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Libia, Gheddafi, ribelli, Nato, guerra alleata

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La coalizione internazionale a breve ridurrà “drasticamente” le operazioni militari in Libia. Lo ha detto oggi il segretario Usa alla Difesa Robert Gates, come riporta l’agenzia Ria Novosti. Gates, che ha incontrato il suo omologo russo a Mosca Anatoly Serdyukov, ha dichiarato che “le operazioni militari che sono ora in corso in Libia, saranno drasticamente ridotte in pochi giorni”.

BERLUSCONI ADDOLARATO PER GHEDDAFI – «Sono addolorato per Gheddafi e mi dispiace. Quello che accade in Libia mi colpisce personalmente». La frase pronunciata lunedì sera da Silvio Berlusconi a Torino a margine di una cene elettorale rischia di diventare il caso politico del giorno. Il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, replica subito attraverso il suo blog: «Affronteremo con senso dello Stato il dibattito parlamentare, ma una cosa deve essere chiara: siamo addolorati per le migliaia di donne e di uomini assassinati da Gheddafi e dai suoi scherani, non certo per la sorte del leader libico. Tra il carnefice e le vittime non abbiamo dubbi da che parte stare».

Critiche anche dal Pd: «Il fuori-onda del premier, che si è detto addolorato per Gheddafi, ha dimostrato che abbiamo ecceduto nel rapporto di amicizia con il leader libico – ha detto Marina Sereni, vicepresidente dell’assemblea del partito -. Per questo fatichiamo ad avere un ruolo centrale in questa vicenda e a contenere anche un eccesso di entusiasmo dei nostri amici francesi. Se appariamo riluttanti, come il premier ieri ha dato l’impressione di essere, è difficile che possiamo contrastare anche gli errori che possono fare alcuni alleati». Per mercoledì pomeriggio è previsto il dibattito al Senato: per il governo ci sarà il ministro degli Esteri, Franco Frattini, anche se il Pd ha chiesto che intervenga direttamente Berlusconi.

«NATO SOLUZIONE APPROPRIATA» – Intanto gli esponenti del governo italiano continuano ad insistere sulla necessità di un passaggio del comando della missione alla Nato. E su questa linea sembra essere in sintonia anche il Quirinale: «Il presidente Giorgio Napolitano – si legge in una nota diffusa dal Colle – ha ribadito l’esigenza imprescindibile sostenuta dall’Italia, in piena sintonia con Stati Uniti, Regno Unito ed altri alleati, di un comando unificato, osservando che la Nato rappresenta la soluzione di gran lunga più appropriata».

«NESSUN RISCHIO TERRORISMO» – Dell’esigenza di affidare all’Alleanza il coordinamento delle operazioni aveva parlato per primo Franco Frattini, a cui aveva poi fatto seguito l’imprimatur da parte dello stesso premier Silvio Berlusconi. «Quella in Libia non è una missione di guerra – ha sottolineato oggi il ministro degli Esteri-, ma di tipo umanitario per far rispettare a Gheddafi un cessate il fuoco assoluto» ed ora dopo tre giorni in cui era indispensabile un’accelerazione dell’azione «è tempo di tornare alle regole» con «un comando unificato della Nato».

Frattini, intervenendo a Radio Anch’io, ha inoltre corretto le parole pronunciate lunedì da Ignazio La Russa, che a Corriere Tv aveva detto di non temere ritorsioni libiche mediante lanci di missili, quanto piuttosto eventuali attentati condotti sul territorio da singoli attentatori: «Il comitato antiterrorismo del ministero dell’Interno è attivo ed ha rafforzato tutte le misure di prevenzione. Gli italiani possono stare tranquilli. La nostra intelligence, le nostre forze di polizia fanno un lavoro straordinario di prevenzione antiterrorismo».

«LA FRANCIA NON COMANDA» – Il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, parlando a Canale 5 ha invece detto che «nessun paese è padrone del Mediterraneo». Di più: «C’è una risoluzione dell’Onu e non sta bene che qualcuno, come la Francia, vada più avanti anche perchè i danni maggiori di un intervento maldestro in Libia ricadrebbero sull’Italia sia in termini di massiccia immigrazione che di rischio terrorismo».

SALVI I PILOTI USA ABBATTUTI – Sono entrambi vivi i due piloti dell’F-15 Eagle americano che è precipitato oggi in Libia probabilmente a causa di un guasto tecnico. Lo ha confermato un portavoce di Africom, Vince Crowley, al Times. “Entrambi i membri dell’equipaggio sono stati capaci di proiettarsi fuori dall’aereo. Entrambi hanno sostenuto ferite di scarsa entità e questo è tutto quello che vi posso dire”, ha spiegato.

Secondo il portavoce di Africom, l’aereo precipitato aveva partecipato “a una missione contro le difese aeree libiche”. Al momento, ha aggiunto, non sono ancora chiari i problemi tecnici che avrebbero provocato lo schianto. “Sono possibili diversi tipi di guasti in volo, non crediamo che si sia trattato di un atto ostile”, ha spiegato il portavoce al Times.

Sul campo continuano i bombardamenti della coalizione e delle forze del Raìs. I militari lealisti stanno bombardando Misurata, da giorni al centro degli scontri, mentre ad Adjdabiya sono stati lanciati raid aerei della coalizione internazionale contro le postazioni delle forze del leader libico Muammar Gheddafi. Cinque persone, tra cui quattro bambini, sono morti oggi a Misurata per i colpi di arma da fuoco esplosi dalle truppe di Gheddafi.

E dopo la terza notte di bombardamenti sulla Libia, dominano ancora incertezze e polemiche sulla missione alleata nel Paese, mentre la Cina reitera la sua richiesta di uno stop ai bombardamenti e l’Italia insiste a chiedere un “un comando unificato della Nato”.

Sul tema, potrebbe decidere a breve la Nato. Ieri il presidente americano Barack Obama ha chiarito che il passaggio di consegne dagli Usa sarà fatto in breve tempo e dicendo “breve” a spiegato che è “una questione di giorni non di settimane”.

Sul terreno, quella trascorsa è stata la terza notte di bombardamenti. Ancora una volta è stata presa di mira la residenza-bunker del leader libico a Tripoli, dove il rais userebbe civili e giornalisti occidentali come scudi umani. Quanto al rimorchiatore italiano “Asso Ventidue”, l’imbarcazione ha ormeggiato nel porto di Tripoli questa mattina e l’equipaggio è stato autorizzato dai militari libici a bordo a contattare familiari e compagnia. L’armatore rende noto che “tutti i membri dell’equipaggio stanno bene”.

11.59 Il corrispondente del quotidiano britannico The Guardian presente ad Adjdabiya riferisce di possibili raid aerei lanciati dalla coalizione internazionale contro le postazioni delle forze del leader libico Muammar Gheddafi. Dopo aver sentito aerei sorvolare la città per circa un’ora, il giornalista ha udito diverse esplosioni “molto forti”, seguite da colonne di fumo che si alzano dalla città e dall’area circostante. Il cronista si trova alle porte di Ajdabiya. “Dobbiamo presumere che l’aviazione della coalizione stia attaccando le forze di Gheddafi attorno ad Ajdabiya”, ha detto il giornalista, riferendo anche di bombardamenti ancora in corso contro le postazioni dei ribelli. (TMNews)

9:55 Berlusconi si dice “addolorato per Gheddafi e afferma che la Francia sta calcando la mano”. “Ci vuole la Nato”, afferma, secondo quanto riportato dal canale televisivo Class Cnbc. Il premier ha continuato: “gli aerei italiani non hanno sparato e non spareranno”. Intanto gli Stati Uniti hanno dichiarato che nelle ultime dodici ore sono stati lanciati 20 missuli Tomahawk in Libia.

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(TMNews) Il leader libico Muammar Gheddafi usa scudi umani per sventare gli attacchi della coalizione internazionale. Lo afferma oggi il quotidiano britannico Times, riferendo di folle di civili che ieri sera hanno protetto le difese aeree del colonnello. Il regime di Tripoli ha riferito di “migliaia” di persone presenti negli aeroporti e nelle strutture militari presenti nel Paese, mentre una fonte ascoltata dal quotidiano afferma che alcuni dei civili sarebbero stati costretti a radunarsi nelle basi aeree libiche contro la loro volontà.

Anche i media internazionali sarebbero stati usati come scudi umani domenica sera, quando le autorità lobiche hanno portato i giornalisti stranieri nella residenza-bunker di Gheddafi a Tripoli, Bab al-Aziziya, colpita dai missili della coalizione. Proprio la presenza dei cronisti e di altri civili avrebbe indotto il ministero della Difesa britannico ad annullare un nuovo attacco al bunker, scrive il Times.

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(TMnews) Le iniziative della Francia spaccano la comunità internazionale impegnata nell’intervento militare in Libia. E’ quanto scrive oggi il Financial Times, riferendo della collera di Londra e Washington per il primo attacco aereo lanciato da Parigi sabato scorso, senza averne informato appieno gli alleati, e delle tensioni emerse ieri al consiglio Nord-Atlantico a Bruxelles.

Secondo il quotidiano finanziario della City, ieri gli ambasciatori francese e tedesco hanno abbandonato i lavori del consiglio dell’Alleanza Atlantica, dopo che il Segretario generale Anders Fogh Rasmussen ha criticato Parigi, per la sua contrarierà a un comando Nato dell’operazione, e Berlino, per la sua scarsa partecipazione. “Ci sono forti tensioni tra stati Uniti e Regno unito da parte e Francia dall’altra”, ha detto un funzionario occidentale, sottolineando come la Nato abbia lavorato per settimane per poter assumere il comando della missione.

“Mentre stavamo per raggiungere un accordo alla Nato, la Francia ha improvvisamente bloccato tutto, lasciandosi subito confusi, ma poi è diventato chiaro che (il Presidente Nicolas) Sarkozy voleva annunciare i raid al termine del vertice di Parigi dove guidava lo show”. Parigi si è sempre opposta al comando Nato, a differenza di Londra, Washington e Roma, che ieri ha chiesto che le operazioni in Libia passino sotto il comando unificato Nato, “altrimenti il governo penserà a stabilire un comando nazionale separato per le operazioni che partono dalle sette basi della penisola”, secondo quanto fatto sapere dalla Farnesina.

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(TMNews) La possibilità che i raid in corso possano anche portare all’eliminazione fisica del leader libico Gheddafi divide gli alleati. La Gran bretagna non esclude l’ipotesi ma Francia e Stati Uniti frenano. Londra è pronta a lanciare un attacco mirato per uccidere il leader libico Muammar Gheddafi. E’ quanto scrive oggi il Daily Mail, riportando le dichiarazioni rilasciate ieri dal ministro della Difesa Liam Fox, sulla “possibilità” che lo stesso Gheddafi possa diventare un obiettivo dell’operazione lanciata dalla coalizione.

Sulla stessa linea di Fox anche il ministro degli esteri William Hague che ha osservato, citato dal Telegraph, che Gheddafi potrebbe essere preso di mira personalmente se ordinerà nuove “atrocità” contro il suo popolo. Secondo Hague la risoluzione Onu 1973 autorizza in linea di principo anche attacchi mirati contro il leader libico. Ieri però, il Segretario alla Difesa Usa, Robert Gates, aveva invece sottolineato come l’uccisione di Gheddafi non sia un obiettivo della coalizione internazionale, impegnata in Libia nell’ambito di una risoluzione Onu che autorizza il ricorso alla forza solo per proteggere i civili. La morte del colonnello è stata chiesta alla comunità internazionale dai rivoltosi che oggi controllano Bengasi.

L’obiettivo della coalizione internazionale intervenuta militarmente in Libia- ha detto a sua volta oggi il portavoce del ministero della Difesa francese, Laurent Teisseire- è proteggere i civili dalla repressione del regime, come previsto dalla risoluzione 1973 delle Nazioni Unite, non eliminare il colonnello Muammar Gheddafi. E’ quanto ha dichiarato . L’obiettivo della coalizione è attuare la risoluzione, proteggere la popolazione”, ha dichiarato il portavoce a Europe 1. Alla domanda “colpireste Gheddafi, se sapeste dove si trova”, Teisseire ha risposto: “No, la risposta è no”. Il portavoce ha quindi affermato che l’operazione aerea lanciata sabato in Libia non è entrata in “una nuova fase, nel senso che non è cambiato l’obiettivo”. “Quando abbiamo agito per primi, 48 ore fa, siamo intervenuti direttamente nello spazio aereo sopra Bengasi. Progressivamente sono stati dispiegati altri mezzi, che hanno iniziato a distruggere i centri di comando, la difesa antiaerea. E’ la stessa azione”. (TMNewws)

11.00 Il sesto figlio di Gheddafi, Khamis, sarebbe morto in seguito alla ferite riportate sabato scorso, quando un pilota libico si e’ volutamente schiantato con il suo jet contro la caserma di Bab al-Azizia. Ricoverato in un ospedale di Tripoli in terapia intensiva, sarebbe deceduto poche ore dopo. A riferirlo e’ il giornale algerino Shuruk che rilancia il sito dell’opposizione libica al Manara. La notizia, tuttavia, non e’ stata confermata dai media del regime. (Agi)

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da TMNews

8.44 Nel secondo giorno di operazioni militari contro il regime libico, la coalizione internazionale ha colpito e distrutto un edificio del bunker di Muammar Gheddafi a Tripoli. Secondo quanto riferito da un responsabile dell’alleanza, il compound ospitava un centro di “comando e controllo” delle forze libiche. Una missione portata a compimento nel giorno della prima operazione diretta di aerei italiani sul territorio libico.

Sei Tornado sono decollati a partire dalle 20 dalla base di Trapani Birgi per sopprimere le difese aeree del colonnello. Il raid è stato completato con successo. Poco prima della missione italiana, alle 21, era scattato il cessate il fuoco annunciato dal regime. Ma la tregua è durata poco.

A Bengasi, per tutta la notte, si sono sentiti spari ed esplosioni: gli uomini del rais hanno attaccato i ribelli, che hanno fatto della città nell’est della Libia il loro quartier generale. E la stessa coalizione internazionale, al momento, non sembra credere troppo alle promesse del colonnello.

“Oggi Gheddafi ha dichiarato una tregua. La nostra opinione al momento è che si tratta di una menzogna e che la tregua è stata immediatamente violata”, ha dichiarato il consigliere per la Sicurezza nazionale di Barack Obama, Tom Donilon. “Non è la prima volta che le autorità libiche dichiarano la loro intenzione di applicare un cessate il fuoco per mettere fine alle violenze contro la popolazione civile libica. Noi auspichiamo che questa volta alle dichiarazioni facciano seguito azioni concrete”, ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini.

“Un cessate il fuoco, immediato, effettivo, e rigorosamente rispettato sarebbe il modo migliore per attuare da subito le disposizioni della risoluzione dell’Onu 1973, che é stata da noi concepita per il solo obiettivo di proteggere la popolazione civile libica dalle violente repressioni del proprio regime e non di condurre una guerra in territorio libico”, ha aggiunto il titolare della Farnesina.

Nell’incertezza, la coalizione di volenterosi – sotto il comando americano – ha continuato a sganciare bombe su obiettivi sensibili. E’ stata colpita una parte del bunker di Gheddafi. L’edificio in questione è situato a una cinquantina di metri della tenda dove il colonnello riceveva normalmente i suoi ospiti. È stato completamente distrutto da un missile, ha indicato un portavoce del regime, Moussa Ibrahim, ai giornalisti stranieri che sono stati trasportati in autobus sul posto per verificare di persona.

Mentre nella notte sono tornate in azione anche le forze britanniche. “Posso confermare che le forze armate britanniche hanno partecipato a un’altra incursione coordinata contro i sistemi libici di difesa antiaerea”, ha dichiarato il generale John Lorimer, in un comunicato del ministero della difesa. “Per la seconda volta, il Regno Unito ha lanciato dal Mediterraneo missili (da crociera) Tomahawk da un sommergibile di classe Trafalgar nel quadro di un piano coordinato della coalizione per applicare la risoluzione” del Consiglio di sicurezza dell’Onu che autorizza il ricorso alla forza contro il regime del colonnello Muammar Gheddafi, ha spiegato il generale.

L’eliminazione fisica del rais, comunque, non è un obiettivo della coalizione. “Bisogna rispettare il mandato della risoluzione del Consiglio di Sciurezza dell’Onu”, ha spiegato il capo del Pentagono, Robert Gates, secondo il quale il comando delle operazioni potrebbe passare presto in mano a francesi e britannici. Il segretario alla Difesa è atteso in Russia, dove proverà ad ammorbidire la posizione di Mosca, che ha espresso rammarico per raid aerei della coalizione “non selettivi”. A sole 24 ore dall’avvio dell’operazione Odissey Dawn’ (Odissea all’alba), tra l’altro, gli alelati devono fare i conti anche con l’opposizione ai raid aerei espressa da Lega Araba e Cina.

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LIBIA: COALIZIONE CONFERMA, RAID CONTRO BUNKER GHEDDAFI – Una fonte della coalizione militare in azione contro la Libia ha confermato che il complesso di Bab al Aziziya a Tripoli, la residenza di Muammar Gheddafi, è stato l’obiettivo di un raid aereo domenica sera. Lo riferisce la Cnn. Stando alla stessa fonte anonima, il complesso è stato bersagliato dalle forze alleate in quanto si ritiene che dal suo interno si eserciti il comando e il controllo sulle forze libiche e che è proprio ridurre il potenziale militare delle forze fedeli a Gheddafi lo scopo dell’intervento della coalizione, si legge sul sito della Cnn. Ieri in serata alcuni giornalisti stranieri erano stati portati sul posto dove avevano constatato i segni di distruzione sull’edificio e un portavoce del governo di Tripoli aveva spiegato che la struttura era adibita a funzioni amministrative.

LIBIA: DISTRUTTO EDIFICIO IN COMPLESSO BUNKER GHEDDAFI – Un edificio amministrativo situato nel complesso di Bab el Aziziya a Tripoli, la residenza di Muammar Gheddafi, e’ stato stasera totalmente distrutto da un missile. Lo ha constatato un giornalista dell’agenzia Afp.

CASA BIANCA: EVITATA CATASTROFE A BENGASI – Una catastrofe e’ stata evitata a Bengasi, la citta’ della Libia in mano all’opposizione, grazie alle prime operazioni militari di ieri in Libia. Lo ha detto a Rio de Janeiro il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Tom Donilon, secondo cui ”c’e’ stato un prima gamma di operazioni piuttosto buona, soprattutto su Bengasi”, secondo quanto hanno indicato i responsabili del Consiglio Nazionale Libico ai loro interlocutori Usa.

LIBIA: USA, NATO NON AVRA’ COMANDO OPERAZIONI – Non ci sarà uno scudo Nato per l’operazione militare in Libia: l’alleanza metterà a disposizione mezzi e strutture, ma non la bandiera. I paesi della ‘coalizione dei volenterosi’ scesi in campo per fare rispettare la risoluzione 1973 del consiglio di sicurezza dell’Onu – ha detto a Rio de Janeiro il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Tom Donilon – sono d’accordo a non dare il comando delle operazioni alla Nato, ma di sfruttarne le strutture. La dichiarazione di Donilon sgombra il campo dalle incertezze di queste giorni sul ruolo dell’organizzazione atlantica, che alcuni paesi europei (tra i quali il Belgio, la Gran Bretagna e l’Italia) avrebbero voluto in prima linea, e che altri – in particolare la Francia – ritenevano non dovesse essere tale.

Troppo rischioso, secondo i francesi, impegnare l’ombrello Nato – sotto il quale 46 paesi combattono Al Qaida da dieci anni in Afghanistan – in un ambiente socio-politico esplosivo come quello nord africano. E anche il capo del pentagono Robert Gates ha riconosciuto che potrebbero esservi resistenze da parte dei Paesi della Lega Araba a prendere parte a operazioni militari sotto l’egida dell’Alleanza atlantica.

La partecipazione di paesi arabi e africani alla coalizione internazionale è invece per tutti una priorità, in particolare dopo le perplessità espresse dall’Unione africana e dalla stessa Lega araba dopo le conseguenze dei primi raid. L’annuncio degli Usa – di fatto ‘azionisti di maggioranza’ della Nato – è arrivato troppo tardi per potere essere commentato al quartiere generale a Bruxelles, dove fino a mezzanotte gli ambasciatori dei 28 alleati si sono riuniti per proseguire il lavoro di preparazione dei piani militari.

Nei giorni scorsi, il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen ha impresso un’accelerazione al lavoro di pianificazione. L’ambizione era di chiudere entro il fine settimana i piani per assicurare l’arrivo di aiuti umanitari e il rispetto dell’embargo di armi e dell’interdizione dello spazio aereo libico. Gli esperti militari e gli ambasciatori hanno concluso i primi due piani, ma non il terzo: la Turchia ha chiesto infatti di rivedere la pianificazione per la no fly-zone alla luce delle perdite civili che i raid in corso potrebbero provocare. La delegazione turca ha chiesto nel pomeriggio una sospensione dei lavori per potere consultarsi con Ankara.

La riunione, ripresa alle 22.30, è terminata senza chiarire i dubbi della Turchia. Il Consiglio atlantico tornerà a riunirsi anche oggi. Sarà l’occasione per prendere atto dell’annuncio arrivato dal Brasile, che toglie alla Nato ogni ambizione di guida delle operazioni, ma le riconosce di essere l’unica organizzazione che può mettere in campo, in tempi molto rapidi, mezzi, strutture e know how militari.

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L’ammiraglio Mike Mullen, capo di Stato maggiore della Difesa Usa, ha detto al programma tv “Meet the Press” della NBC che gli obiettivi dell’operazione militare “Odyssey Dawn” sono limitati all’instaurazione della no-fly zone in Libia, come stabilito dalla risoluzione dell’Onu, per impedire il massacro dei civili da parte di Gheddafi, ma la “campagna militare ha uno scopo molto limitato e non ha l’obiettivo di eliminare Gheddafi o vederlo andare via”.

Negli Stati Uniti, come in Europa, dopo i massicci attacchi e bombardamenti e il lancio di centinaia di missili su 22 postazioni libiche aumentano gli interrogativi sui veri scopi dell’intervento militare della cosiddetta “coalizione alleata”, di cui fa parte anche l’Italia.

Intanto e’ ovvio che sono gli Stati Uniti a guidare l’attacco militare. Ma l’ammiraglio Mullen ha detto a NBC che pur essendo l’America l’unico paese ad avere la capacita’ e la forza militare per intervenire, l’obiettivo di Washington nei prossimi giorni e’ cedere la mano del comando ai paesi europei piu’ direttamente coinvolti nella crisi, essendo “vicini” della Libia nel Mediterraneo. L’Italia non e’ stata menzionata dal capo di Stato Maggiore, ma da fonti dell’Amministrazione Usa e’ chiaro che la cessione del comando avvera’ a favore di Francia e Gran Bretagna.

Altro punto di discussione e’ l’atteggiamento del Segretario di Stato Hillary Clinton, che per molti giorni e’ stata riluttante ed e’ rimasta dietro le quinte, mentre negli ultimi due giorni ha assunto un ruolo molto piu’ “da falco” e, alla fine, secondo alcune fonti, ha convinto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama a schierare la forza militare americana contro Gheddafi. Come mai, cosa e’ cambiato? Cosa non sappiamo che giustifica il cambio di atteggiamento da parte della Clinton, la quale era stata coinvolta in prima persona nella guerra civile in Ruanda quando il marito Bill Clinton era Presidente Usa e non riusci’ a intervenire in quella guerra civile che causo’ oltre 1 milione di morti? In ogni caso fonti della Casa Bianca hanno fatto sapere alla Cnn che il presidente Obama, pur in viaggio in America Latina (oggi dopo aver lasciato il Brasile sara’ in Cile) guida in prima persone le operazioni militari e vien continuamente informato dal capo di Stato maggiore della Difesa.

Altro fattore molto importante da valutare nell’evolversi della crisi libica: il segretario alla Difesa Usa Robert Gates, che due settimane fa si espresse formalmente in un discorso ufficiale, in molto molto netto, contro l’instaurazione della no-fly zone in Libia, perche’ avrebbe comportato una guerra vera e propria e il bombardamento “pesante” da parte degli Stati Uniti del terzo paese mulsulmano dopo Afghanistan e Iraq, si trova adesso a guidare il Pentagono avendo espresso appunto parere negativo all’operazione, proprio mentre la missione “Odyssey Dawn” e’ in pieno svolgimento.

E’ molto imbarazzante e crea un forte senso di disagio il fatto che il ministro della Difesa americano sia stato messo in un angolo dai “falchi”. Gates, confermato da Obama nel gennaio 2009 dopo la vittoria alle elezioni, era Segretario alla Difesa gia’ da 8 anni con George W. Bush e quindi ha avuto, e ha, un ruolo chiave nelle due guerre in Afghanistan e Iraq in cui sono impegnati gli Stati Uniti. Ha sempre detto di recente che la sovraesposizione dell’America nelle attuali due guerre rende impossibile l’impegno americano su altri fronti. In termini politici, umani, finanziari.

Ulteriore fattore di discussione: cosa ci ricava l’Occidente dal portare la guerra in Libia, un paese che fornisce solo il 2% della produzione mondiale di petrolio, irvenendo di fatto in una guerra civile interna, e senza aver calcolato a fondo i “danni collaterali” che potrebbero alla fine risultare altissimi? Se l’obiettivo attuale – come ha detto oggi Mullen – non e’ eliminare il Rais libico, allora lo scenario di un Gheddafi molto ridimensionato militarmente ma ancora piu’ incattivito, e ancora al potere per mesi o per anni, resta assolutamente valido e possibile. E non e’ certo uno scenario che possa essere accettabile, ne’ per gli Stati ne’ soprattutto per noi italiani, che siamo a poche centinaia di chilometri dalla Libia.

Infine: perche’ il “doppio standard” nella decisione di interventire in Libia da parte delle forze occidentali, mentre in Barhein che da decenni e’ uno dei capisaldi militari degli Stati Uniti in Medioriente (insieme all’Arabia Saudita) e’ in fase di esplosione e nessun intervento e’ previsto li’ per sanare la sopressione nel sangue dele rivolte civili contro l’attuale assetto di potere? Allora, come si giustifica la risoluzione da parte dell’Onu e la conseguente azione militare “alleata” per fermare i massacri di civili in Libia e non in Barhein? Forse che i civili massacrati qualche miglio piu’ in la’ contano meno e i loro cadaveri puzzano di meno? Tutte domande legittime a cui ne’ l’America ne’ l’Italia ne’ l’Europa sono in grado in questo momento di dare una risposta.

Il capo della Lega Araba Amr Moussa ha dichiaro che cio’ che sta accadendo in Libia non e’ quel che gli arabi avevano previsto quando chiesero l’imposizione di una no-fly zone. “Quel che sta accadendo in Libia e’ diverso dall’imposizione di una no-fly zone, quel che vogliamo e’ la protezione dei civili e non il bombardamento di altri civili”, ha detto Moussa, che ha convocato una riunione di emergenza della Lega Araba.

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GLI USA: PRIMO SUCCESSO – L’Operazione “Odissey Dawn” (Odissea all’alba”) – nome in codice per l’attacco alleato alle forze del leader libico Muammar Gheddafi – è riuscita a instaurare una “no-fly zone” nei cieli del paese nordafricano. L’ha sostenuto, parlando con la rete televisiva statunitense ABC, il capo di stato maggiore Usa ammiraglio Michael Mullen. L’istituzione della no-fly zone è richiesta dalla risoluzione 1973 votata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite. Mullen ha definito un “successo” l’operazione e ha fatto notare che le forze di Gheddafi hanno interrotto, dopo l’attacco, la loro avanzata verso Bengasi, la roccaforte dei ribelli.

I DUBBI DI BOSSI – “I dubbi di Bossi non hanno impedito nessuna votazione. Se solo Bossi avesse deciso di frapporsi le commissioni riunite non avrebbero potuto votare” perché per la convocazione delle commissioni ci vogliono 24 ore “salvo l’accordo di tutti a votare”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, a proposito delle perplessità espresse ieri da Bossi sulla partecipazione italiana alla missione per la salvaguardia della vita dei civili in Libia. “La Lega si è limitata, certo non che non abbia rilievo, a non partecipare alla votazione, esponendo delle perplessità e del tempo necessario, per maturare un più completo convincimento – ha spiegato La Russa – senza frapporre ostacoli a una lineare attività e comportamento del nostro Parlamento e del nostro governo”.

Nella notte pioggia di missili sulle coste libiche per costringere Gheddafi a cessare il fuoco. Dopo una sosta la Francia riprende i bombardamenti. Aeroporto libico colpito dagli aerei Usa. L’equipaggio di un rimorchiatore d’altura italiano è trattenuto nel porto di Tripoli.

COLPITO AEROPORTO DA AEREI STEALTH USA – Un aeroporto libico è stato attaccato da aerei invisibili ai radar (stealth) statunitensi. Lo ha detto la tv americana. La Cbs ha detto che tre bombardieri stealth B-2 Spirit hanno lanciato 40 bombe contro una base aera libica.

RIMORCHIATORE CON ITALIANI FERMATO A TRIPOLI – L’equipaggio di un rimorchiatore d’altura italiano è stato trattenuto nel porto di Tripoli da uomini armati: lo apprende l’ANSA da fonti qualificate, secondo le quali le persone a bordo sono otto italiani, due indiani e un ucraino. I fatti, secondo le scarne informazioni disponibili, si sarebbero verificati ieri pomeriggio, quando il rimorchiatore stava sbarcando a Tripoli dei lavoratori libici.

Alcuni uomini armati, tra cui uno che si sarebbe qualificato come il comandante del porto, hanno fermato l’equipaggio, impedendo al rimorchiatore di ripartire. Gli italiani e gli altri si troverebbero tuttora a bordo. Il rimorchiatore è della società Augusta Offshore spa di Napoli. Augusta Offshore spa è una società italiana, fondata nel 1986, specializzata nel servizio di assistenza alle piattaforme petrolifere e in attività di esplorazione e produzione. La sede principale è a Napoli, dove è distaccato il dipartimento commerciale e tecnico; inoltre, la società ha basi operative in Italia a Siracusa, in Egitto al Cairo, in Brasile a Rio De Janeiro e Macaè.

GHEDDAFI, NOSTRA TERRA SARA’ INFERNO PER VOI – “La nostra terra sarà un inferno per voi”. E’ la nuova minaccia del leader libico Muammar Gheddafi contro la coalizione internazionale che sta attaccando la Libia. “Voi (occidentali) volete il nostro petrolio, ma la nostra terra ci è stata data da Dio. Noi siamo oppressi e colui che è oppresso vincerà, mentre coloro che opprimono saranno sconfitti”.

“Siamo pronti ad una guerra lunga, voi non ne avete la capacità, pensateci”: ha detto Gheddafi, in un intervento audio alla tv libica. “Questo attacco rappresenta un nuovo nazismo, noi non lasceremo mai la nostra terra, sappiamo che noi vinceremo e voi morirete”, ha aggiunto il Colonnello.”Non permetteremo ai crociati, agli aggressori di passeggiare p’er Bengasi”. “Il popolo di Bengasi – ha detto il Raìs – si difenderà quando vedrà che questo è un attacco dei crociati, non permetterà ai traditori di arrivare col mitra, ai soldati francesi e inglesi di aggredire”.

FRANCIA RIPRENDE INCURSIONI AEREE – Le incursioni aeree delle forze francesi riprendono questa mattina nei cieli libici nel quadro della coalizione internazionale. Lo rendono noto fonti militari francesi. L’intervento delle forze di Parigi era cominciato ieri con il sorvolo del territorio libico da parte di caccia Rafale e Mirage 2000, che hanno distrutto diversi blindati delle forze di Gheddafi. In serata, le forze americane e inglesi hanno dato il cambio, con i primi raid aerei britannici e il lancio di missili da crociera dalle navi e dai sottomarini americani al largo della Libia.

MEDICI, 90 MORTI ASSALTO FORZE GHEDDAFI BENGASI – Più di 90 persone hanno perso la vita ieri durante l’assalto dato a Bengasi dalle forze di Gheddafi: è quanto riferiscono oggi fonti ospedaliere locali.

MISSILI CONTRO GHEDDAFI, TRIPOLI SOTTO ATTACCO – Attacchi dal cielo e dal mare, piogge di missili sulle coste libiche per costringere Muammar Gheddafi a cessare il fuoco e a porre fine alle violenze contro i civili. L’operazione Odissey Dawn della coalizione internazionale è entrata nel secondo giorno con notizie di un bombardamento su Tripoli dopo che ieri aerei francesi avevano colpito nella regione di Bengasi e almeno 110 missili cruise erano stati lanciati da Usa e Gran Bretagna.

Gheddafi per ora ha reagito solo a parole: “Il Mediterraneo è diventato un campo di battaglia – ha detto ieri in tarda serata -. Attaccherò obiettivi civili e militari”. Tripoli ha anche chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza e ha annunciato che non coopererà più nella lotta all’immigrazione clandestina. Prima dell’alba la contraerea è entrata in azione nella capitale libica e si sono udite esplosioni, mentre si alzavano grida di “Allah è grande”.

Del bombardamento nelle prime ore di oggi su Tripoli hanno dato notizia l’Afp e la televisione di stato libica. L’attacco contro le forze di Gheddafi era cominciato alle 17,45 di ieri, dopo il via libera arrivato nel primo pomeriggio dal vertice di Parigi sulla Libia fra Onu, Usa, Ue e paesi arabi. I primi a partire erano stati quattro cacciabombardieri francesi che avevano distrutto diversi carri armati delle forze governative. A Tobruk, città dell’estremo ovest in mano agli insorti, era esplosa la gioia.

Ieri mattina, il rais aveva fatto sferrare un durissimo attacco contro Bengasi con razzi e artiglieria, nel tentativo di conquistare la roccaforte dei ribelli prima dell’intervento occidentale. Dopo i bombardieri francesi, sulla Libia sono stati sparati missili Tomahawk americani e britannici, almeno 110 secondo il Pentagono, lanciati da navi e sommergibili contro batterie contraeree e depositi di carburante. In nottata Londra ha comunicato di avere anche effettuato raid aerei.

Secondo la tv di stato, gli attacchi hanno provocato la morte di almeno 48 persone e il ferimento di altre 150 e colpito obiettivi civili in diverse zone del Paese nonché un ospedale in un sobborgo della capitale. Odissey Dawn è la più grande operazione militare internazionale contro un paese arabo dall’invasione dell’Iraq nel 2003.

L’Italia sta fornendo un importante supporto logistico attraverso la messa a disposizione della coalizione di sette basi militari, mentre i caccia mobilitati per l’intervento militare in Libia si sono concentrati nella base di Trapani Birgi. I bombardamenti fanno seguito alla risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 17 marzo scorso che prevede una no-fly zone rafforzata e l’immediato cessate il fuoco per proteggere la popolazione civile.

UNIONE AFRICANA, STOP IMMEDIATO OSTILITA’ – Il comitato dell’Unione africana sulla Libia ha chiesto lo “stop immediato a tutte le ostilità” in Libia. Membri del comitato avrebbero dovuto recarsi oggi a Tripoli ma non hanno ricevuto l’autorizzazione. Il comitato dell’Unione africana sulla Libia denuncia di “non poter recarsi” oggi in Libia come si augurava e come aveva annunciato per l’autorizzazione chiesta alla comunità internazionale gli è stata “rifiutata”.

Libia/ Casini: Governo non sopravvive se Lega non vota missione

Il governo italiano non sopravviverebbe a un no della Lega in Parlamento sull’intervento in Libia. E’ l’opinione del leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, ospite dell’Intervista su SkyTg24. “Il governo non potrebbe sopravvivere a una dissociazione di Bossi su questo punto – ha osservato – ma credo che alla fine si piegherà, si accoderà a votare con la sua maggioranza e con l’opposizione responsabile come ha fatto anche su tante altre cose. Mi auguro Bossi abbai ma non morda perché sarebbe negativo per il paese”. “Tra La Russa, Berlusconi e Bossi – ha sottolineato Casini – ci sono linguaggi diversi” sulla crisi in Libia “ma ci rammarica che davanti a una situazione così complessa ci sia un’opposizione responsabile e un governo così…”.

PENTAGONO, COLPITI OLTRE 20 OBIETTIVI STRATEGICI – I missili britannici e americani hanno colpito oltre 20 obbiettivi strategici libici, in larga parte a ovest del Paese. Si tratta di sistemi di difesa aerea e altri snodi di comunicazione strategica, tutti situati sulla costa. Lo ha detto l’ammiraglio William Gortney, incontrando la stampa al Pentagono.

BOSSI: ERA MEGLIO ESSERE PIU’ CAUTI – “Penso che la posizione più equilibrata sia quella della Germania, l’ho detto subito: era meglio essere più cauti”. Lo ha detto il leader della Lega Nord Umberto Bossi, interpellato sulla crisi libica.

TV STATO, BOMBARDATI OBIETTIVI CIVILI A TRIPOLI – Obiettivi civili sono stati bombardati a Tripoli da aerei delle “crociate nemiche”. Lo dice la tv di stato libica.

CAMERON, FORZE BRITANNICHE IN AZIONE – Le forze britanniche sono in azione sulla Libia. Lo ha annunciato fuori da Downing Street il primo ministro britannico David Cameron. Cameron ha detto che l’azione contro la Libia è “necessaria, legale e giusta”.

USA, AL VIA OPERAZIONE ‘ODISSEA DELL’ALBA’ – E’ in corso l’operazione ‘Odissea all’alba’ per distruggere la contraerea libica. Lo annuncia il Pentagono, precisando che oltre agli Usa sono coinvolti Gb, Francia, Italia e Canada. Le operazioni americane sono guidate dal generale Carter Ham, e hanno l’obiettivo di consentire le operazione decise dall’Onu. In teleconferenza dal Pentagono, un portavoce ha precisato che sono coinvolti missili Cruise e che l’obiettivo delle operazioni condotte in particolare dagli Usa è la distruzione delle installazioni della contraerea libica, che è integrata e si trova essenzialmente lungo la costa. L’approccio dell’operazione è multifase ma le fonti militari Usa non ne hanno precisato la durata, e altri paesi potrebbero unirsi ai cinque attualmente coinvolti nelle operazioni complessive. A spingere Usa ed alleati ad intervenire, è il fatto che il colonnello Muammar Gheddafi si sta muovendo “in maniera chiaramente offensiva”, hanno precisato le fonti.

TRE SOTTOMARINI USA PRONTI A INTERVENTO – La marina Usa ha schierato tre sottomarini nel Mediterraneo per preparare attacchi contro la Libia. Lo ha detto un responsabile della Difesa Usa.

LA RUSSA, PORTAEREI E CACCIA SONO PRONTI – Per fronteggiare la crisi libica “noi abbiamo già messo a disposizione le basi e, se necessario, sono disponibili gli aerei”, in particolare “quattro Tornado con capacità di distruggere radar e postazioni missilistiche” e “sei caccia intercettori, che sono pronti ad alzarsi in volo in 15 minuti”. Lo ha detto al Tg1 il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, aggiungendo che “c’e anche la nostra portaerei con a bordo otto aerei”.

ATTACCO COLPITI 4 CARRI ARMATI – Sono quattro carri armati i mezzi libici colpiti nel primo raid aereo sferrato oggi dai caccia francesi sulla Libia. Lo riferisce al Jazira con una scritta in sovraimpressione. Un responsabile del ministero della Difesa, interrogato in merito alle informazioni diffuse dall’emittente al Jazira – che parla di quattro blindati libici distrutti dagli aerei francesi – ha dichiarato di “non poter confermare” questa cifra ma ha aggiunto che “diversi carri e veicoli blindati” sono stati distrutti. Sempre secondo Al Jazira, i veicoli distrutti si trovavano a nord ovest di Bengasi.

BOSSI: ATTACCARE E’ STATO UN ERRORE – «Il mondo è pieno di famosi democratici, che sono abilissimi a fare i loro interessi, mentre noi siamo abilissimi a prenderla in quel posto: il maggior coraggio a volte è la cautela». Umberto Bossi, segretario della Lega Nord e ministro delle Riforme, in un incontro pubblico a Erba, ha preso vistosamente le distanze dall’operazione di attacco alla Libia.

Bossi non ha specificato chi siano questi grandi «democratici», ma ha fatto una battuta che fa pensare al presidente francese Nicolas Sarkozy: «I famosi democratici, da Napoleone in poi li conosciamo bene…». Il leader della Lega ha anche rivelato che «il Consiglio dei ministri aveva però rallentato l’appoggio con una posizione cauta di non partecipazione diretta. Poi ci sono ministri che credono di essere più del premier e parlano a vanvera».

Secondo Bossi, in vista delle possibili conseguenze, è stata la Germania a comportarsi nel modo più giusto, astenendosi dal voto in consiglio di Sicurezza delle nazioni Unite: «Io penso che ci porteranno via il petrolio e il gas e con i bombardamenti che stanno facendo verranno qua milioni di immigrati, scappano tutti e vengono qua. La sinistra sará contenta di quel che succede in Nordafrica perchè per loro conta solo portar qui un sacco di immigrati e dargli il voto. È questo l’unico modo che hanno per vincere le elezioni».

«BOSSI FA UN ERRORE» – Secondo Antonio Di Pietro, «Bossi non ha fatto una dichiarazione ipocrita (“se bombardiamo la Libia ci porteranno via petrolio e gas e arriveranno immigrati a milioni”), ma nel merito fa un errore. Sul piano economico l’errore che fa Bossi è pensare che stando con Gheddafi un domani ci saranno ancora petrolio e gas. Ormai è partita la coalizione, bisogna giá pensare al dopo Gheddafi».

«Il “domani” e l’approvvigionamento delle materie prime dalla Libia -ha aggiunto il leader dell’Italia dei Valori durante un’intervista su La7 – sará a disposizione di coloro che hanno aiutato la transizione, non di coloro che si sono messi contro. Fare parte della coalizione non crea problemi, semmai il contrario. Ma non deve essere questa -conclude- la ragione per la quale non andiamo in Libia, sarebbe ragione volgare».

Le forze statunitensi e britanniche hanno lanciato una prima ondata di 110 missili da crociera “Tomahawk” su obiettivi libici: lo ha reso noto il portavoce del Pentagono, ammiraglio William Gortney, precisando che l’operazione è denominata “Odyssey Dawn”, odissea all’alba.

Le forze statunitensi hanno colpito delle batterie antiaeree libiche con dei missili da crociera “Tomahawk”, per facilitare la creazione di una zona di interdizione al volo prevista dalla risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. “La maggior parte dei primi bersagli previsti si trovano sulla costa perchè lì si trovano i sistemi” di difesa aerea, hanno spiegato fonti del Pentagono precisando che gli obbiettivi si trovano nelle zone di Misurata e di Tripoli.

Sia i due incrociatori che i tre sommergibili statunitensi attualmente nella zona sono dotati di missili da crociera, così come i sommergibili britannici. La televisione di Stato libica da parte sua ha annunciato delle incursioni dei “crociati” su “obbiettvi civili”, nelle quali vi sarebbe stato un numero imprecisato di feriti; in particolare, sarebbero stati colpiti dei depositi di carburante che alimentano Misurata. (fonte Afp).

“Con i bombardamenti verranno qui milioni di immigrati. Scappano tutti e vengono qui”. Lo afferma Umberto Bossi sulla situazione in Libia. Umberto Bossi ha evocato il rischio di infiltrazioni terroristiche in Italia come conseguenza della situazione in Libia. “Io spero che alla fine si trovi un equilibrio per mettere pace in nord Africa anche perche’ a pagare siamo solo noi come in Afghanistan: siamo li’ a fare la guerra con tanti uomini. Poi ci arriva Al-Qaeda a casa nostra”, ha sostenuto il leader leghista intervenendo ad un convegno sul federalismo a Erba in provincia di Como.

E’ partita l’operazione “Odissea dell’alba” per distruggere la contraerea libica. Partecipano Usa, Francia, Gran Bretagna e Italia. Il vertice a Parigi Europa-Lega Araba ha dato il via libera all’attacco. Per primi partono aerei francesi verso Bengasi. Bombardamento con missili Cruise su Tripoli lanciati da 25 fra navi da guerra e sottomarini dislocati nel Mediterraneo. Base di Capodichino coordina intervento. Movimenti aerei nelle basi italiane.

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Un pre-vertice con il presidente francese Nicolas Sarkozy, il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, il premier britannico David Cameron, il ministro degli Esteri francese, Alain Juppe, è in corso poco prima dell’avvio del summit di Parigi sulla Libia cui parteciperanno i Paesi arabi, africani e gli occidentali per definire le modalità di intervento militare contro il regime di Gheddafi, in virtù della risoluzione delle Nazioni Unite, la 1973, votata giovedì. Lo riferiscono fonti diplomatiche francesi. (Fonte Afp)

Nonostante la risoluzione Onu, il leader libico questa mattina ha avviato bombardamenti sulla città in mano ai ribelli. Gli attacchi sono iniziati dopo che ieri il ministro degli Esteri aveva annunciato un cessato il fuoco totale in rispetto degli accordi internazionali. Così non è stato. L’obiettivo del rais è quello di riconquistare le città prima del summit parigino tra Lega Araba, Unione europea e Stati Uniti. Sempre ieri Gheddafi aveva autorizzato i bombardamenti a Misurata. Poi la marcia indietro: “La vita dei civili è la nostra priorità”. I ribelli: “Non è vero, si continua a combattere”. La Francia pronta ai raid. Il governo italiano: “A disposizione basi e uomini”.

“Gheddafi è un criminale di guerra. In Italia purtroppo c’è un’opposizione responsabile e un governo di irresponsabili”. E’ quanto ha detto il leader dell’Udc Pierferdinando Casini commentando, a margine del Forum Confcommercio, la mancata partecipazione della Lega alle votazioni sul recepimento delle disposizioni del Consiglio di Sicurezza Onu sulla Libia.

“Noi – ha messo in rilievo – vogliamo far prevalere le ragioni di unità, ma la dissociazione della Lega è semplicemente intollerabile: non potrebbe avvenire in nessun paese serio che la principale forza di governo assieme al Pdl possa dissociarsi in questo modo”. “Siamo – ha sottolineato – molto preoccupati perchè davanti alla prova di responsabilità dell’opposizione c’è una maggioranza composta da irresponsabili. Il presidente del Consiglio non può far finta per l’ennesima volta di non vedere cosa sta capitando, perché altrimenti siamo un Paese di buffoni”.

OBAMA, A GHEDDAFI DATO AMPIO AVVERTIMENTO – Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha detto che a Gheddafi ”e’ stato dato un ampio avvertimento”, andato pero’ ”inascoltato” dal leader libico. ”Abbiamo ragioni per credere che commettera’ altre atrocita”’ E’ quanto Obama ha detto alla Casa Bianca sulla situazione in Libia.

OBAMA, USA NON MANDERANNO TRUPPE DI TERRA – Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha detto che gli Usa ‘non manderanno soldati sul territorio in Libia” e che guideranno invece l’assistenza umanitaria. “Fatemi essere chiaro – ha detto Obama -: il cambiamento in Libia, e nella regione, non può né deve essere imposto dagli Stati Uniti, o da altre potenze straniere, ma deve venire dalle aspirazioni dei popoli”.

Anche prima del summit di domani a Parigi tra Onu, Unione Africana, Ue e Lega Araba, aerei da guerra francesi e britannici potrebbero sorvolare la Libia come prova di forza in un’azione dimostrativa. Lo riferiscono fonti diplomatiche francesi: “L’idea non e’ quella di bombardare la Libia ma inviare un messaggio politico” a Gheddafi .

OK UNANIME SENATO A MANDATO GOVERNO, LEGA ASSENTE – Le commissioni riunite Esteri e Difesa del Senato hanno votato all’unanimita’ una risoluzione che da’ mandato al governo ad agire in base alla risoluzione dell’Onu sulla Libia. Ma la Lega era assente.

Anche in Consiglio dei Ministri la Lega ha espresso le sue perplessità sul “ruolo attivo” dell’Italia in Libia. A farsene portavoce il ministro Roberto Calderoli, “visibilmente a disagio”, raccontano i presenti. L’esponente leghista ha sottolineato la necessità di un dibattito parlamentare sul tema, ma sulla posizione ufficiale resta il giallo: fonti parlamentari della Lega spiegano che Calderoli si sarebbe astenuto, mentre tra i ministri presenti nessuno ricorda la richiesta di verbalizzazione di una posizione diversa.

Agli atti resta però la dichiarazione di Umberto Bossi, diffusa proprio durante il Cdm: “La Lega Nord si sente vicina alla posizione della Germania”. Un atteggiamento, quello della Lega, che si riflette nell’irritazione per le convocazioni immediate delle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato: “Qualcuno ha voluto forzare la mano – spiega un parlamentare del Carroccio – e schiacciarci sulle posizioni di Francia e Gran Bretagna che però hanno altri interessi nell’area rispetto all’Italia”.

Senza contare le pressioni degli Stati Uniti: “I bombardieri Usa erano già pronti a decollare da Aviano, poi per fortuna è arrivato l’annuncio del cessate il fuoco da parte di Gheddafi”, spiega la stessa fonte. A giudizio della Lega, però, con un intervento di questo tipo “sicuramente a rimetterci più di tutti è l’Italia, a guadagnarci sarebbero soprattutto i cinesi”. Non solo: “I profughi ce li dobbiamo tenere noi ma poi gli dobbiamo dare le basi?”.

La posizione della Lega, spiegano dal Carroccio, si fonda sulla “preoccupazione per una possibile escalation: Gheddafi ha i missili o non li ha? E se li ha, può caricarli con testate chimiche, visto che sappiamo che ha depositi di agenti chimici? E in questo caso, funzionerebbe l’ombrello protettivo della Nato?”, sono le domande che pone un’altra fonte leghista. Perchè “i più vicini alla Libia siamo noi…”.

I leghisti vogliono dunque “aspettare l’evolversi della situazione nelle prossime 24-48 ore”. Nel frattempo assicurano la possibilità di riunirsi per le commissioni, ma non firmano le risoluzioni. “E nessuno adesso si sogni di attaccarci: siamo sulle stesse posizioni della Germania di Angela Merkel…”. Neanche per le assenze nelle commissioni riunite: “Saremmo voluti esserci – spiega un parlamentare – perchè è un momento critico e volevamo esprimere la nostra posizione. Ma gli orari degli aerei per Roma sono quelli che sono”.

SUMMIT PARIGI FISSATO DOMANI ALLE 13 ALL’ELISEO – Il vertice di Unione Europea, Unione Africana e Lega Araba sulla Libia indetto a Parigi dal presidente francese Nicolas Sarkozy si aprirà domani alle 13:00 all’Eliseo. E’ quanto si legge in un comunicato diffuso a Parigi dalla presidenza francese.

JUPPE’, TUTTO PRONTO PER INTERVENTO MILITARE – ”Tutto e’ pronto” per un intervento militare in Libia e la riunione di domani a Parigi e’ decisiva: lo ha detto il ministro degli Esteri francese Alain Juppe’. Per Juppe’, il vertice di domani a Parigi tra Unione europea, Lega Araba e Unione africana consentira’ di ”analizzare” le recenti dichiarazioni del colonnello libico Muhammar Gheddafi sul rispetto del cessate il fuoco in Libia.

LA RUSSA,7 BASI AEREE ITALIANE DISPONIBILI – Sono sette le basi aeree che l’Italia può mettere a disposizione in relazione alla situazione in Libia. Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, in Parlamento. Le basi sono Amendola, Gioia del Colle, Sigonella, Aviano, Trapani, Decimomannu e Pantelleria.

LA RUSSA, ADERIREMO A COALIZIONE VOLENTEROSI – Il governo chiederà “l’autorizzazione” al Parlamento di “aderire alla coalizione di volenterosi” cui spetterà far rispettare la risuluzione Onu sulla Libia. Lo ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa sottolineando che l’Italia interverrà con gli altri paesi disponibili e con le organizzazioni internazionali, “offrendo le basi, ma senza nessun limite restrittivo all’intervento, quando si ritenesse necessario per far rispettare la risoluzione Onu” e garantire la tutela dei cittadini.

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La Libia ha annunciato l’immediato cessate il fuoco, accetta la risoluzione dell’Onu che impone la No-Fly zone, incoraggia l’apertura del dialogo tra tutte le parti, secondo un discorso del ministro degli Esteri trasmesso da Al Jazeera. Ma le promesse di Gheddafi si distanziano nettamente dai fatti. I bombardamenti a Misurata ne sono la dimostrazione.

Moussa Koussa ha annunciato che tutte le operazioni militari verranno interrotte. La decisione e’ la risposta di Tripoli alla risoluzione Onu approvata stamani che ha dato la sua autorizzazione a una no-fly zone e ha annuinciato che avrrebbe intrapreso “tutte le misure necessarie” per proteggere la popolazione libica, incluso l’utilizzo di raid aerei. In seguito alla notizia il greggio e’ calato di oltre $2 in pochi secondi, in rialzo i listini della borsa americana.

In realta’ Reuters e Al Arabiya riportano pero’ che le forze filogovernative libiche stanno continuando a bombardare la citta’ di Misurata, vicino Tripoli, una delle roccaforti simbolo della rivolta insieme a Bengasi. Il bilancio per il momento sarebbe di 25 morti e decine di feriti.

Koussa ha sottolineato che l’obiettivo del cessate il fuoco e’ di “ristabilire la sicurezza nel paese” e assicurare tale sicurezza per tutti i libici. Ma allo stesso tempo non sono mancate critiche all’autorizzo delle operazioni militari annunciato da parte della comunita’ internazionale. Decisione definita “una violazione della sovranita’ libica”.

Nel frattempo il ministro francese degli Esteri ha avvertito di verificare che non si tratti di una truffa e provare la validita’ del cessate il fuoco appena dichiarato. Di fatto la Libia ha appena vinto la sua prima battaglia diplomatica, con Gheddafi che vuole chiaramente prendere tempo. Il colonnello potra’ continuare a compiere azioni repressive in massima segretteza, mentre l’invasione di Usa, Regno Unito, Francia e altri alleati finira’ per essere considerata dal mondo intero semplicemente un “atto di provocazione”. O almento questo e’ quello che pensa la Libia.

Dopo aver sfiorato i $103 al barile sulla scia della notizia dell’attuazione di una “no-fly zone” da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, i contratti con scadenza aprile sul greggio americano hanno poi perso due dollari in pochi minuti, successivi alle dichiarazioni del ministro deglI Esteri libico. Al momento i prezzi scambiano in calo dello 0,6% a quota 100,81.