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LA GRANDE FUGA DALLA BORSA

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Con il crollo dei prezzi a Wall Street (e di conseguenza sulle altre borse mondiali) gli investitori stanno abbandondonando in massa il mercato azionario.

L’alternativa preferita e’ il rifugio dei Titoli di Stato Usa; in periodi come questo di estrema turbolenza finanziaria, sono considerati gli unici veri ammortizzatori di rischio.

Vi presentiamo un’analisi aggiornata sull’operativita’ dei fund manager americani. I quali, avendo a che fare con massicci disinvestimenti dai fondi azionari da parte di milioni di piccoli investitori (senza contare le voci di un intervento della Federal Reserve sui mercati) devono comunque investire enormi masse di liquidita’.

Ecco perche’ i T-Bond Usa continuano a salire di prezzo (i rendimenti del 2 anni sono scesi martedi’ al minimo storico) spinti da forti ondate di acquisto. Anche se, dicono gli esperti, i titoli del Tesoro americano tra poco potrebbero essere sopravvalutati.

Martedi’ il T-Bond a 5 anni ha fatto segnare un prezzo di 103 e 27/32, in rialzo di 9/32, con rendimento al 3,50%; il T-Bond a 10 anni ha fatto segnare un prezzo di 103 e 16/32, rialzo di 7/32, con rendimento del 4,42%.

La seduta di martedi’ e’ stata l’ultimo atto di un movimento al rialzo dei Treasurys gia’ avviato da mesi, con prezzi decisamente crescenti. Di fatto gli investitori escono dalla borsa e si buttano sui Bond, con quantita’ investite crescenti e proporzionali al crollo dei prezzi a Wall Street.

In particulare, l’enorme numero di riscatti che sta affliggendo i fondi comuni azionari e la riallocazione sui Titoli di Stato Usa, ha costretto i money manager a continuare ad acquistare Treasurys indipendentemente dal fatto che i bond possano essere considerati sopravvalutati.

Non e’ di nessun aiuto, poi, che le turbolenze sull’azionario e sul mercato creditizio stiano costringendo alcune delle aziende americane che godono dei migliori rating a desistere dal ricorrere all’emissione di corporate bond.

L’emissione di nuovi titoli corporate e’ scarsa e viene assorbita lentamente, si sente dire a New York.

Se da una parte e’ piu’ difficile trovare buoni bonds su cui investire, poiche’ scarseggiano, dall’altra sta proporzionalmente diminuendo, da parte dei bond fund manager, la richiesta di rendimenti crescenti appaiata alla necessita’ abituale di outperformare gli indici di borsa.

Di fatto il mercato che si avvantaggia di piu’ di questa situazione – segno dell’ansia presente tra gli investitori – e’ proprio quello degli U.S. Treasurys market, nonostante i prezzi assurdi e i rendimenti ridicolmente bassi.

“I fund managers non guardano al rendimento”, dice un trader di New York. “Comprano solo perche’ devono far fronte a un’enorme flusso di cash proveniente dal disinvestimento dai fondi azionari. Tutto qui”.

Nonostante la sopravvalutzione dei T-Bond, ai prezzi correnti, il rischio che il prezzo dei Treasurys cali e’ piu’ facilmente sopportabile da un investitore istituzionale medio, rispetto al rischio associato ad altri strumenti finanziari, con i titoli azionari in prima linea.

“Gli investitori non vogliono in questo momento assumersi ne’ rischi di borsa ne’ creditizi, ed e’ cio’ che li spinge sul mercato dei T-Bond”, spiega Richard Gilhooly, senior bond strategist della BNP Paribas di New York.

Oltre a spingere alle stelle i prezzi dei bond gia’ quotati, la fame del mercato per i Treasurys sta provocando forti aspettative per una domanda molto alta alle prossime aste di titoli di Stato.

Cio’ e’ confermato dall’andamento delle ultime aste. Per esempio, una recente operazione da $9 miliardi di Tips (Treasury Inflation Protected Securities) e’ stata fatta segno di una domanda molto alta.

Mercoledi’ ci sara’ la messa in asta di una grossa tranche ($27 miliardi) di T-Bond a 2 anni. Nonostante il rendimento, che martedi’ ha toccato il minimo storico assoluto a quota 2,24%, a quanto pare gli investitori istituzionali americani (e di mezzo mondo) hanno fatto la fila per prendersi la loro fetta di T-Bond a 2 anni. E il movimento al rialzo dei prezzi non e’ finito qui.