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LE BORSE BRUCIANO 1.900 MILIARDI A GIUGNO

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Caro petrolio, forte inflazione, prospettiva di un aumento dei tassi e il perdurare della crisi delle banche fanno tremare i mercati finanziari di tutto il pianeta. Così tanto che nel mese di giugno le 52 maggiori Borse internazionali hanno detto addio a 1.900 miliardi di euro di capitalizzazione, ovvero a 3.000 miliardi di dollari. Si tratta di uno dei peggiori risultati della storia, superato solo dall’ancor più disastroso mese di gennaio 2008, e rende il primo semestre di quest’anno uno dei peggiori di sempre.

A tirare le somme è la divisione Index Services dell’agenzia internazionale di rating Standard & Poor’s che, in un report, ha indicato il tonfo del mese scorso essere secondo nel 2008 soltanto a quello registrato appunto a gennaio, quando i mercati avevano bruciato circa 2.087 miliardi di euro, ovvero 3.300 miliardi di dollari. In termini percentuali tutti i mercati mondiali hanno registrato nel periodo in questione una flessione dell’8,18%, del 2,49% nel secondo trimestre e del 7,9% da inizio anno.

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Nel dettaglio, il Vecchio Continente, che ha chiuso il peggior semestre dal 1987, a giugno ha visto Piazza Affari arretrare di 11,3 punti percentuali (-19,78% da inizio anno), facendo meglio soltanto delle più piccole piazze finanziarie di Stoccolma (-15,49%) e Amsterdam (-9,79%). Pesanti anche Parigi (-10,82% a giugno e -15,63% da inizio anno), Madrid (-9,81% e -14,37%) e Francoforte (-8,03% e -15,59%). Oltre i confini europei non hanno fatto meglio né Wall Street, a giugno -8,29% e da gennaio -11,65%, né Tokyo, con una flessione del 6,75 per cento (-6,15% da inizio 2008). Tra i listini che hanno perso meno da segnalare Zurigo (-4,97%) e Londra (-6,67% a giugno e -13,4% da gennaio), rispettivamente al terzo e al quinto posto nella classifica dei principali 26 mercati.

Guardando invece gli altri 26 mercati dei Paesi emergenti, fanalino di coda è stata nel mese di giugno l’India (-19,65%), preceduta dalla Colombia (-15,28%) e dalle Filippine (-14,98%). Migliori tra tutti invece Argentina (+9%), Giordania (+8%) e Repubblica Ceca (+2,34%), che si sono affermati come gli unici listini che hanno archiviato il mese con dei guadagni. In negativo infine i mercati dei maggiori Paesi emergenti come Russia (-7,1%) e Brasile (-7,4%), il cui bilancio da inizio anno resta però positivo. Forte invece il passivo della Cina (-12,8% a giugno e -27,8% da inizio 2008). Complessivamente i mercati emergenti hanno però perso a giugno il 10,07%, l’1,64% nel secondo trimestre e il 12,5% da inizio anno.