Economia

La classifica delle città dove le bollette di luce e gas sono più care

Paese che vai, bolletta della luce che trovi. E lo stesso si può dire per quella del gas. I consumatori, che si ritrovano a dover pagare le utenze di casa, devono affrontare dei costi diversi, a seconda della città in cui abitano.

A partire dal mese di giugno 2021, secondo un recente studio condotto dall’Unione Nazionale Consumatori, nel mercato libero il costo della luce è cresciuto del 109,6%, mentre nel tutelato del 21,3%. Le città nelle quali elettricità e gas sono risultati più cari sono Aosta, dove è stato registrato un +94,6% ed Alessandria, con un +85,3%.

Mercato tutelato Vs libero

A scattare una foto precisa e dettagliata sull’andamento dei rialzi di luce e gas ci ha pensato l’Unione Nazionale Consumatori, che ha stilato una classifica delle città dove sono stati registrati i maggiori aumenti, appoggiandosi sui dati del mese di settembre in possesso dell’Istat. A livello nazionale, invece, l’analisi ha confrontato la variazione dei prezzi di luce e gas attraverso un confronto diretto tra il mercato libero e quello tutelato.

Nel periodo compreso tra il mese di giugno 2021 e settembre 2023, nel nostro paese la luce nel mercato libero ha registrato un aumento del 109,6%, mentre nel tutelato l’aumento è stato pari solo del 21,3%. Per quanto riguarda il gas, il primo dato utile rilevato dall’Istat è relativo a quello del mese di dicembre 2021: il libero ha registrato un aumento del 47,4%, mentre il tutelato è sceso dell’11,4%. Il mercato tutelato batte quello libero: per quanto riguarda l’elettricità l’aumento è stato cinque volte più contenuto, mentre il divario nel gas è di 58,8 punti percentuali.

Rispetto ai picchi che sono stati raggiunti nel corso del mese di dicembre 2022, l’elettricità tutelata è scesa del 52,4%, mentre nel libero solo del 45,6%. Il gas tutelato ha registrato un calo del 38,8%, mentre nel libero del 37,2%.

Andando a dare uno sguardo ai dati tendenziali, nel mese di settembre 2023 continua a rimanere il gap, con il tutelato che continua a battere il libero. Nel primo caso la luce si abbassa del 27,6% rispetto al mese di settembre 2022, mentre nel secondo solo dell’8,7%. Per il gas, il tutelato scende del 29,8%, mentre nel libero del 5,6%.

Insomma, comunque la si giri, tutti i confronti dimostrano come il mercato tutelato abbia contribuito a contenere gli aumenti dei beni energetici in questa situazione di prezzi impazziti e che sarebbe vergognoso non prorogarlo, sia per le famiglie che per il gas dei condomini, come minimo fino al gennaio 2025 e in ogni caso fino a che ci saranno le tensioni legate alle guerre in corso – spiega Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori -. Urge fare un decreto entro la fine del mese, considerato che le famiglie hanno già ricevuto a settembre un avviso di sfratto dal mercato tutelato, e poi va inserita la proroga, come da noi proposto, anche in fase di conversione in legge del decreto n. 131 del 29/09/2023, così da dare subito certezze, sia agli italiani che agli operatori. Infine vanno ripristinati gli sconti sugli oneri di sistema della luce, magari riservandoli a chi ha contratti a prezzi variabili o a chi ha un reddito inferiore a 35 mila euro.

Gli aumenti città per città di luce e gas

Per andare ad analizzare gli aumenti città per città, l’Unione Nazionale Consumatori ha preso come riferimento la voce Istat Energia elettrica, gas e altri combustibili, al cui interno sono contenuti i costi delle componenti luce e gas – sia del mercato libero che di quello tutelato -, del gasolio per riscaldamento e dei combustibili solidi. Dal mese di giugno 2021 a settembre 2023, a livello nazionale, il rialzo medio è stato pari al 68,1%. In alcune città, però, è stato sfiorato il 90%.

La triste classifica dei cittadini che hanno dovuto subire gli aumenti maggiori è detenuta da Aosta, dove complessivamente gli utenti sono arrivati a spendere il 94,6% in più rispetto a giugno 2021. Al secondo e al terzo posto ci sono due città piemontesi: Alessandria, con un pesante +85,3% e Cuneo con un +83,2%.

A detenere le altre posizioni più alte sono altre quattro città del Piemonte:

  • Vercelli: +82,8%;
  • Biella: +82,1%;
  • Torino: +81,3%;
  • Novara: +80,3%.

All’ottavo posto, invece, troviamo Teramo, con il suo +78,4% e al nono Campobasso, con il suo +77,5%. A chiudere la top ten c’è Imperia, che registra un +77,3%.

Potenza, invece, benché abbia registrato degli aumenti, risulta essere la città meno tartassata, con il suo +46,4%. Seguono Napoli con +55,4% e Reggio Calabria con +55,9%.

La stagione termica non ha ancora avuto inizio, ma può essere interessante dare un’occhiata anche ai dati tendenziali di settembre 2023. Ad ottobre la graduatoria potrebbe arrivare a capovolgersi.  A Bolzano e a Trento sono stati registrati i crolli più vistosi (rispettivamente del 30,8 e del 30%). Registrati anche dei cali a Potenza (-21,1%). Aosta è la città peggiore nel confronto con il mese di giugno 2021: il rincaro è solo del 3,9%, ma i prezzi erano già molto alti lo scorso anno. Tra le città peggiori, sotto il profilo dei costi, ci sono:

  • Alessandria: +1,5%:
  • Genova e Cuneo: entrambe con un +0,5%.