Economia

La recessione in Usa? Ha una probabilità del 70%, dice Franklin Templeton

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“La probabilità di recessione in Usa è del 70%, mentre abbiamo un 30% di probabilità di soft landing, con un Pil di poco positivo e un’inflazione al 4%”. L’ha detto ieri Pierluigi Ansuinelli, vice president e gestore di Franklin Templeton Solutions, alla conferenza stampa organizzata ieri alla Triennale di Milano da Franklin Templeton, in occasione del 75° anniversario dalla fondazione della società. Il gestore ha sottolineato che sebbene gli Usa non siano ancora in recessione, buona parte dei fattori rilevanti in tal senso sono in atto: politica restrittiva della Fed, inflazione, shock del prezzo del petrolio, bolla dei prezzi degli asset, shock USD / FX.

La crescita economica per ora è positiva, ma in rallentamento: lo dicono gli indicatori guida, che stanno tutti puntando al di sotto del trend storico, e l’indice Pmi dei direttori degli acquisti, sotto la soglia di 50. I consumi sono in calo perché nonostante la crescita dei salari reali in Usa, l’inflazione li sta erodendo. E sebbene nel periodo del coronavirus sia stato accumulato molto risparmio in eccesso, ora non c’è più quel cuscinetto. Parallelamente, l’inflazione Usa è sostenuta da stipendi in aumento (a causa di uno sbilanciamento tra domanda e offerta di lavoro) e affitti in salita.

L’inflazione inoltre è ancora al di sopra dei livelli obiettivo e le banche centrali spingono sulla decrescita economica per abbassarla. Le banche centrali non possono produrre più beni, ma solo ridurre la loro domanda. “E’ difficile far frenare l’economia quanto si vuole, per cui il rischio di recessione è abbastanza elevato“, evidenzia Ansuinelli. Bisogna poi considerare che da dicembre le banche centrali venderanno gradualmente i titoli sul mercato perché hanno un altissimo stock di titoli in bilancio e non ne stanno comprando più. E cedere titoli implica togliere liquidità dal mercato, per cui aumenta la probabilità di recessione e di fallimento delle aziende.

E in Europa? La probabilità di recessione è ancora più alta che in Usa a causa della crisi energetica. Lo stesso vale per l’Italia. Anche se nel Vecchio Continente l’inflazione ha una genesi ben diversa: è dovuta all’offerta, non alla domanda, come sta avvenendo negli Stati Uniti.

L’asset allocation per il 2023

Il 2022 è stato un contesto molto negativo per bond e azioni, ma nel 2023 non sarà così. La Fed ora si muove velocemente e l’inflazione è molto elevata, e questa storicamente è la peggiore combinazione possibile per azioni, ammonisce il gestore di Fraklin Templeton Solutions. E mentre le obbligazioni corporate investment grade stanno scontando al 93% la probabilità di recessione, le azioni invece non incorporano questo rischio. Ecco perché la società è moderatamente cauta sulla parte azionaria e positiva sulle obbligazioni corporate di alta qualità, ma non non su quelle high yield, che anticipano il maggior rischio di fallimenti delle aziende. La liquidità è vista come un interessante diversificatore, ma in modo più limitato. Oltre all’outlook 2023, Franklin Templeton ha fatto il punto sui trend del risparmio gestito per il prossimo decennio.

I nuovi trend e le mosse di Franklin Templeton

Michele Quinto, country head di Franklin Templeton per l’Italia, ha illustrato i tre trend in atto nel risparmio gestito e come li sta approcciando la società di gestione. Il primo trend sono i private market. In Usa il tema della democratizzazione dei private market è già ben definito, mentre in Europa è frutto dell’accelerazione della regolamentazione riguardante Eltif (European Long Term Investment Fund) e Pir (Piani Individuali di Risparmio). I private market, solitamente appannaggio degli investitori istituzionali, ora sono interessanti anche per i risparmiatori, non solo HNWI, ma anche retail.  Lato offerta, le società quotate si sono dimezzate, anche perché quotare un’azienda in borsa è diventato un processo più lungo. Le ultime acquisizioni di Franklin Templeton sono orientate a migliorare sul fronte dei private market, un’asset class in cui ha investito il 15% degli asset. Inoltre la società ha costruendo un ecosistema per coprire i private market, grazie alle acquisizioni di Lexington Partners (private equity) e Alcentra (private credit). “Sul mercato istituzionale italiano stiamo portando il private lending con Alcentra. Sui private asset stiamo autorizzando un Eltif sul private equity, che coniuga le esigenze di private equity con la sostenibilità. Sarà lanciato nel giro di qualche settimana”, anticipa il country manager italiano di Franklin Templeton.

Ma la vera svolta nella democratizzazione dei private asset sarà la tokenizzazione, ossia la dematerializzazione dei private asset per renderli accessibili agli investitori retail. In particolare, insieme a un partner esterno  Franklin Templeton ha avviato un progetto per tokenizzare gli immobili. “In Italia lavoriamo con istituzioni come Assogestioni per disegnare un modello di business che preveda l’incorporazione della tokenizzazione”, precisa Quinto.

Il secondo trend in atto è il fintech. Secondo la ceo di Franklin Templeton, Jenny Johnson, i bitcoin stanno distraendo l’attenzione dalla DeFi (finanza decentralizzata). “Siamo più interessati alla blockchain, per cui stiamo investendo in digital asset con i nostri portafogli e puntiamo a tokenizzare i fondi comuni. In Usa, Franklin Templeton ha lanciato il primo fondo tokenizzato insieme alla Sec, che sta testando sui dipendenti dell’azienda. Abbiamo anche creato un digital asset team e stiamo lavorando alla nostra blockchain”.
Franklin Templeton inoltre ha sviluppato l’incubatore fintech EvoNexus, che aiuta le startup a svilupparsi e crescere e che possono essere sostenute dal fondo Franklin Venture Capital, per poi essere cedute ai fondi di private equity. L’asset manager americano sta anche investendo anche nel digital wealth management e nell’insurtech, tranne che in Italia, dove la distribuzione è guidata dalle banche. Nel nostro paese, Franklin Templeton con i suoi clienti italiani porta avanti progetti digitali o fintech in base a specifiche esigenze, quali roboadvisor e lancio di piattaforme B2B2C per i consulenti finanziari.

ll terzo trend è la personalizzazione dei benchmark, per cui i consulenti finanziari creano e associano un benchmark personale ai clienti. Il passaggio successivo sarà la personalizzazione di Etf e fondi comuni. Inoltre, Franklin Templeton investe nell’intelligenza artificiale (AI). “Una delle società incubate da EvoNexus è Noonum, che applica l’AI agli investimenti.