Società

La guerra delle terre rare: ecco perche’ tutti ne vanno pazzi

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Tutte le volte che esce un articolo sulle terre rare crea subbuglio. Se qualcuno scrive che la Cina vuole ridurre le esportazioni verso il Giappone, i prezzi (sia dei titoli che della materia prima) salgono. Idem quando un ministro economico tedesco cita che il paese e’ in combutta con Pechino.

E’ fresca fresca la notizia secondo cui Pechino ha aperto le porte delle sue miniere di terre rare alle societa’ straniere. Non si sa quanto le concessioni possano durare. Di sicuro la Cina ha mostrato di avere senso dell’umorismo: proprio stamattina e’ stato lanciato un modo semplice per sfruttare la “rare earth mania”: il fondo comune sui minerali rari. Sara’ sufficiente comprare il Market Vectors Rare Earth/Strategic Metals ETF (REMX), attiva da giovedi’, e il gioco e’ fatto. Finche’ la bolla continua a ingrandirsi, non si puo’ sbagliare. Bisognera’ tenere d’occhio pero’ le mosse di Pechino.

Mentre tutti parlano del braccio di ferro valutario, e’ in corso un’altra battaglia diplomatico-commerciale, altrettanto cruciale, tra Cina e mondo occidentale. Un quotidiano pubblicato dal ministero cinese del Commercio ha esortato Pechino a resistere alle pressioni esercitate dalle societa’ straniere, che vogliono avere piu’ accesso alle scorte di minerali rari del paese.

Il titolo dell’articolo: “La Cina dovrebbe dire no alle terre rare”. La questione sara’ uno dei temi principali che veranno messi sul tavolo del G-20 al prossimo summit delle potenze mondiali. Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi chimici (tra cui scandio, ittrio e i lantanoidi) utilizzato per la produzione di superconduttori e altri apparecchi tecnologici.

Da tempo si parla dello scoppio della mania dei titoli legati alle terre rare. Aziende minerarie come MolyCorp e Rare Elements stanno facendo balzi notevoli in borsa nonostante non siano ancora in grado di registrare un fatturato positivo (figuriamoci un reddito). La corsa si e’ interrotta solo giovedi’, dopo l’annuncio della Cina.