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Scontro su manovra, Germania ha smesso di investire in Italia

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Da quando l’Italia inviato le autorità europee a battersi in duello sul piano di bilancio e il deficit, molte operazioni di investimento provenienti dalla ricca Germania, per esempio da parte dei fondi di private equity, sono state interrotte.

Preoccupa principalmente l’atteggiamento di sfida dell’Italia e il comportamento infantile del governo, il quale sembra intenzionato a non fare concessioni sulla manovra di bilancio e rimanere sulla propria posizione, nonostante l’UE abbia avvertito delle “inadempienze molto gravi” e “senza precedenti” del testo.

“Tante operazioni sono in fase di stand-by, gli investimenti grossi in Italia non sono la priorità”, dice in un’intervista a Wall Street Italia l’avvocato Christoph Jenny dello studio Jenny.Avvocati che vanta una lunga esperienza in Germania. La bocciatura dell’Ue alla legge di bilancio, che prevede un rapporto tra deficit e Pil del 2,4% per il 2019, e l’incertezza politico economica che ne consegue, non piace affatto a chi vorrebbe fare affari in Italia.

“Gli investimenti sono rallentati al massimo. Un investitore di private equity in Italia aspetta a investire”, osserva il Managing partner dello Studio legale, che da oltre 20 anni lavora con aziende tedesche che operano in Italia e viceversa e conosce quindi molto bene lo scenario in cui operano.

“La voglia di voler litigare” è percepita dalle aziende come la principale minaccia, secondo il legale. “Il fatto che un paese come l’Italia che ha problemi alzi la voce, preoccupa gli investitori tedeschi. Sembra che l’atteggiamento in Italia sia ‘noi facciamo come vogliamo’”.

Nemmeno l’atteggiamento dei giornali economici tedeschi come Handelsblatt, che “da un anno e mezzo ce l’hanno con l’Italia“, aiuta a perorare la causa. E se i toni politici nella terza potenza economica d’Eurozona non scendono, la situazione non è destinata a migliorare sul breve termine.

Impatto sul governo Merkel della debacle in Baviera

Intanto la locomotiva economica europea deve fare i conti con i suoi problemi politici in patria. I litigi all’interno della coalizione di governo hanno avuto un impatto sul voto in Baviera, la regione più ricca della Germania, ma quello che veramente fa discutere è la perdita di oltre la metà dei voti dell’SPD, i social democratici alleati della CDU nella coalizione del governo Merkel.

“Il vero dato non è la CSU, un partito che governava da 60 anni, che scende del 20% di voti. A fare colpo in Germania il calo dal 20,6% al 9,7% dell’SPD. La vera notizia è questa“, secondo Jenny che cita le opinioni dei commentatori tedeschi. Insomma, la Cancelliera rischia di perdere il suo partner della coalizione e la legislatura potrebbe entrare in una dannosa fase di stallo se i socialisti dovessero iniziare a fare ostruzione alle politiche di governo.

A parte i Verdi, partito progressista e conservatore allo stesso tempo che ha ottenuto un risultato eccezionale del 17,5% dall’8,6% precedente, i vincitori delle elezioni possono essere considerati tutti partiti minori o che siedono all’Opposizione a livello nazionale come Free Voters (FW, 11,6%) e l’estrema destra Alternative-Fur-Deutschland (Afd, 10,2%).

“SPD sta sparendo, come PD in Italia”: rischio voto anticipato

Secondo il legale tuttavia, il voto è stato “molto locale”, in un Laender dove il benessere è alto. La CSU è stata punita perché non ha saputo imporre una politica incisiva a livello locale, mentre le preoccupazioni a livello nazionale sono legate alla SPD, che “sta sparendo“. Secondo Jenny è “lo stesso fenomeno del PD in Italia“.

Il partito guidato da Martin Schulz sta sparendo e questo risultato politico avrà inevitabilmente un impatto negativo per il governo, che potrebbe anche clamorosamente decidere di andare al voto anticipato se si formerà una spaccatura tra i due partiti della coalizione.

“Questo dato ha dato una scossa politica in Germania” dove i commentatori si chiedono se “l’SPD potrà mai sopravvivere”. Se questi sono i numeri che è in grado di ottenere, il partito di centro sinistra non sarà probabilmente più un alleato di governo papabile del partito di Merkel alle prossime elezioni.

Il prossimo banco di prova politico chiave sono le elezioni del 28 ottobre in Assia, un Laender che i conservatori dirigono in coalizione con gli ecologisti. Secondo l’ex ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, un esponente politico di alto rango rispettato in seno alla CDU, i due voti (Baviera e Assia) “avranno un impatto sulla politica nazionale e conseguenze per la reputazione della Cancelleria”.

Il calo della CSU, che è arrivata in testa ma solo con soltanto il 35,5% dei suffragi, ha fatto scalpore ma in fondo era atteso. A fare rumore è piuttosto, per citare un altro esempio, il successo dei Liberi Elettori (Freie Wähler, FW), un’alleanza di piccoli partiti, che dovrebbe far suonare un altro campanello d’allarme per l’SPD.

“Ora Merkel dovrà riflettere sul destino del suo partner SPD: trascinarsi questo partner fino alle elezioni potrebbe essere dannoso”.

Con chi potrebbe allearsi CSU?

Secondo Jenny “se i Verdi confermano il risultato potrebbero dare vita a un connubio abbastanza di successo”. Il voto ha dato uno scossone a chi è al potere e potrebbe ribaltare lo status quo. “In un paese dove l’immigrazione non ha mai fatto male o tolto lavoro a qualcuno e dove l’economia andava bene”, il voto deve fare riflettere.

In compenso “non succederà nulla per le aziende in Baviera”. Stando al parere di politologi e commentatori tedeschi, “a meno che in Germania che non emergano tematiche nuove”, l’AFD, considerata mina vagante e minaccia per l’establishment, ha raggiunto un limite con il 10% circa dei consensi.

In Baviera i voti persi dalla CSU sono andati molto di più ai Verdi, ad esempio. Si tratta di “un partito che difende meglio certi interessi”, come ambiente e industria. Il voto non è affatto rassicurante per la Merkel, che deve far fronte a un altro appuntamento elettorale chiave il 28 ottobre.

Occhio a voto in Assia: SPD rischia grosso

Ora l’appuntamento da tenere sotto osservazione è il voto in Assia, una roccaforte dell’SPD: Merkel perderà qualche voto, ma non dovrebbero esserci terremoti politici per la Cancelliera. Se i social democratici subiranno un’altra batosta politica, “non è da escludere che l’SPD per prima voglia uscire dalla coalizione di governo”.

È difficile immaginare cosa succederà al governo Merkel se l’SPD dovesse perdere anche il voto in Assia. Il timore è che uno dei due partner – nella convinzione che la coalizione sia politicamente dannosa a entrambi – prema per uscire dal governo. A giudicare dai risultati elettorali l’alleanza non sta convenendo a nessun dei due.

Se la coalizione si spacca chiaramente ci sarebbero conseguenze economiche negative, sottolinea l’avvocato. “L’SPD cercherà di smarcarsi”, ma così si rischia un’impasse su molti fronti. E Merkel potrebbe anche stancarsi e cercare di andare al voto anticipato.