È a Collina d’oro, frazione Montagnola, che si trova Paolo Ligresti insieme alla moglie e i figli. Circa otto chilometri più avanti, ai valichi di Ponte Tresa, ci sono le guardie di confine. Il figlio di Salvatore, accusato insieme al resto della famiglia di falso in bilancio e manipolazione di mercato, ha fatto sapere dagli avvocati che da qui non si muove.

È dal 1996 che Paolo, 44 anni, abita vicino Lugano anche se la cittadinanza svizzera vera e propria è arrivata appena tre settimane fa. «Sono ormai naturalizzati – spiega di prima mattina il sindaco Sabrina Romelli mentre esce dal palazzo comunale per un impegno istituzionale – ed è una procedura molto lunga. Mi sono sempre sembrate brave persone, i magistrati faranno il loro lavoro».

Frasi di circostanza certo, a cui non riesce a sfuggire neanche la moglie di Paolo, Barbara De Marchi che uscendo dal garage della villa dov’è parcheggiata l’auto del marito, si affretta a dire: «Chiami gli avvocati». Poi abbassa il finestrino e aggiunge con calma: «Paolo è tranquillo ed è qui, dove del resto noi abitiamo da anni».

Nel rifugio di Paolo Ligresti cioè in una villa bianca di via Riva Valbella dove nessuno in questi giorni frenetici risponde al citofono. Dall’ingresso posteriore si intravede una terrazza con piscina a picco sul lago. È un effetto ottico perché a separare la villa dall’acqua dolce c’è la strada, con tutte le altre villette di svizzeri e tedeschi arrivati a trascorrere i mesi estivi nelle loro residenze di vacanza.

La casa è messa in sicurezza da quello che sembra essere un complesso sistema di allarme. «Mi sono sempre chiesto chi fossero…con tutte quelle telecamere» dice George, svizzero tedesco che due mesi l’anno viene a vivere in questa zona silenziosa, senza sfarzi, dove però i lavori di ristrutturazione di casa Ligresti, tempo addietro, non sono passati inosservati. Lo spiega lo stesso George, prima di aggiungere che «fino ad oggi non sapevo neanche che faccia avessero». Poi le facce le ha viste sui giornali, insieme alle immagini della villa che ha riconosciuto.

«Qui vivono turisti o svizzeri che principalmente si fanno i fatti loro» puntualizza in tutta franchezza Antonella, 34 anni, frontaliera, che fa la babysitter dei due bambini biondi che l’aspettano in auto mentre lei butta i rifiuti nella campana a centro metri da casa “Rocla”.

Così infatti recita il citofono dei Ligresti: casa Rocla. Di fronte, dopo la strada, una piccola spiaggetta privata con barche e lettini. A Montagnola ha vissuto metà della sua vita anche Hermann Hesse e i residenti sono abituati a dare informazioni e a indicare la strada che va al museo dello scrittore, non certo commentare i fatti di cronaca giudiziaria. «Il paese Collina d’oro è nato nel 2004 quando i comuni di Gentilino, Montagnola e Agra sono stati aggregati – spiega il primo cittadino – la nostra è una zona soleggiata e con molte ginestre gialle. Da qui il nome». A pensar male, si fa peccato..

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Corriere della Sera – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

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