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La fuga dal rischio bastona l’euro. E l’outlook non promette nulla di buono

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(WS)- Giornata importantissima quella di ieri, che ha visto l’euro in picchiata contro tutte le maggiori valute mondiali. In particolare ci piace ragionare sul movimento dell’EurUsd, che come vedremo nella sezione di analisi tecnica, si sta avvicinando a livelli molto importanti che potrebbero segnare un’inversione definitiva del movimento rialzista dell’euro, cominciato lo scorso giugno.

Il perché di queste forti vendite di euro è presto detto: questione dei debiti sovrani e paura di contagio per i Paesi periferici. I rendimenti dei bond di questi Paesi stanno salendo, testimoniando le tensioni che si stanno vivendo sui mercati e gli investitori, che avevano costruito grosse posizioni di rischio, stanno prendendo profitto e le stanno smontando in quanto non hanno idea di dove possano andare i mercati.

Se si leggono i pareri di diversi analisti, ci si rende conto di quanto sia confusa la situazione e di come non si riesca a capire quali potranno essere i prossimi movimenti di mercato. Se ci si affida ai fondamentali macroeconomici, dovremmo vedere un dollaro in discesa generalizzata (a causa dell’inondazione di liquidità avvenuta), un euro in discesa generalizzata (per i timori della “pentola a pressione”, chi ci legge sa a cosa ci stiamo riferendo, per tutti i nuovi siamo a disposizione per commenti), una sterlina in discesa generalizzata, il che, come sappiamo, non è possibile in quanto si ragiona sempre in contropartita di qualche altra valuta.

Quello che è certo ora, è che stiamo assistendo ad una grossa fuga dal rischio dovuta a tutte le tensioni finanziarie e geo-politiche che si stanno vivendo, e la fine di questi rally negativi sembra ancora lontana.

EurUsd – grafico giornaliero

Passando a questioni più reali, ieri sono stati pubblicati molti dati macroeconomici relativi all’America e abbiamo visto come la situazione sia in fase di stallo. Il Pil del terzo trimestre è uscito a +2.5%, contro attese di +2.4%, mentre i dati sull’immobiliare continuano a deludere, con un -2.2% di vendita di case esistenti, contro attese comunque negative dell’1.1%.

Attenzione inoltre ai dati di oggi, che sono davvero tanti ma che non sappiamo quanto possano incidere su un mercato così incerto. Tutto questo è condito dal fatto che domani ci sarà il giorno del ringraziamento negli Usa, per cui si prospetta un weekend lungo per molti investitori, con possibilità di vedere una liquidità inferiore e quindi movimenti più volatili sui mercati.

Passiamo ad un nuovo sguardo sulle valute, incominciando dalla moneta unica, dove ci tocca ripeterci… sembra che l’euro a questo punto non lo voglia più nessuno, tanto che la discesa ha fatto segnare la peggior variazione negativa da un mese a questa parte, portando a toccare come minimo 1.3360, riportandoci sui prezzi abbandonati da metà settembre durante la ripida salita da 1.2640 a 1.4140.

Ipotizzare le prossime evoluzioni del cambio non è cosa semplice: quello che possiamo suggerire è di osservare con attenzione un’area di supporto che si è venuta a creare qualche mese indietro e che è compresa fra 1.3330 (massimo del cambio del 6 agosto scorso) e 1.3270 (area di supporto vista per due volte lo scorso marzo).

Rimanendo su un grafico giornaliero e osservando la media mobile a 200 periodi, quasi coincidente con il minimo di metà novembre, siamo portati a pensare che proprio questo livello, 1.3420-45, sia da considerare importante per una risalita.

Che il movimento non sia dovuto totalmente all’euro lo dimostrano i movimenti al ribasso visti sul cambio UsdJpy successivamente al tentativo di rottura del precedente massimo a 83.75. Per una ragione non chiara e forse associabile all’acuirsi della crisi fra le due Coree, il cambio dal massimo ha lasciato sul terreno una figura esatta andando a stravolgere le nostre idee.

Non ha tenuto infatti il livello dinamico di supporto che stavamo utilizzando da una settimana esatta e che a 83.30 è servito da trampolino, a ribasso, dei prezzi. L‘unica considerazione interessante deriva del successivo test di questo livello messo a segno questa notte. Un classico pullback che forse rafforza l’idea di questo come livello di resistenza per una nuova pressione ribassista.

Non fa bene all’EurJpy il quadro tecnico dipinto sopra. La discesa degli altri due tassi di cambio a cui è legato direttamente ha fatto si che il cambio scendesse oltre il minimo precedente a 111.05, tornando indietro nel tempo ai prezzi di due mesi fa esatti.

Se il minimo registrato nella notte a 110.75 non dovesse tenere è possibile ipotizzare un calo ulteriore e veloce sino al doppio massimo perfetto del 30 agosto e 3 settembre a 109.55. Nel breve probabilmente un ritorno al di sopra di 111.70 e 112.30 aiuterebbe ad allentare la pressione.

Nulla da fare anche sul cable, che ha seguito molto fedelmente la discesa della moneta unica. In questo caso i livelli toccati hanno un riferimento temporale più recente ed è più facile intuire quali potrebbero essere i punti d’arrivo. Troviamo sicuramente il più importante livello di supporto al doppio minimo di 1.5650, forse ora un po’ distante ma rispetto al minimo di ieri sera a 1.5760 non così irraggiungibile. Esistono poi due livelli intermedi, di minor importanza, a 1.5730 e 1.5890. In questo caso il punto inversione è più vicino, trovandosi nelle prossime ore intorno a 1.5840.

Vediamo il cambio GbpJpy, accorgendoci che la “linea di fede” che stavamo seguendo sino a ieri mattina è stata oltrepassata a ribasso conducendo i prezzi in discesa di 200 punti. In questo caso consideriamo l’area di congestione creatasi la settimana scorsa a 132.20, per valutare un’eventuale ripresa della sterlina.

Sul franco, contro il dollaro, invece troviamo una buona stabilità e rispetto dei livelli. Il punto chiave di 0.9870 (allargato da un’estensione di brevissimo sino a 0.9850), non è stato oltrepassato e questo non fa altro che lasciarci ipotizzare un ritorno verso un nuovo tentativo di superamento della parità.

Il franco invece, contro la moneta unica, ha avuto vita facile negli ultimi due giorni di scambi. Siamo giunti da 1.3650 sino ad un minimo di 1.33, aprendo la strada ad un recupero totale di quel movimento di discesa della prima metà di novembre e di fatto facendoci pensare già ad un ritorno sino a 1.3230.

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