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La Germania torna al carbone, dietrofront sulla transizione ecologica

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I tagli della Russia sulle forniture del gas spingono la Germania ad aumentare l’utilizzo delle centrali elettriche a carbone. È questa la decisione del governo tedesco, comunicata attraverso le parole del ministro dell’Economia ecologica, Robert Habeck, che ha spiegato:

“Per ridurre il consumo di gas è necessario utilizzarne meno per generare elettricità. Invece, le centrali elettriche a carbone dovranno essere utilizzate di più”, si legge in una nota del Ministero. “È una decisione amara, ma è essenziale per ridurre i consumi di gas”.

La scelta di tornare ad affidarsi al carbone, infatti, sembra un chiaro dietrofront sulle promesse della coalizione di governo – dove sono presenti i Verdi – di eliminare gradualmente il carbone entro il 2030. Ipotesi smentita dai Verdi, che hanno assicurato che la spinta sulle centrali a carbone non metterà in discussione il progetto generale.

Tra le altre misure annunciate, spicca un sistema di asta per le vendite di gas agli industriali, che consentirebbe di abbassare i consumi del potente settore manifatturiero tedesco. In arrivo anche nuove linee di credito della banca pubblica KFW, fino a 15 miliardi di euro per garantire il riempimento di giacimenti di gas del Paese

Il taglio delle forniture russe? Per la Germania è una “decisione politica”

La Germania, che prima dell’invasione russa dell’Ucraina importava il 55% del suo gas dalla Russia, sceso ora al 35%, questa settimana ha visto crollare le consegne di gas tramite il Nord Stream 1, il principale gasdotto che approvvigiona il Paese. Ma la quota è ancora troppo consistente, e nonostante i grandi sforzi in corso per sostituire il gas russo la previsione attuale è che si potrà arrivare a un 10% di dipendenza soltanto nell’estate del 2024.

Se i russi hanno chiamato in causa i ritardi nella sostituzione di alcune turbine bloccate in Canada dalle sanzioni, Habeck ha velocemente sgombrato il campo dai dubbi affermando che la decisione dei russi è di natura “politica”. I problemi tecnici citati dall’impresa, ha spiegato dopo il rapporto dell’agenzia delle reti di Bonn, “riguardano il prossimo autunno e non giustificano una riduzione così drastica“.