Economia

Legge di bilancio: cosa significa deficit Pil al 2,4%

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Nella battaglia sul tetto del deficit/Pil alla fine ha vinto la linea del M5S-Lega. Nonostante la volontà del ministro dell’economia, Giovanno Tria, di fissare per il prossimo triennio un obiettivo del  all’1,6%, alla fine l’asticella è stata spostata più in alto al 2,4%.

Che sosa vuol dire? E perchè il rapporto deficit/Pil, una delle espressioni che in questo periodo dell’anno ricorre più spesso, è uno degli indicatori più importanti e temuti in tema di manovra economica?

Ripercorriamo i punti principali della questione:

Che cosa è il Deficit/Pil

Si parla di rapporto deficit/Pil per indicare la differenza annuale tra entrate e spesa dello Stato, e la ricchezza prodotta, ossia il Pil. Quando si parla di deficit pubblico si intende quindi la differenza tra i costi dell’amministrazione statale e le entrate che derivano dalle imposte dirette e indirette versate da cittadini e imprese.

Le dimensioni del deficit pubblico vengono prese in considerazione in rapporto al Pil. La percentuale consente di mettere in relazione il deficit con la capacità di produrre ricchezza e ripagare il debito accumulato.

Tetto massimo del Deficit/Pil

Secondo quanto stabilito dal Trattato di Maastricht (1992) il livello massimo di disavanzo oltre il quale uno stato della zona euro non può andare è fissato al 3%. In altre parole, lo Stato può spendere più di quanto incassa, ma entro la soglia del 3% della ricchezza prodotta.

Perchè il livello del 2,4% crea tensione con l’Europa?

Se è vero che la regola impone che non venga sforato il tetto del 3%, è altrettanto vero che nella determinazione del target sostenibile per i conti di ciascun paese, occorre tenere in considerazione anche il debito pubblico.

L’Italia ha un debito pubblico superiore al 130 per cento del Pil, pari a circa 2.300 miliardi di euro. Una montagna di soldi da ripagare dunque.

Tutto questo mentre Bruxelles chiede agli Stati politiche di rientro del debito, per portare questa percentuale verso il 60% del Pil nel lungo periodo.

Facendo salire l’asticella del deficit/Pil, il mercato percepisce un rischio perché crede che l’Italia continui a rimandare il programma di riduzione del suo debito.

Perchè la Francia, che ha annunciato deficit/Pil al 2,8 per cento, non è finita nell’occhio del ciclone?

In Francia il presidente Emmanuel Macron ha annunciato qualche giorno fa un maxi-taglio fiscale, che comporterà un rialzo del rapporto deficit/Pil al 2,8 per cento.

Tuttavia la Francia non solo ha un debito pubblico molto più basso dell’Italia (il rapporto tra debito pubblico e Pil è sotto il 100 per cento) ma cresce più velocemente della nostra economia. Nel 2019, le stime sono per un aumento del Pil dell’1,7% contro 1% circa stimato per l’Italia.