Società

LA FIAT PENSA
DI SDOPPIARE
LE AZIONI

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(WSI) – Da tempo non si vedeva Fiat correre così veloce in Borsa: nell’ultima settimana ha guadagnato circa il 9% portandosi ad un soffio dalla soglia di 6 euro. Ancora più significativi i rialzi di privilegiate e risparmio che superano l’asticella del 10%. Risultati ancora più significativi tenendo conto che sono stati ottenuti nei giorni in cui le immatricolazioni in Italia hanno segnato un calo del 28 per cent o. Tra gli operatori si parla di un progetto allo studio che prevede la scissione di Fiat Auto dal resto del gruppo, così da valorizzare al meglio le attività diverse dalle quattro ruote che rischiano di rimanere soffocate dalla crisi inarrestabile dell’Auto.

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Lo “spin off” potrebbe essere presentato già il 23 giugno nel corso della assemblea degli azionisti. « Si tratterebbe di una operazione grossa, ma d’altro canto sono enormi anche i problemi di Fiat Auto, soprattutto in uno scenario come questo dove non si vede all’orizzonte alcun segno di ripresa » , afferma un’analista di RasBank. Certo il problema semmai è capire se una simile ipotesi sarebbe accettabile dal punto di vista degli equilibri politici italiani.

Ma, qualora uno simile scenario si dovesse concretizzare, gli azionisti potrebbero stappare una bottiglia di spumante e dare avvio ai festeggiamenti. Il valore nascosto in Fiat Spa non manca. Oltre all’auto in Fiat confluisce il 56% di Ferrari, il 100% di Maserati, l’ 84% di Cnh, il 100% di Iveco e il 100% di Fiat Power Tecnologies. Questo senza considerare la presenza del Lingotto nei settori industriali ( Magneti Marelli, Teksid, Comau centro Ricerche Fiat e Elasis), in quelli dei servizi ( Itedi e Business solutions) e le quote in altre società ( Mediobanca e Rcs). Si tratta di partecipazioni di pregio che potrebbero rischiare di essere svendute per far fronte alle crescenti necessità dell ‘ a u t o.

Ecco perché si sta ragionando con sempremaggiore insistenza sulla possibilità di uno spacchettamento: da una parte l’auto che diventerebbe una sorta di ” bad company ? con l’unica eccezione la Ferrari che è destinata alla Borsa in maniera autonoma. Dall’altra parte la componente sana del gruppo: vale a dire trattori, veicoli pesanti e tutto il resto. La scissione, probabilmente, dovrebbe essere preceduta da un aumento di capitale di Fiat Auto. In questo modo i debiti salirebbero da sotto a sopra. La Fiat Auto, senza debiti e con la prospettiva della rottamazione decisa dalla Ue potrebbe godere di un certo margine di sopravvivenza in attesa di trovare la sua strada.

Fiat Spa, seppure molto indebitata, non dovrebbe avere eccessive difficoltà a chiamare un aumento di capitale per rimettere in ordine la situazione finanziaria. In ogni caso su questo passaggio verrebbe effettuata la separazione. Gli attuali soci Fiat avrebbero in mano due titoli: quello che hanno adesso e un altro Fiat Auto che, vista l’ampiezza del flottante potrebbe essere anche quotato e, se le cose vanno bene, essere fonte di guadagni. C’è anche una possibilità di uno spacchettamento ancora più minuzioso: anziché redistribuire titoli di Fiat Auto nel suo complesso potrebbero essere dati valori dei singoli marchi.

In questo, per esempio, se Porsche ha interesse per il polo Alfa-Maserati non è costretto anche ad investire in Fiat- Lancia che, magari, nel frattempo è andato agli indiani. « Senza l’auto, si assisterebbe ad un vero e proprio balzo dei margini che oggi è negativo per il 4,5% del fatturato. Con un simile restyle, il gruppo torinese dovrebbe generare una cassa di 200- 300 milioni, mentre il Lingotto così come è adesso, e stando alle stime della stessa società, dovrebbe bruciare entro fine anno 700 milioni. L’Auto distrugge almeno un miliardo di cassa l’anno » , commenta un analista di Intermonte ( gruppo Mps).

Per l’esperto, una azione Fiat senza l’auto potrebbe valere 8 euro, 6 euro se gli venissero addossati gli attuali cinque miliardi di debiti di Fiat Auto. Certo per ora di tratta di supposizioni, ma già dai primi numeri la logica appare più che evidente. Fiat Auto, sollevata dai debiti e con un minimo di cassa ( al momento il gruppo ha a disposizione 6 miliardi circa), potrebbe risorgere dalle ceneri anche grazie ai nuovi modelli in arrivo in autunno. Per reperire ulteriori risorse Ifil e le banche potrebbero aprire il capitale a nuovi soci come per esempio i cinesi dalla Saiac di cui si è vociferato, o tornare sul mercato indebitandosi con bond ad alto rendimento o decidere di avviare un aumento di capitale. In ogni caso dovrebbe imparare a camminare da sola. Non ci sarebbero più altre attività a cui attingere per finanziare le quattro ruote. L’eventuale cessione di Rcs e di Mediobanca, infatti, servirebbe a ingrassare le casse di Fiat Spa, mamma generosa e molto indebitata.

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