Società

La lettera di un ex precario del ministero del Lavoro

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Roma – A Ginevra, nella fortezza Svizzera, ci sono precari – e non si parla di casi isolati – persino all’Organizzazione Internazionale del Lavoro, la costola indipendente delle Nazioni Unite che si occupa di migliorare il mercato del lavoro facendo da mediatore tra aziende, governi e sindacati nel mondo.

In Italia uno dei paradossi piu’ eclatante fonda le sue radici nei palazzi del potere di Roma, ma si estende per tutta la penisola: e’ quello di Italialavoro, l’agenzia tecnica del Ministero del Lavoro: uno dei suoi progetti princpali, “Welfare to Work”, e’ finalizzato alla stabilizzazione dei lavoratori. Ma tanti dei suoi collaboratori da dicembre non sono piu’ richiesti.

Pubblichiamo la lettera che ci e’ arrivata da un lettore che ha chiesto di rimanere anonimo e che racconta la sua storia personale di precario presso Italialavoro, che ha abbandonato “grazie a Monti e Fornero e ai loro tagli”. Sono parole cariche di rabbia e delusione: “In piena recessione, il Ministero ci ha completamente abbandonato. Prima, almeno, esisteva un bacino di prelazione dal quale attingere per i nuovi progetti. Ora non più”.

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Caro direttore,

ricorda Italialavoro? Essa è l’agenzia tecnica del Ministero del Lavoro. Questa, seppur del Ministero del Lavoro, si regge quasi esclusivamente sui “collaboratori”. Sui precari, insomma. Quelli che a parole si dice di voler disincentivare e, uno dei tanti paradossi di questa azienda, quelli per i quali Italialavoro attua uno dei suoi progetti più grossi e importanti, Welfare to Work, e finalizzato proprio alla stabilizzazione dei lavoratori.

Ecco, io vengo proprio da quel progetto. Lavoravo per cercare di stabilizzare lavoratori, mentre altri pensavano a come lasciarmi a terra. Si, perché a dicembre, grazie a Monti e Fornero, in centinaia se non di più l’azienda ci ha abbandonato. Fino a quel momento, di contratto in contratto, si riusciva a lavorare. Scusi,”collaborare”.

Da dicembre non più, e collaboratori anche storici sono rimasti fuori, senza alcuna prospettiva. Gente che magari nella sua follia aveva anche fatto un figlio, o comunque si era sposata. (ad oggi, si contano più di 100 vertenze individuali da parte di co.pro. che rivendicano i propri diritti).

Ecco, il Ministero, ovverosia Italialavoro, ha invece messo in pericolo la nostra stessa sopravvivenza. In piena recessione, ci ha completamente abbandonato. Caro direttore, spero vogliate ospitare questa lettera. Spero facciate qualche articolo ogni tanto sull’argomento. Fate insomma in modo che nessuno si dimentichi di noi. Delle nostre vite, delle nostre esistenze in sopravvivenza. Quì, nell’angoscia del presente, altro che domani. Ossequi, licenziato/abbandonato Italialavoro

P.S. Inoltre, per fare il nostro lavoro, come sede ci veniva assegnato a ognuno un Centro per l’Impiego. In questi anni tanti lavoratori di quei Centri sono andati in pensione e tantissimi ne andranno nei prossimi anni. Quelli che vedevamo noi, si stanno sguarnendo sempre più di personale e fra pochi anni non ci sarà quasi più nessuno a svolgere quel tipo di servizio. Nel frattempo, però, nessuno si sta preparando all’evenienza e, come sempre, parlare di un nostro ricollocamento, visto che conosciamo già l’ambiente e la materia, o comunque di riaprire in generale le assunzioni, sembra un’eresia.

E come termine di paragone un’agenzia privata interinale come Obiettivo Lavoro stabilizza i suoi lavoratori, mentre l’agenzia del ministero ItaliaLavoro che attua progetti di supporto e ricollocazione al lavoro, mantiene i suoi lavoratori quasi tutti in precariato…e ora li manda via…?!