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La moneta unica puo’ salire? Dal punto di vista tecnico si

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Legnano – Abbiamo assistito ad un recupero inaspettato della moneta unica sul dollaro americano, a testimonianza del fatto che, dopo un movimento partito a causa della concentrazione di breve periodo degli investitori su un problema macroeconomico specifico (in questo caso il problema sul debito greco), si è subito pronti a lasciarsi alle spalle tutto per ripartire dall’altra parte.

Come sempre, noi cerchiamo di trovare le interpretazioni giuste da dare ai movimenti che accadono, al fine di cercare di capire come il mercato potrebbe muoversi in futuro, secondo logica. In questi momenti però diventa davvero difficile intuire quello che potrà accadere sul mercati per cui poniamo velocemente delle basi di ragionamento che, se seguite e ragionate nei prossimi giorni, possono aiutarci ad inquadrare meglio quello a cui stiamo assistendo.

Il problema greco è stato “congelato” per un paio di settimane. I ministri finanziari dell’eurogruppo infatti hanno deciso di fissare un meeting il prossimo 3 luglio per verificare se e quali misure di austerità saranno state definitivamente approvate dalla Grecia e per decidere di conseguenza se elargire la nuova tranche di aiuti. Tutto questo avverrà in concomitanza con l’accettazione da parte dei creditori della penisola ellenica del rollover del debito (difficile da accettare, ma che se ben pensato potrebbe andare in porto più facilmente del previsto). Da qui a luglio insomma sembra che la situazione sia stata messa “on hold”.

E’ giunto il momento dunque di concentrarsi su altro? Continuiamo la nostra gettata di fondamenta, spostandoci a valutare gli avvenimenti prossimi venturi che potrebbero fare da market mover.

In Primis, domani avremo il meeting del FOMC, che terminerà con la seconda conferenza stampa della storia di Bernanke, il quale dovrà annunciare al mondo se le misure non convenzionali di politica monetaria verranno cessate. Qui siamo sinceri, il mercato non si aspetta niente di particolare in quanto il numero uno della Fed si è espresso molto chiaramente a riguardo nelle settimane passate, per cui crediamo che a meno di sorprese clamorose, il mercato non reagirà in maniera particolare.

Fino a qui dunque l’euro potrebbe essere non venduto fino a che non arrivano notizie su eventuali non approvazioni dei piani di austerity ed il dollaro potrebbe rimanere neutrale. Questo significa che l’eurodollaro può salire? Dal punto di vista tecnico vedremo che questo è possibile, ma dobbiamo completare il quadro prospettico andando ad aggiungere la serie negativa di dati macroeconomici americani, che potrebbero portare, dopo un periodo di valutazione dei risultati dello stop del QE2 da parte della Fed, al QE3, necessario per dare linfa alla ripresa economica americana.

Fino ad allora ci sarà probabilmente un rialzo dei tassi in Europa ed il settlement del problema greco (dove tra l’altro si è deciso di aumentare il fondo salva stati da 440 a 780 miliardi di euro). Non dimentichiamoci inoltre che il mercato ha sempre ragione e che l’euro, seppur paradossalmente, si sta muovendo in un ampio range di medio periodo che va tra 1.4000 e 1.4750 (visibile su un grafico giornaliero). La rottura di punti tecnici importanti sarà forse la cosa più importante da valutare per fare trading.

Come di consueto incominciamo dal più famoso eurodollaro per introdurre l’analisi tecnica dei principali cambi. La moneta unica ha, dobbiamo ammettere, sorpreso nel proprio percorso rialzista messo a segno nella giornata di ieri: per di più dopo una così interessante conferma del pullback di quella figura di testa spalle ribassista, avremmo sperato in un obiettivo ancora più ambizioso rispetto a quanto visto giovedì scorso. Prendendo atto dell’evoluzione, adesso l’unico elemento in grado di attrarre la nostra attenzione è dato dalla stabilizzazione dei prezzi su quella che abbiamo considerato la neckline, area 1.4320. Crediamo che le prossime evoluzioni dipendano proprio dalla zona in cui i prezzi si trovano in questo momento, con possibilità di estensione sino all’obiettivo di 1.45.

Non notiamo grandi cambiamenti sul cambio UsdJpy: anzi se possibile troviamo una grande stabilità confermata dall’evoluzione di ieri. Dalla notte infatti è possibile racchiudere i movimenti del cambio all’interno di quello che è un range ampio solamente una trentina di punti. In questo caso 80 figura a 80.30 si sono rivelati ancora i più interessanti spunti nel breve. In particolare 80.30 coincide anche con la media di lungo su un grafico orario, mentre il supporto ad 80 figura coincide con una buona serie di minimi precedenti. La rottura di questi due precisi livelli potrebbe trovare un obiettivo a 79.60 e 80.60.

Osserviamo ora il cambio EurJpy, favorito nella sua ripresa della salita della moneta unica. Il più importante spunto lo si è trovato grazie al superamento del livello di resistenza posto nei pressi di 115 figura. 115.65 rappresenta il primo obiettivo alla definitiva rottura a rialzo dato che proprio qui transita la linea di tendenza negativa che congiunge i massimi calanti da due settimane a questa parte e poiché esattamente su questo livello è possibile ritrovare il transito della media mobile esponenziale a 100 periodi su un grafico con candele a 4 ore.

Anche il cable è riuscito a percorrere una strada a rialzo da ieri mattina. In questo suo percorso sembra sia risultato importante la tendenza negativa che guidava il calo della sterlina da giovedì scorso. La rottura è avvenuta a 1.6180 con successivo pullback, qualche ora dopo e con un raggiungimento quasi perfetto dell’obiettivo indicato dal 50% di ritracciamento del percorso ribassista compreso fra 1.6440 e 1.6080.

Parlavamo ieri di due livelli importanti sul cambio EurGbp, 0.88 e 0.8850. Entrambi sono stati visti ieri e soprattutto la resistenza sembra stia assumendo un ruolo davvero importante. Abbiamo infatti visto da ieri sera non meno di cinque tentativi di rottura mancati. Se il breakout dovesse alla fine avvenire possiamo attendere un movimento in salita di almeno 30 pips, andando così a raggiungere il successivo livello indicato tramite le percentuali di ritracciamento applicate utilizzando i numeri di Fibonacci.

Da ieri mattina il cambio EurChf ha evidenziato l’inizio di un percorso di avvicinamento all’area chiave anticipata più volte in area 1.22. Ricordiamo che tra questo e 1.23 transitano una buona dose di fattori che dovrebbero effettivamente chiarire quali potrebbero essere le prossime evoluzioni della moneta unica.

Il cambio UsdChf di contro ha fatto vedere da ieri un percorso ribassista che non solamente ha oltrepassato il livello di supporto chiave di 0.8450 ma ha compiuto un altro piccolo passo verso 0.8370, livello dove transita la linea di tendenza positiva che dal 5 giugno scorso mostra un percorso positivo, seppur lieve.

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