Società

LA VITTORIA
DI UN GIORNO

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(WSI) – Antonio Fazio ha vinto. Il patto stipulato con il capo del governo Silvio Berlusconi nell’ormai famoso pranzo del 14 gennaio a Palazzo Chigi ha retto alla prova dell’aula di Montecitorio. Nella nuova legge per il risparmio non sarà introdotto il mandato a termine per il governatore e i controlli antitrust resteranno — praticamente unico caso in Europa — in capo a Via Nazionale. Meglio di così per il partito «fazista» non poteva andare, i falchi hanno prevalso nettamente sulle timide colombe e ogni ipotesi di mediazione sull’una come sull’altra materia è stata forzosamente derubricata.

Fazio non ha preso nemmeno in considerazione l’idea di varare un’autoriforma dei poteri del governatore ispirata ai dettami della Bce. Voleva conseguire una vittoria sul campo e l’ha ottenuta anche a costo di un’ulteriore (e nefasta) politicizzazione del confronto sulle competenze della banca centrale. Ma si tratta della vittoria di un giorno, di un successo effimero che non stabilizza il credito made in Italy. Anzi lo espone a nuovi rischi.

Negli ultimi tre lustri, seppur tra lacune, omissioni e con gli inevitabili ritardi, la legislazione finanziaria ha fatto grandi passi in avanti. E’ riuscita comunque a modernizzarsi. Basta pensare alle norme sulla tutela della concorrenza, a quelle che regolano l’attività delle Sim, ai testi unici sul credito e sulla finanza. Era urgente dotarsi di una moderna e condivisa legge sul risparmio che rispondesse alla necessità di europeizzare il sistema ma anche che riaprisse un canale di comunicazione con l’opinione pubblica e i risparmiatori.

Di fronte a queste esigenze l’istituzione Banca d’Italia si è arroccata a difesa delle sue prerogative anche quelle più anacronistiche come il mandato a tempo indeterminato, mentre avrebbe dovuto muoversi in direzione di una maggiore liberalizzazione e di una rimozione dei conflitti di interesse esistenti. Non è stato così e per il provvedimento che uscirà dalle Camere onestamente si fa fatica a usare la parola riforma. Volendo essere benevoli si può solo dire che si è trattato dell’ennesima occasione mancata.

Quella di Fazio è la vittoria d’un giorno perché non ha saputo e voluto creare le condizioni di un ordinato ricambio al vertice della banca e non ha posto le premesse di una politica flessibile e intelligente capace di affrontare il nodo rappresentato dalle inevitabili fusioni bancarie cross border. La difesa dell’interesse italiano in Europa passa attraverso un nuovo giro di aggregazioni (che il governatore osteggia) tra i nostri maggiori istituti creditizi e un dialogo aperto con la Ue sui criteri, i tempi e le modalità dell’apertura delle frontiere. Il muro contro muro con Bruxelles non ci aiuta, quando sarà lampante che siamo l’anello debole della catena protezionistica forse sarà troppo tardi per correre ai ripari.

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