Società

Libia: il premier sfida la Lega. Il voto non ci fa paura

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Roma – Via alla prima missione dei tornado armati in Libia. I caccia sono dotati di armamento di precisione per colpire ”bersagli selezionati”. Le mozioni presentate sull’intervento italiano saranno discusse nell’Aula di Montecitorio il 3 maggio. Violenta esplosione a Tripoli dopo sorvolo aerei Nato. Scontri nell’oasi di Cufra. Artiglieria Gheddafi contro Misurata.

Intanto continua il botta e risposta tra Silvio Berlusconi e Lega. Il premier ha risposto con nettezza al Carroccio, che chiede un voto delle Camere sulla Libia, chiarendo che un passaggio parlamentare non lo preoccuperebbe minimamente. Anzi. E conferma di non aver avuto nelle ultime ore contatti con Umberto Bossi anche se rimane fiducioso sul fatto di poterlo incontrare presto per chiarire tutto.

Unico cruccio le parole molto dure di Roberto Maroni sulle decisioni del governo in merito ai raid mirati sul paese Nordafricano. Il presidente del Consiglio lascia il suo ufficio di Palazzo Grazioli per qualche ora di relax a cena a casa della parlamentare Melania Rizzoli insieme a numerosi esponenti politici. Tra gli altri, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, i ministri Giancarlo Galan, Angelino Alfano, Renato Brunetta. Presenti, tra i tanti ospiti anche Renata Polverini, Fabrizio Cicchitto, il presidente della Consob Giuseppe Vegas,il sottosegretario Daniela Santanche’ e i giornalisti Bruno Vespa, Augusto Minzolini, Maurizio Belpietro, Paola Ferrari.

Il Cavaliere si e’ detto piu’ che convinto di poter ricomporre le frizioni con l’alleato: Ci possono essere sempre fibrillazioni ma queste non metteranno mai in discussione l’intesa generale, ha spiegato senza nascondere pero’ sorpresa, amarezza e irritazione per le parole di Roberto Maroni sulla Libia. Parole assolutamente inattese – ha spiegato durante la cena – dal momento che l’esponente leghista non avena mostrato alcun problema al riguardo dopo il vertice Italo-Francese.

Il premier si e’ mostrato tonico e di buon umore. Tanto da ribadire con forza la volonta’ di andare avanti e di non farsi intimorire dai magistrati che lo accusano nei processi che lo riguardano. Il presidente del Consiglio difende a spada tratta anche le scelte sul nucleare ed e’ convinto che l’Italia, paese ricco, possa risolvere da sola il delicato problema dell’immigrazione. “Sono un uomo orgoglioso e non ho nessuna intenzione di andare col cappello in mano a chiedere l’aiuto ad altri paesi”, ha detto rispondendo ancora ai dubbi dei lumbard. Per il presidente anche una battuta con la giornalista sportiva Paola Ferrari sottolineando la speranza di brindare al piu’ presto allo scudetto del Milan.

LIBIA: BERLUSCONI, SORPRESO DA MARONI

Sorpreso, amareggiato e per qualcuno anche irritato per le parole di Roberto Maroni sulla Libia. Chi era presente alla cena di Melania Rizzoli descrive cosi’ l’umore del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a proposto delle parole del ministro leghista sulla decisione del governo di compiere raid sulla Libia. Il premier, secondo le stesse fonti, ha sottolineato in particolare come il ministro dell’Interno dopo il vertice italo-francese di Villa Madama non abbia sollevato nessuna obiezione ed anzi fosse di ottimo umore. Da qui la sorpresa del Cavaliere.

LIBIA: LA RUSSA, DA ORA OK A BOMBARDAMENTI MIRATI – “I velivoli e gli equipaggi sono già pronti e al termine di questa informativa saranno messi a disposizione della Nato per essere impiegati” nei bombardamenti mirati sulla Libia. Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, nelle sue comunicazioni davanti alle Commissioni Difesa ed Esteri di Camera e Senato. E’ “assolutamente necessario – ha proseguito il ministro – mantenere una forte pressione su Gheddafi anche attraverso una credibile azione militare”. Saranno sempre 12, come adesso, i velivoli italiani messi a disposizione della Nato per le operazioni militari in Libia, ma 8 di questi potranno bombardare o lanciare i missili di cui sono dotati. “A giorni – ha specificato La Russa – l’Italia invierà in Libia 10 istruttori militari da inserire nella costituenda struttura di comando del Cnt, insieme a un pari numero di istruttori inglesi e francesi”.

FRATTINI, 10MILA MORTI STIMA VITTIME FATTA DA INSORTI – Gli insorti libici stimano in diecimila morti il bilancio delle vittime dei massacri compiuti da Gheddafi e dalle sue milizie in Libia. Lo ha riferito il ministro degli Esteri Franco Frattini in audizione presso le commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato. “Non possiamo verificare questo numero ma riteniamo che non sia molto lontano dalla realtà”, ha commentato il titolare della Farnesina.

REGUZZONI (LEGA), SIAMO SU LINEA NAPOLITANO – “Non si dimette nessuno. Ci sono già tanti problemi, non ne aggiungiamo altri. Siamo sulla linea di Napolitano, tutto avviene nell’ambito della direttiva Onu”. Così Marco Reguzzoni, presidente dei deputati e della Lega Nord risponde ai cronisti che gli chiedono se lo sfratto del Carroccio sulla decisione del governo di armare di aerei italiani in missione in Libia possa determinare una crisi dell’esecutivo.

MARONI, PARLATO CON BOSSI LINEA LEGA NON CAMBIA – “Ho parlato poco fa con Bossi, la linea della Lega sulla questione della Libia non cambia, ed e’ quella espressa ieri dal segretario e riportata oggi dalla Padania”: lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, interpellato telefonicamente dall’Ansa. “La Lega ha sempre sostenuto che la posizione italiana sulla questione Libia doveva essere come quella della Germania, Berlusconi nell’ultimo Consiglio dei ministri aveva mantenuto questa posizione, che era gia’ fin troppo con la messa a disposizione delle basi, quindi siamo rimasti sorpresi dalla annunciata escalation”: lo ha detto il ministro Maroni, conversando con l’Ansa. “Siamo stati e siamo contrari ai bombardamenti e la posizione della Lega oggi non e’ cambiata rispetto a ieri, anche perche’ non ci sono state novita’”, ha spiegato Maroni quando gli e’ stato chiesto se la posizione leghista oggi sia cambiata rispetto a ieri.

“Noi – ha aggiunto Maroni – abbiamo sempre pensato che non sia con le cosiddette ‘bombe intelligenti’ che si risolvono le questioni, l’unico modo intelligente e’ discutere”. Il passaggio parlamentare sulla questione Libia, secondo il ministro Maroni e’ “inevitabile, visto che sono state presentate delle mozioni” e la Lega “non e’ certamente contraria ad un passaggio parlamentare”. Lo ha detto il ministro Maroni conversando al telefono con l’Ansa. Maroni ha quindi ribadito, rispondendo alla domanda se la posizione del premier sia sbagliata per la Lega “ripeto che la Lega ha avuto e ha una posizione netta e precisa, ed e’ il no ai bombardamenti pronunciato chiaramente ieri da Bossi e ribadito anche oggi sul quotidiano la Padania”.

BOSSI, DA CDM NESSUN OK, TELEFONATA A NAPOLITANO – Un colloquio telefonico ieri “all’ora dei telegiornali” tra Umberto Bossi ed il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ne da’ conto la Padania che nel lungo editoriale a firma di Carlo Passera descrive l’ira del Senatur per “le vicende che dividono nel merito, e con tutta evidenza, le posizioni leghiste da quelle berlusconiane”. In merito alla telefonata con il Capo dello Stato, il quotidiano leghista scrive che il leader del Carroccio ha “raccontato la propria posizione” a Napolitano, ovvero ha sottolineato che – sono parole virgolettate di Bossi – “il Consiglio dei ministri non ha mai detto si’ ai bombardamenti”. La Padania sottolinea anche le “gravi questioni di metodo” nelle decisioni del governo: “le scelte del premier – si legge – non sono state ne’ annunciate, ne’ discusse e tantomeno vi e’ stato su di esse il semaforo verde del Carroccio, che e’ alleato fedele e responsabile non certo cieco e sordo passacarte di qualsiasi stravaganza”.

Il quotidiano del Carroccio riporta poi un altro virgolettato di Bossi che si lamenta per come il premier si e’ comportato nei confronti di “alcuni tra i migliori ministri come Giulio Tremonti e Roberto Maroni”. “Ha fatto far loro – dice Bossi – la figura dei cioccolatai”. “Dopo le dichiarazioni di Berlusconi, Gheddafi ci riempira’ di clandestini”, dice ancora il ministro delle Riforme, mentre il quotidiano sottolinea come “l’efficacia delle misure di contenimento ideate dal Viminale e approvate ieri da Roma e Parigi, unico aspetto veramente positivo di un vertice chiusosi, per il resto, con un vero e proprio disastro”.

SLITTAMENTO CDM, FORSE PROSSIMA SETTIMANA – Salvo sorprese dell’ultima ora questa settimana non ci sara’ il Consiglio dei ministri. La riunione potrebbe tenersi, a quanto si apprende da fonti di governo, i primi giorni della prossima settimana. Questa mattina si e’ riunito il pre-consiglio dove pero’ non e’ stata formalizzata nessuna data di convocazione. Stando alle indiscrezioni circolate ieri il Consiglio dei ministri doveva tenersi venerdi’. Sul tavolo c’e’ sicuramente la questione Libia e le tensioni con la Lega Nord contraria ai bombardamenti. Oltre ai malumori del Carroccio, Berlusconi avrebbe dovuto fare i conti con i mal di pancia di alcuni ministri del PdL che avrebbero colto l’occasione per porre il problema di una maggiore collegialita’ nelle decisioni.

BOSSI, NO ALLE BOMBE. COLLE, RAID NATURALE SVILUPPO IMPEGNO ITALIA – Umberto Bossi e’ contrario alla decisione del governo di partecipare ai bombardamenti in Libia e annuncia battaglia in Consiglio dei Ministri, smentendo le parole del premier che aveva liquidato i contrasti con l’alleato con uno sbrigativo ”e’ tutto a posto”. Ieri sera il leader leghista ha rincarato la dose affidando una dichiarazione a ‘La Padania’ dove tira fuori tutta la rabbia verso il presidente del Consiglio. ”Siamo diventati una colonia francese- afferma -. E l’aver ceduto alle richieste di Parigi avra’ ”conseguenze gravissime”, a partire dall’arrivo massiccio di profughi. Poi la stoccata finale: ”Non e’ dicendo sempre si’ che si acquisisce peso internazionale”. “L’ulteriore impegno dell’Italia in Libia annunciato dal presidente del Consiglio Berlusconi costituisce il naturale sviluppo della scelta compiuta dall’Italia a meta’ marzo, secondo la linea fissata nel Consiglio supremo di Difesa da me presieduto e quindi confortata da ampio consenso in Parlamento”, aveva detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sostenendo con queste parole la decisione dell’Italia di partecipare a bombardamenti in territorio libico. Napolitano ha fatto riferimento al “piano di interventi della coalizione postasi sotto la guida della Nato”.

LA RUSSA,LEGA? CI PENSERA’ PREMIER, SPERO NO FRATTURA – Le ripercussioni sulla tenuta del Governo conseguenti alla contrarietà della Lega ai bombardamenti italiani in Libia sono “un problema che affronterà il presidente del Consiglio, il Consiglio dei ministri, ma non bisogna drammatizzare”. Lo dice a Mattino Cinque il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che aggiunge: “una frattura credo non ci sarà, anzi lo spero”. Secondo La Russa “non bisogna drammatizzare” perché “La Lega non ha fatto mai mancare un voto. A differenza del Governo Prodi, il nostro Governo non ha mai avuto un contrasto in termini di voti su un problema di politica internazionale. Se poi non è neanche consentito aprire un dibattito e discutere, avere una diversa sensibilità, mi sembra eccessivo. Certo anch’io – ha aggiunto La Russa – avrei preferito che non ci fosse questa diversità di opinioni, ma quello che conterà alla fine sarà la capacità del Governo di rimanere unito e coeso. L’opposizione non potendo dire niente sulla linea della maggioranza, sta puntando su una eventuale frattura che credo non ci sarà, anzi spero non potrà esserci”.

I caccia italiani impiegheranno il proprio armamento in Libia “solo contro obiettivi chiaramente identificabili come militari, altrimenti non potremmo utilizzare i nostri assetti”. Ha detto il ministro della Difesa rispondendo ad una domanda sul rischio di vittime civili in seguito ai bombardamenti. “Un rischio – ha comunque precisato il ministro – che c’era già” perché finora gli aerei italiani hanno fornito copertura a quelli degli altri Paesi che effettuavano i bombardamenti e “non è che partecipare ad una missione con il ruolo di coprire quelli che utilizzavano i missili fosse eticamente diverso da quello che facciamo adesso. E’ come chi gioca a centrocampo e un altro a centravanti, ma la squadra è tutta una e il centravanti può fare gol solo se c’é il centrocampo che gli fornisce l’assist. Noi cambiamo ruolo ma continuiamo a giocare nella stessa squadra”. Il fatto, poi, “che fino adesso non abbiamo messo a disposizione assetti di questo genere, non è dipeso – ha ribadito La Russa – da un fatto etico. Io, come ministro della Difesa, avevo concordato di mettere a disposizione certi assetti e fintanto che non ce n’é stata la necessità e non ce l’hanno chiesto insistentemente tutto è andato tranquillamente: avevamo un altro compito, in accordo con gli alleati. Nel momento in cui però ce lo chiedono, se l’Italia vuole continuare a svolgere il suo ruolo nella missione, non potevamo tirarci indietro”. In questo senso, ha precisato, “non abbiamo voluto, né potuto, dire di no”.

BERSANI, VERIFICARE MAGGIORANZA IN PARLAMENTO – “Davanti a contingenze così rilevanti non abbiamo una maggioranza né un governo che tiene la barra; e pertanto bisognerà verificare in Parlamento lo stato delle cose”. Lo dice il segretario del Pd Pierluigi Bersani intervistato da Sky tg24 sulle divisioni nella maggioranza sulla Libia.