Società

Legge elettorale: i partiti cercano solo di salvare la pelle

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Roma – Minacciati dalla cosiddetta anti politica e travolti dalle accuse di corruzione dilagante, i partiti stanno elaborando una nuova legge elettorale che eviti il loro temuto azzeramento.

Mentre il dibattito sulla riforma e’ in corso, l’ennesima riprova di questo clima avverso ai leader politici del paese l’hanno offerta le ultime elezioni regionali siciliane: nonostante la vittoria sulla carta del candidato di centro sinistra Crocetta, a spuntarla e’ stata l’astensione (oltre il 50%) e il Movimento 5 Stelle, a sorpresa primo partito della regione.

In tempi di grave crisi e sacrifici sono tanti gli italiani che si sentono trattati come cittadini di secondo piano rispetto alla ‘casta’, accusata di approfittare della propria posizione privilegiata per garantirsi stipendi e pensioni copiose, spesso tralasciando il bene comune della cosa pubblica.

Con le trattative per una nuova legge elettorale i partiti italiani non stanno cercando di fare il bene del paese, bensi’ di salvare la pelle. A sostenerlo e’ il navigato opinionista del Corriere della Sera Giovanni Sartori. In un paese indebitato che non cresce da oltre dieci anni e’ inaccettabile.

Come ha sottolineato ai microfoni di Rainews 24 il politologo, “i partiti per salvarsi cercano di fare massa: il premio di maggioranza deve essere attribuito a un singolo partito, non alla coalizione”.

L’Italia e’ il paese in Europa in cui i partiti politici prendono più soldi pubblici e dove il costo della politica nazionale è da due a quattro volte superiore alla media Ue.

Come emerso da un sondaggio pubblicato sul Corriere della Sera, la meta’ degli elettori preferirebbe un sistema proporzionale puro, lontano da molti dei progetti discussi in Parlamento.

Restano tuttora in discussione elementi cruciali come l’introduzione o meno delle preferenze e la misura del premio di maggioranza, si legge sul quotidiano. “Al riguardo, abbiamo visto come le preferenze siano richieste a gran voce dai cittadini“.

“La maggioranza degli italiani le interpreta, a torto o a ragione, come una riappropriazione del potere di scelta dei parlamentari da parte del popolo e ritiene invece non così importanti i pericoli di inquinamento e di manipolazione del voto che, storicamente, le preferenze hanno comportato.