Società

LA RIVINCITA
DI EMILIO FEDE

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(WSI) – Più Romano Prodi rinvia l’apparizione in piazza, più Emilio Fede riprende colore. E al calare della sera si rivolge alla telecamera: “Che emozione”. Lo vive come una rivincita della famosa giornata delle bandierine, il direttore del Tg4, questo pomeriggio sulla pazza altalena.

Partito con un’accortezza senza pari, come per tutta Mediaset. Con Canale 5 che si limita a brevi flash e rimanda i discorsi a tarda sera (“Non vogliamo frastornarvi con discorsi che in questo momento sono inutili” dice Alberto Bilà), e Italia 1 che interviene anche meno, Fede sembrerebbe pronto a immolarsi per la causa, ma poi prende deciso il timone aziendale soltanto dalla prima proiezione in avanti, quella della secchiata d’acqua gelata sulle euforie del centrosinistra. Prima, dalle 15, dai primi exit-polls con il centrosinistra in apparenza dilagante, Fede era andato con brevi interventi e molte concessioni di linea ai telefilm (un’epica puntata di Charlie’s Angels mentre Rai e La7 pestavano sugli exit polls, ma anche molte telepromozioni tra cui quella di Patrizia Rossetti che esordisce: “C’è una cosa che non cambia mai, ed è la qualità dei nostri materassi”).

Finisce che per lunghi minuti, nessun canale del Biscione è sintonizzato sul voto, tanto che il portavoce di Fassino, Cuillo, si era rivolto alle agenzie con irruenza eccessiva: “Perché Mediaset non parla del voto, di cosa hanno paura?”.

Lì, Fede ha avuto un primo segno di riscossa. Si è ripresentato in video sventolando il foglio con la dichiarazione e ha proclamato “Cominciamo bene”, lanciandosi in una appassionata replica al portavoce. Dopodiché si è assestato sulla linea difensiva che in quel momento pareva l’unica possibile: “E’ importante stabilire quale sarà il partito di maggioranza relativa” (Forza Italia, ovviamente), nonché rimarcando di continuo “la grande difficoltà per Prodi di governare con questi numeri e con la sinistra antagonista così forte”.

Ma poi, erano le 18.13, è arrivata la prima proiezione al Senato a rincuorarlo, eccome. Perfino quei collegamenti con la piazza di Milano, quella che in teoria doveva fare da contraltare a piazza Sant’Apostoli gremita, quella che presentava un gruppetto sparuto di giovani di centrodestra sotto la pioggia e “davanti al maxischermo” (un 32 pollici messo sopra un tavolino): perfino quell’immagine riacquistava dignità e diventava parte integrante dello show successivo del direttore.

Tipo: “Allora, ricapitolando, noi abbiamo… mi scusi, voi di Forza Italia avete…”, le gag su Retequattro una volta destinata al satellite, i lazzi su Prodi che continua a rimandare l’uscita in piazza incautamente annunciata e le consuete dichiarazioni di stima e simpatia per D’Alema e di antipatia per il candidato premier del centrosinistra. E perfino, aspettando dati ancora migliori, un imperdibile e infinito dibattito tra Stefania Craxi (Fede: “Sono sempre stato un craxiano, è una questione di coerenza”) e Villetti sui destini attuali del socialismo italiano. E avanti così fino a tarda sera, per il soldato Fede, totalmente a suo agio nella folle atmosfera del voto che si ribalta e nei milioni di parole pronunciate al vento.

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