Società

LE LEGGI SU MISURA SCARDINANO LO STATO

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Nel silenzio complice di un establishment per cui le regole sono ormai un optional e contano solo i rapporti di forza, Silvio Berlusconi sta deformando i canoni del nostro sistema, per sopravvivere politicamente.

Nessuno minaccia la sua maggioranza, se non il suo stesso passato. Per impedire che venga svelato e giudicato da un Tribunale della Repubblica il Cavaliere cambia le regole del gioco mentre la partita è in corso e si regala l´impunità con il Lodo Maccanico. Poi minaccia gli alleati riottosi e promette una nuova guerra tra politica e magistratura, perché deve conquistare l´immunità per tutti, e in particolare per Cesare Previti.

C´è un punto che deve essere chiaro. Sulle guarentigie per le più alte cariche della Repubblica – nelle forme e nei modi dovuti – si può discutere e anche convenire, dopo un dibattito trasparente, condotto in nome dell´interesse generale. Ciò che non è accettabile, è ciò che sta avvenendo.

Un imputato per reati gravissimi compiuti ben prima della sua stagione politica, mentre il processo è in corso ed è anzi alla vigilia della sentenza usa strumentalmente la maggioranza parlamentare che guida come presidente del Consiglio, e si costruisce con le sue stesse mani un salvacondotto personale ed immediato, per sfuggire al Tribunale che lo sta giudicando.

E´ qualcosa di inconcepibile in uno Stato liberale, inaccettabile in uno Stato di diritto, mortificante in uno Stato democratico. Non è una norma, come si dice mentendo, per salvaguardare il Presidente del Consiglio durante il semestre europeo: è più miseramente una scappatoia per liberare un imputato dal suo giudice.

Dei due personaggi che il Cavaliere incarna in questa triste vicenda, il Premier Berlusconi viene immiserito a strumento di un imputato, che lo costringe a modificare le leggi su misura della sua disperazione. Mentre l´imputato Berlusconi viene innalzato al rango di cittadino disuguale rispetto a tutti gli altri, perché la politica che lui controlla come un padrone è pronta a costruirgli leggi su misura per sfuggire alle sentenze.

Come si vede, non è questione di destra o di sinistra, né tantomeno di giacobinismo o di garantismo, ma di regole liberali. Semplicemente, in Italia la legge non è più uguale per tutti. Per questo, anche se molti tacciono in un Paese assuefatto, noi non ci stiamo. In Italia non ci sarà un regime, come ci ammoniscono autorevoli colleghi. Ma quel che accade ci basta, per dire che non vogliamo essere complici.

Copyright © la Repubblica. Riproduzione vietata. All rights reserved