Economia

Lagarde: Patto di stabilità va rivisto prima che torni in vigore

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Il Patto di Stabilità e Crescita, il trattato europeo all’interno del quale vengono descritti nel dettaglio i tanto discussi vincoli di bilancio pubblico, dovrebbe essere rivisto prima del suo ritorno in vigore.
Lo ha dichiarato la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, mettendo in chiaro che, “oggi la priorità è aiutare le economie a risollevarsi”. Reintrodurre limiti alla spesa pubblica prima del tempo e con le stesse modalità del passato, insomma, sarebbe un errore secondo Lagarde:

Penso che questa crisi sia una buona occasione di modernizzare le modalità del Patto di stabilità e di crescita, oggi sospeso. In passato sono state fatte delle proposte innovative, in particolare da parte dell’Fmi, che sarebbe utile riesaminare. Ne va misurata la pertinenza e l’efficacia. Credo che i termini del Patto di stabilità e di crescita debbano essere rivisti e semplificati prima che si pensi a reintrodurlo, quando saremo usciti da questa crisi”, ha detto Lagarde in un’intervista rilasciata congiuntamente a Les Echos, Handelsblatt, Corriere della Sera, El Mundo.

Già nel lontano 2003 un working paper del Fondo monetario internazionale concludeva che strumenti di rigidità fiscale “nel caso implichino costi anticipati” in termini di moderazione del deficit, potrebbero “diminuire l’incentivo ad adottare riforme strutturali, facendo così sacrificare la crescita futura in virtù della stabilità [finanziaria] di oggi”. Anche per tale ragione, veniva sostenuto nel paper, “le regole fiscali possono essere rese più intelligenti”. Dal 2003 a oggi le regole fiscali, tuttavia, sono state ulteriormente irrigidite dal Fiscal Compact (in vigore dal 2013), che prevede limiti ancor più stretti (benché, di fatto, inapplicati in molte parti).

Lagarde è consapevole che alcuni Paesi usciranno dalla crisi-Covid con un debito pubblico enorme, che sarà difficile gestire. Ma, per il momento, la presidente della Bce non si è sbilanciata sull’eventualità di ristrutturazioni, o di altre strade alternative per far fronte a questo problema: “La soluzione è una crescita solida e durevole che permetterà, nel tempo, di ammortizzare l’onere del debito e alle nostre economie di svilupparsi in maniera armonica per rispondere alle aspirazioni dei cittadini”.

Bce pronta a tutto

Per quanto riguarda la politica monetaria, Lagarde ha ribadito che la sentenza della Corte costituzionale tedesca non avrà alcuna conseguenza, nemmeno psicologica, sulle future decisioni della Bce: “Non esiteremo ad aggiustare se fosse necessario la dimensione, la durata e la composizione del Pepp”, il programma di acquisti di titoli temporaneo per 750 miliardi di euro, messo in campo per fronteggiare la crisi coronavirus, “utilizzeremo tutta la flessibilità necessaria nell’ambito del nostro mandato. Non c’è nessun ostacolo psicologico alla nostra azione”, ha aggiunto Lagarde.

La presidente della Bce, poi, ha risposto nel merito:

“La sentenza della Corte costituzionale tedesca stessa è molto esplicita: dice che il programma Pepp varato durante la pandemia non è coinvolto in questo giudizio. Non ho alcuna preoccupazione né sul programma legato alla pandemia (Pepp), né sul programma precedente, che riguarda gli acquisti di debito realizzati a partire dal 2015 (Pspp). Come ho detto, la Corte di giustizia europea l’ha giudicato conforme ai Trattati nel dicembre del 2018. Noi restiamo imperturbabili nel perseguimento del nostro obiettivo di stabilità dei prezzi”.