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LIBERTA’ DI PROMOZIONE PER GLI HEDGE FUND

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L’associazione che raccoglie i gestori di hedge fund negli Stati Uniti si sta preparando a lavorare ai fianchi i legislatori: l’obiettivo e’ far cancellare le regole, vecchie di 60 anni, che impediscono di promuovere prodotti e servizi direttamente ai singoli investitori.

Un comitato formato dalla Managed Funds Association (MFA) di Washington sta studiando la miglior strategia d’intervento dal punto di vista giuridico e gli argomenti da spendere per ottenere l’appoggio di Arthur Levitt, il potente capo della Securities and Exchange Commission (SEC), l’organo di controllo delle borse Usa.

I lobbisti entrati in azione a Washington sanno di doversi muovere con cautela: a gran parte dell’opinione pubblica si rizzano i capelli in testa a sentir parlare di hedge fund dopo il tracollo di Long Term Capital Management nel 1998.

A quel tempo i gestori del fondo, grazie all’intervento diretto della Federal Reserve di New York, riuscirono a rastrellare abbastanza contante da un pool di banche per evitare il tracollo e tuttavia il flusso di informazioni sullo stato di LTCM fu minimo.

“Qual e’ il vantaggio nel limitare la comunicazione per l’offerta dei fondi? – si domanda George Crapple, presidente della MFA – Non sarebbe meglio che per tutti fosse disponibile il maggior numero di informazioni possibile?”.

Craig lamenta che gran parte della normativa che regola i fondi risale al 1940: “E’ inconcepibile che nell’era di Internet i fondi siano confinati in una categoria che non puo’ comunicare con il pubblico. Tutta la legge deve essere ripensata a fondo”.

La normativa vigente impedisce infatti ai gestori di hedge fund di promuovere i propri prodotti finanziari, essenzialmente per evitare che singoli investitori siano attratti da investimenti alternativi di cui non conoscono i dettagli.

Gli hedge fund non possono neppure pubblicare sul proprio website la performance ottenuta.

I gestori sono infine obbligati a respingere gli investitori ‘non accreditati’ ovvero quelli con una disponibilita’ a investire di almeno $1 milione e un reddito di almeno $200.000 per due anni consecutivi.

La MFA non sembra orientata a chiedere di poter accettare investitori non accreditata, “ma allora – polemizza Craig – qual e’ il problema ad essere informati se intanto non si puo’ comprare?”.