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LA GUERRA DEI PUT TRAVOLGE L’HI-TECH NASDAQ

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Le aziende hi-tech Usa quotate al Nasdaq sono disperatamente alle prese con una categoria di investitori tra i piu’ aggressivi, gli shortisti, cioe’ coloro che giocano al ribasso.

Dell (DELL – Nasdaq) per esempio ha dovuto mettere in bilancio nell’anno fiscale 2002 la colossale cifra di $3 miliardi per riacquistare decine di milioni di azioni proprie su cui gli investitori hanno acquistato put.

Wall Street Italia vi rivela a che prezzo Dell ricompra le azioni, e soprattutto cosa significa tutto cio’ in una fase in cui aziende come Oracle (ORCL – Nasdaq),Sun Microsystems (SUNW – Nasdaq), Cisco (CSCO – Nasdaq), Nortel (NT – Nasdaq), Lucent (LU – Nasdaq), JDS Uniphase (JDSU – Nasdaq), Corning (GLW – Nasdaq), Nokia (NOKIA – Nasdaq), Qualcomm (QCOM – Nasdaq) e WorldCom (WCOM – Nasdaq) sono sprofondate la scorsa settimana ai nuovi minimi assoluti.

Alla fine degli anni ’90 colossi come Dell, Intel e Microsoft (MSFT – Nasdaq) hanno venduto milioni di options put contro le azioni proprie. Le aziende hi-tech hanno venduto put – operazione che da’ il diritto al possessore di vendere un titolo azionario ad un certo prezzo per uno specifico periodo di tempo – essenzialmente per finanziarie buy-back di azioni proprie, oppure addirittura per alimentare i profitti.

Vendere put significa in pratica puntare sul rialzo dell’azione, comprare put significa puntare sul ribasso. Ora che a Wall Street i prezzi scendono, il gioco e’ decisamente cambiato rispetto agli ultimi due anni; e si sta facendo pericoloso, per le aziende hi-tech.

Dell la scorsa settimana ha rivelato nel modulo 10-K presentato alla Sec (Securities ans Exchange Commission) di essere dall’ altra parte del tavolo, nella partita con gli investitori che hanno comprato put, relative specificatamente a 68 milioni di azioni.

Dell ha stanziato nell’anno fiscale 2002 circa $3 miliardi per ricomprare tutta questa ”carta”, ad un prezzo estremamente alto, cioe’ una media di $44 per azione. Un costo enorme, visto che il titolo Dell e’ stato trattato per quasi tutto l’anno passato sui $20.

Come se non bastasse, Dell dovra’ ricomprare altri 51 milioni di azioni ad una media di $45, da qui al 2004. Altra mazzata, visto che il titolo quota oggi intorno a $24.

Infine, leggendo attentamente una clausola rivelata nei bilanci depositati alla Sec, si scopre che se per caso l’azione scendesse sotto gli $8, il ”numero uno” mondiale dei personal computer dovra’ procedere al settlement di tutti i put in circolazione. Dell dovrebbe allora spendere $2,3 miliardi. Da notare che, stando all’ ultimo bilancio, l’azienda texana ha in cassa $3,6 miliardi.

Non e’ detto pero’ che quanto descritto sopra sia foriero solo di cattive notizie. Interpretando il fenomeno con la tecnica ”contrarian”, i programmi di put-selling potrebbero di fatto segnare un minimo assoluto di prezzo, sia per Dell sia per le altre aziende hi-tech del Nasdaq.

Corollario? Titoli come Oracle (ORCL – Nasdaq),Sun Microsystems (SUNW – Nasdaq), Cisco (CSCO – Nasdaq), Nortel (NT – Nasdaq), Lucent (LU – Nasdaq), JDS Uniphase (JDSU – Nasdaq), Corning (GLW – Nasdaq), Nokia (NOKIA – Nasdaq), Qualcomm (QCOM – Nasdaq) e WorldCom (WCOM – Nasdaq) sprofondati la scorsa settimana ai nuovi minimi assoluti di molti anni, potrebbero – attenzione il condizionale e’ d’obbligo – aver toccato il fondo.

Tutte insieme le 10 blue chips del Nasdaq citate qui sopra raggiungono un prezzo per azione totale di circa $94. Non e’ una cifra molto dissimile da quella che gli investitori pagano per comprare una sola azione di Procter & Gamble (PG – Nyse).