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La Fed torna a parlare di rischio deflazione

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(WSI) – Tassi di interesse: continua il calo dei tassi a lungo termine tedeschi. I tassi a 10 e 30 anni hanno messo a segno ieri un nuovo minimo, mentre lo spread sul 2-10 anni si è ristretto a 165 pb da 169 e quello sui titoli periferici si è allargato. Questa mattina lo spread Italia-Germania sul tratto decennale si colloca intorno ai 146pb.

I dati statunitensi peggiori delle attese hanno inoltre contribuito al forte calo dei listini azionari. La Banca dei Regolamenti Internazionali ha pubblicato un report in cui sono riportate le proposte avanzate nell’incontro di luglio sul tema della convertibilità dei subordinati come criterio di inclusione nel Tier1 e/o Tier2. La proposta, sulla quale saranno raccolti i pareri fino al primo ottobre, evidenzia come requisito base la presenza di una previsione contrattuale che dia all’autorità di vigilanza la possibilità di autorizzare un write off o a una conversione in azioni ordinarie dei titoli subordinati.

La Commissione europea ha dichiarato che la Grecia soddisfa le condizioni per l’erogazione della prossima tranche da 9 Mld€ che sarà pagata a settembre. Buone notizie sulla crescita tedesca. La banca centrale ieri ha alzato al 3% le sue stime sul Pil del 2010 dal precedente 2%, indicando che nel secondo semestre la crescita proseguirà sebbene ad un ritmo più moderato rispetto alla prima parte dell’anno.

Negli Usa ancora un ennesimo giorno di calo dei tassi di mercato su tutta la curva. Lo spread 2-10 anni è sceso a 209pb da 214. Il tasso a due anni ha segnato un nuovo minimo storico dopo il pessimo dato relativo all’indice della Fed di Filadelfia. Nel mese di agosto l’indice ha infatti evidenziato la prima contrazione dal luglio 2009, un evento inatteso dal consenso di mercato che prevedeva un lieve aumento rispetto a luglio, in buona misura a causa del peggioramento delle condizioni occupazionali. Inoltre l’ammontare delle richieste settimanali di sussidi per la disoccupazione ha raggiunto la soglia delle 500.000 unità, per la prima volta da novembre.

Non a caso il presidente Obama ieri ha richiamato il Congresso affinché al rientro dalla pausa estiva (14 settembre) proceda all’approvazione del “small business jobs bill”, ossia di un disegno di legge fermo al senato da luglio che prevede la creazione di un fondo da 30Mld$ per supportare le banche locali nel processo di erogazione dei prestiti a favore di piccole aziende.

I negativi dati macro hanno comportato un’accelerazione al ribasso delle borse, con l’indice S&P500 che ha perso l’1,7%. Nel frattempo continua il flusso di notizie di nuove fusioni/acquisizioni: ieri Intel ha annunciato un accordo per l’acquisto di McAfee per circa 8Mld$. Durante la notte le vendite sui mercati sono proseguite nella sessione asiatica che ha visto tutti i principali listini chiudere in calo.

Il Nikkei ha perso quasi il 2%. Bullard, presidente della Fed di St.Louis, ha ribadito che la banca centrale dovrebbe acquistare più Treasury per stimolare l’economia ed aumentare l’ammontare del proprio portafoglio, nel caso di intensificazione dei rischi di deflazione. Nel frattempo Il Tesoro Usa ha annunciato per la prossima settimana emissioni per 102Mld$, l’importo più basso da maggio 2009 sui comparti 2,5 e 7 anni. Oggi non sono attesi dati macro negli Usa.

Valute: ieri si è assistito ad un apprezzamento del dollaro vs euro con il cross tornato nella parte centrale del trading range che delimita i movimenti del cambio da sei giorni. La resistenza si colloca a 1,2920, il supporto a 1,2735. Lo yen continua a restare stabile nei confronti del dollaro, poco sopra i minimi dal 1995. Il supporto da monitorare è sempre quello collocato in area 84,75-85, al di sotto del quale potrebbero aumentare fortemente le tensioni sui mercati valutari e finanziaria nel complesso. Verso euro il cross sta calando verso i minimi da 7 settimane, in prossimità del supporto 109-109,20.

Materie Prime: ancora un ribasso per il greggio Wti (-1,3%) calato sotto i 75$/b in linea con l’andamento delle borse. Giornata negativa anche per i metalli industriali guidati da zinco (-2,1%) ed alluminio (-1,9%). Tra i preziosi in calo l’argento (-0,4%) mentre prosegue la lenta salita dell’oro (+0,4%). Tra gli agricoli balzo del grano (+3,9%) sulla speculazione che la Russia sia costretta ad importarlo a causa del calo della produzione domestica.

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